I Vescovi italiani ribadiscono la disponibilità all’accoglienza dei profughi ucraini e invocano un iter veloce di riconoscimento della protezione temporanea. Lo ha detto oggi a Roma il Segretario Generale della CEI Monsignor Stefano Russo, al termine del Consiglio permanente di primavera.
Il problema è prima di tutto l’approccio. Perché è vero che la Chiesa deve affrontare i problemi del tempo – dalle transizioni ecologica e digitale alla povertà e la guerra -, ma è anche vero che l’atteggiamento non può essere quello di una qualunque organizzazione. La Chiesa non può prendere semplicemente le sfide del mondo. Deve portare al mondo un qualcosa di nuovo. Deve proclamare la fede.
Per Papa Francesco è “insopportabile vedere quello che è successo e sta succedendo in Ucraina”, una “guerra vergognosa” che prova proprio la presenza di una cultura “di potere e sopraffazione”. Ma purtroppo – aggiunge – “questo è il frutto della vecchia logica di potere che ancora domina la cosiddetta geopolitica”. Papa Francesco affronta il tema della guerra in Ucraina incontrando il Centro Italiano Femminile, unito nella 31esima assemblea elettiva. E alle donne il Papa affida il mandato di formare ad una nuova prospettiva, una nuova logica che parta dalla cultura della cura. “Voi potete cambiare il sistema”, dice Papa Francesco alle donne.
Di fronte all’interesse dei giovani per l’ecologia, e al fatto che la mentalità mondana “inquina anche l’ecologia e la rende ideologica e superficiale”, è possibile aprire un nuovo campo di educazione, fondato sull’orizzonte di Dio che “è quello di un’ecologia integrale, che tiene sempre insieme la dimensione ambientale e quella sociale, il grido della Terra e il grido dei poveri”. Lo dice Papa Francesco incontrando i Fratelli Maristi riuniti in conferenza generale.
Sono davvero tante le diocesi italiane che in questi giorni stanno inviando lettere, inviti, richieste ai propri fedeli per farli aderire all’invito del Papa, rivolto in particolare ai vescovi e ai sacerdoti di tutto il mondo, affinché si uniscano a lui il 25 Marzo, quando consacrerà al Cuore Immacolato di Maria la Russia e l’Ucraina.
Sembrava il favorito fino a poco tempo fa, ma oggi il Cardinale Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo metropolita di Bologna, non è più l’unico a correre per la presidenza della Conferenza Episcopale Italiana. Il 7 aprile prossimo, infatti, il Cardinale Gualtiero Bassetti compirà 80 anni e a maggio l’Assemblea Generale dei Vescovi presenterà al Papa la terna di nomi per la sua successione.
Ad un anno esatto dalla dichiarazione di guerra dell’Austria-Ungheria alla Serbia che diede il via al primo conflitto mondiale, Papa Benedetto XV il 28 luglio 1915 scriveva l’esortazione apostolica Allorchè fummo chiamati, rivolta ai popoli in guerra ed ai loro governanti.
Un pallido sole illumina le strade, un debole indizio che forse la stagione sta cambiando. Un calore fragile, una promessa di nuova vita, in questo tempo che è ancora inverno e che è stato, ed è, cupo, carico di angoscia.
Nella sua guida alle stazioni quaresimali del 1588, Pompeo Ugonio dice che la ventiduesima stazione è “Mercordì dopo la terza Domenica di Quadragesima a san Sisto”. Si tratta di una chiesa davanti alle terme di Caracalla con annesso un convento di suore domenicane.
Nei giorni 28 e 31 marzo Papa Francesco incontrerà singolarmente le delegazioni dei popoli indigeni canadesi, accompagnati dai propri Vescovi, per ascoltare le loro testimonianze. Lo ha riferito Matteo Bruni, Direttore della Sala Stampa della Santa Sede.
L’ultima volta che ci fu una consacrazione al Cuore Immacolato di Maria fu esattamente due anni fa, quando 24 Paesi si consacrarono al Cuore Immacolato di Maria per chiedere la fine della pandemia (tra cui la Romania, per la prima volta). La consacrazione della Russia e dell’Ucraina al Cuore Immacolato di Maria che Papa Francesco terrà il prossimo 25 marzo ha, però, un senso simbolico importante. Non solo perché si chiede la fine di una guerra scoppiata nel cuore dell’Europa. Ma perché si ripercorre la richiesta che fece la Madonna a Fatima, e si unisce a questa richiesta l’Ucraina. Una scelta che segna ancora di più il legame storico tra i due Paesi.
