“Ecco perché il Giubileo: questo è il tempo della misericordia. E’ il tempo favorevole per curare le ferite, per non stancarci di incontrare quanti sono in attesa di vedere e toccare con mano i segni della vicinanza di Dio, per offrire a tutti la via del perdono e della riconciliazione”.
Una lettera pastorale di un vescovo imbevuta di spirito ignaziano, una traccia per il lavoro nelle parrocchie e nelle comunità, uno sguardo al quotidiano della vita dei fedeli, ma anche dei lontani e dei fedeli delle religioni monoteiste che vedono Dio come “misericordioso”. La Bolla “Misercordiae vultus” con la quale Papa Francesco indice ufficialmente l’ Anno Santo della Misericordia inizia dai testi biblici ed evangelici per arrivare alle esortazioni paterne, al richiamo alla misericordia quotidiana, all’invito a non cedere a corruzione e violenza.
“Non c’è crisi vocazionale là dove ci sono consacrati capaci di trasmettere, con la propria testimonianza, la bellezza della consacrazione”. Tuttavia c’è un’“indubbia diminuzione quantitativa” dei religiosi che rende “più urgente il compito della formazione, una formazione che plasmi davvero nel cuore dei giovani il cuore di Gesù, finché abbiano i suoi stessi sentimenti”. Sono le parole di Papa Francesco a conclusione del convegno dei formatori degli ordini religiosi, tenuto in questi giorni a Roma nell’ambito delle attività dell’Anno per la vita Consacrata.
“Non è sufficiente sperare che i poveri raccolgano le briciole che cadono dalla tavola dei ricchi”. Anzi, “sono necessarie azioni dirette a favore dei più svantaggiati, l’attenzione per i quali, come quella dei più piccoli all’interno di una famiglia, dovrebbe essere prioritaria per i governanti”. Papa Francesco si fa presente al “Vertice delle Americhe” in corso a Panama attraverso il Segretario di Stato Pietro Parolin.
1933-1966-1983. Sono i tre Anni Santi straordinari che si sono aggiunti ai giubilei ordinari del XX Secolo.
Papa Francesco ha ricevuto questa mattina in udienza nel Palazzo Apostolico Vaticano il Presidente della Repubblica di Georgia Giorgi Margvelashvili
"Dall’intimo del cuore dell’uomo possono scatenarsi le forze più oscure, capaci di giungere a programmare sistematicamente l’annientamento del fratello, a considerarlo un nemico, un avversario, o addirittura individuo privo della stessa dignità umana". Così stamane Papa Francesco ricevendo in udienza il Sinodo Patriarcale della Chiesa Armeno-Cattolica
"Qualcuno osa dire quasi per giustificarsi che è stato un errore farli venire al mondo, ma questo è vergognoso, non scarichiamo sui bimbi le nostre colpe, per favore, i bambini non sono mai un errore". E' il durissimo monito lanciato stamane da Papa Francesco, nel corso dell'udienza generale dedicata ai bambini.
Spira il vento del cambio della guardia in tre delle più importanti diocesi italiane. Nei prossimi mesi con molta probabilità gli Arcivescovi di Bologna e Palermo ed il Cardinale Vicario di Roma lasceranno i propri incarichi per raggiunti limiti di età.
“Cristo è risorto! Ripetiamolo con le parole, ma soprattutto con la testimonianza della nostra vita. La lieta notizia della Risurrezione dovrebbe trasparire sul nostro volto, nei nostri sentimenti e atteggiamenti, nel modo in cui trattiamo gli altri.” Papa Francesco rilancia così l’annuncio della gioia di Pasqua prima della preghiera del Regina Coeli che per il periodo pasquale sostituisce l’ Angelus di mezzogiorno. “La fede nella risurrezione di Gesù, ha detto il Papa, e la speranza che Egli ci ha portato è il dono più bello che il cristiano può e deve offrire ai fratelli.”