Il Motu Proprio “Assegnare alcune competenze”, in vigore dal 15 febbraio 2022, al proposito delle intenzioni delle Sante Messe così dispone: «La riduzione degli oneri delle Messe, da farsi soltanto per causa giusta e necessaria, è riservata al Vescovo diocesano e al Moderatore supremo di un Istituto di Vita Consacrata o di una Società di Vita Apostolica clericali».
Quello di Papa Francesco in Sud Sudan sarà un viaggio ecumenico, perché il Papa accompagnato dal primate anglicano Justin Welby e dal moderatore della Chiesa di Scozia Jim Wallace. Un chiaro segnale che il movimento ecumenico, che larga parte ha avuto anche nella nascita del Paese nel 2012, è in prima linea nell’impegno della pace. E così, non poteva che essere ecumenico il motto del viaggio del Papa in Sud Sudan: “Prego perché tutti siano una cosa sola”.
Una Ave Maria per le vittime della guerra, con la consapevolezza che “non c’è vittoria nella guerra. Tutto è sconfitta”. Il saluto e il ringraziamento alla Polonia, che accoglie i rifugiati, e l’auspicio che “l’atto di consacrazione dei popoli al Cuore Immacolato di Maria porti la pace al mondo intero”. L’invito ai polacchi di unirsi all’atto di consacrazione, anche perché a Fatima ci sarà il Cardinale Konrad Krajewski come inviato del Papa per consacrare da lì dove tutto ebbe inizio.
Di fronte ad una società sempre più politicamente corretta, che non ci permette di considerare il valore degli anziani, siamo chiamati a renderci conto che invece anche la trasmissione della fede ha bisogno di una storia vissuta, perché altrimenti “difficilmente può attirare a scegliere l’amore per sempre, la fedeltà alla parola data, la perseveranza nella dedizione, la compassione per i feriti e avviliti”. Ma la testimonianza deve essere leale, altrimenti è ideologica, è propaganda, è un tribunale in cui si condanna il passato. E lancia l’idea di un ascolto degli anziani negli itinerari di catechesi.
"Ci troviamo a Bosco, quasi protetti da queste mura, però è drammatico il momento che stiamo vivendo. C’è una follia che sta prendendo apparentemente il sopravvento. E a questa follia come si risponde? Penso con la follia di Dio". A pronunciare queste parole è il vescovo ausiliare di Perugia-Città della Pieve monsignor Marco Salvi, sabato 19 marzo, solennità di san Giuseppe, intervenendo a Bosco, frazione di Perugia, alla cerimonia inaugurale del Centro d’Ascolto della Caritas interparrocchiale dell’Unità pastorale “20” intitolato a “San Giuseppe”.
“È trascorso quasi un mese dall'inizio della guerra in Ucraina che sta causando sofferenze ogni giorno più terribili a quella martoriata popolazione minacciando anche la pace mondiale.
Ci sarà anche una Messa non lontana dal luogo dell’agguato all’ambasciatore italiano Luca Attanasio nel programma del viaggio di Papa Francesco in Repubblica Democratica del Congo e Sud Sudan. Il Papa, che sarà nei due Paesi africani dal 5 al 7 luglio, passerà così nella regione di Goma, dove venne ucciso l’ambasciatore Attanasio, il carabiniere Vittorio Iacovacci e Mustapha Milombo, tutti parte del convoglio del World Food Programme finito nel mirino dei miliziani, che avrebbero aperto il fuoco perché Attanasio e compagni non potevano pagare i 50 mila dollari di lasciapassare richiesti.
“La religione non può essere usata come mezzo per giustificare questa guerra. Tutte le religioni, e noi come cristiani, siamo uniti nel condannare l'aggressione russa, i crimini che vengono commessi contro il popolo dell'Ucraina e la blasfemia che rappresenta l'uso improprio della religione in questo contesto”.
Pietà popolare, folclore e paesaggi acerrani nella mostra Poesia della pittura al museo diocesano di Acerra. Organizzata dalla diocesi di Acerra, attraverso il Museo ecclesiastico diffuso, in collaborazione con il Museo civico di Pulcinella e della Civiltà contadina, l’esposizione è stata inaugurata venerdì 18 marzo alle ore 16.30 dal vescovo Antonio Di Donna e rimarrà visitabile fino al primo maggio.