E’ stata una Pasqua speciale quella dei cristiani di Erbil. Nonostante la minaccia incombente di una guerra continua fatta di attentati e razzie, nonostante che molti abbiano lasciato la casa e la loro vita quotidiana per poter sopravvivere magari in un campo profughi, la Pasqua è stata una occasione per rendere grazie. La celebrazione della veglia infatti si è conclusa con la distribuzione dei rosari inviati dal Papa e delle colombe che Francesco ha fatto arrivare in Iraq grazie al cardinale Fernando Filoni, prefetto di Propaganda Fide. Quella del cardinale è stata la seconda missione in Iraq a nome del Papa, segno di una vicinanza continua. Filoni era arrivato il 30 marzo per trascorrere la Settimana Santa con migliaia di cristiani caldei sfollati per sfuggire alla violenze dell Isis.
Il messaggio pasquale ai popoli e alle nazioni è un'occasione per tutti i Papi per invocare la pace sul mondo. E anche Francesco non ha mancato di farlo dalla Loggia centrale della Basilica Vaticana.
In questa Notte di veglia è Dio il primo a vegliare. Lo fa salvando il popolo di Israele dalla schiavitù in Egitto, lo fa facendo “passare Gesù attraverso l’abisso della morte e degli inferi”. Con queste parole il Papa ha aperto l’omelia nel corso della Veglia Pasquale in San Pietro.
“In Te vediamo ancora oggi i nostri fratelli perseguitati, decapitati e crocifissi per la loro fede in Te sotto i nostri occhi o spesso con il nostro silenzio complice”. Così Papa Francesco nel breve discorso con cui ha concluso il rito della Via Crucis del Venerdì Santo al Colosseo.
L’immagine del Papa prostrato dinanzi alla Croce ha aperto la celebrazione della Passione del Signore nella Basilica di San Pietro. Come ogni Venerdì Santo, al termine della lettura del Passio, l’omelia è stata affidata a Padre Raniero Cantalamessa, Predicatore della Casa Pontificia.
“Sua Santità condanna questo atto di brutalità insensata e prega per una conversione del cuore tra i suoi autori” ed è “profondamente addolorato per la perdita immensa e tragica di vite umane causata dal recente attacco al Garissa University College”.
Terzo inizio di triduo pasquale in un carcere per Papa Francesco. Questa volta è la cappella del Padre Nostro di Rebibbia ad ospitare la messa “in Coena Domini”, primo atto dei giorni che commemorano la passione in vista della Pasqua. Il Papa ha lavato i piedi a dodici detenuti e detenute dei penitenziari di Roma, ripetendo il gesto compiuto da Gesù agli Apostoli; ma “voi rappresentate loro”, ha detto il Papa indicando gli altri presenti nella cappella.
La messa crismale non è parte del Triduo Pasquale, ma in un certo senso ne è la porta. Ogni vescovo riunisce i sacerdoti della sua diocesi e benedice gli olii sacri che nell’anno serviranno per l’amministrazione dei Sacramenti. É come una vigilia, perché l’unico giorno di Pasqua che è il Triduo, inizia alla sera, e allora è bello che i sacerdoti siano con Gesù fin dal mattino, pronti ad accompagnarlo in questo insolito unico giorno. Lo fa anche il Papa, vescovo di Roma. Papa Francesco, come i suoi predecessori, sceglie San Pietro e non la cattedrale di San Giovanni per significare la universalità del papato.
Sono 2500 e vengono da 200 università di ogni parte del mondo. Questa mattina erano in udienza da Papa Francesco. Sono i ragazzi di UNIV 2015 Il Papa li ha salutati con le parole di San Josemaria Escrivà invitandoli “a crescere nell’amicizia con il Signore, perché quello che serve non è una vita comoda ma un cuore innamorato”. La delegazione di universitari dell’Univ 2015 ha portato a Papa Francesco un quadro della fuga in Egitto della Sacra Famiglia per mostrare la loro vicinanza ai cristiani perseguitati in varie parti del mondo. Durante il Forum studenti e studentesse hanno fatto una colletta per aiutare i cristiani perseguitati in Medio Oriente che verrà destinata ai rifugiati del Libano subito dopo l’udienza abbiamo incontrato Filippo Longhi portavoce di Univ: "é una storia molto bella di un incontro che si fa ogni anno nella Settimana Santa, l’idea l’ha avuta un santo, Josemaria Escriva, che volle radunare i giovani di tutto il mondo, e infatti arriviamo da 200 università, e Pasqua ci riuniamo come una famiglia intorno al Papa.”
Il triduo pasquale “centro della fede e della vita della Chiesa” e “occasione per entrare pienamente nel mistero della morte e risurrezione di Gesù”.