Saranno sette i giorni di ricovero di Papa Francesco al Policlinico Gemelli, in quello che scherzosamente Giovanni Paolo II chiamò il Vaticano III. Il Papa sta bene dopo l'operazione al colon del 4 luglio, e prosegue la sua degenza, comunica la Sala Stampa della Santa Sede. Intanto, arriva anche la vicinanza della CEI.
Dopo l'operazione al colon di ieri, la diocesi di Roma si stringe intorno a Papa Francesco con "affetto e preghiere", si legge in una nota diramata dal Vicariato di Roma.
Quando nel 1936 iniziarono i lavori di demolizione della “Spina di Borghi” la gente di Roma non fu felice. Basta citare una frase di un romano famoso Alberto Sordi che ricorda “Avevo quattro anni quando vidi per la prima volta San Pietro e fu proprio per il Giubileo del 1925.
“Papa Francesco ricoverato nel pomeriggio al Policlinico Gemelli, è stato sottoposto in serata all’operazione chirurgica programmata per stenosi diverticolare del sigma. Il Santo Padre ha reagito bene all’intervento condotto in anestesia generale ed eseguito dal Professor Sergio Alfieri”. Lo afferma il Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, in un comunicato diffuso poco dopo le 23.40.
Papa Francesco è stato ricoverato presso il Policlinico Gemelli di Roma per subire un intervento chirurgico programmato per una stenosi diverticolare sintomatica del colon. Lo ha annunciato la Sala Stampa della Santa Sede.
"La comunità dei fedeli cattolici aspetta l’arrivo del Santo Padre con grande gioia e affetto. Preghiamo perché la Sua visita sia per noi segno di speranza e di nuovo inizio con il miglioramento della situazione della pandemia". Così il Cardinale Peter Erdo, Arcivescovo di Budapest e Primate d'Ungheria, commentando l'annuncio dato dal Papa stamane circa la visita a Budapest e in Slovacchia.
Il tema dell’incredulità è al centro della riflessione offerta stamane ai fedeli da Papa Francesco in occasione della recita dell’Angelus.
Il brano di Vangelo di oggi, soprattutto le parole che Gesù pronuncia dopo il rifiuto dei suoi concittadini - Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria - richiama un’affermazione del prologo del Vangelo di San Giovanni: E’ venuto nella sua casa e i suoi non lo hanno accolto. Gesù, dunque, viene respinto dalle poche persone che abitavano Nazareth, ma nel loro atteggiamento è possibile vedere le resistenze, le opposizioni e il rifiuto che la persona di Cristo ha incontrato nel corso dei secoli e continua ad incontrare da parte delle persone e delle istituzioni.
Un viaggio in Germania, per celebrare i 100 anni di relazioni diplomatiche iniziate con l’apertura della nunziatura a Berlino guidata dall’allora arcivescovo Eugenio Pacelli, che poi sarà Papa con il nome di Pio XII. Il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, è stato a Berlino, ha celebrato Messa, ha incontrato il presidente Steinmeier e il Cancelliere Angela Merkel, ma anche il ministro degli Esteri che – come aveva già fatto in Vaticano – ha puntato il dito sul dramma degli abusi nella Chiesa.
Dopo aver unito in persona episcopi le diocesi di Assisi e Foligno solo pochi giorni fa, stamane il Papa ha preso una decisione analoga per Oristano e Ales-Terralba.
Il Presidente del Tribunale Vaticano ha disposto stamane la citazione a giudizio degli imputati nell’ambito della vicenda legata agli investimenti finanziari della Segreteria di Stato a Londra. Il processo avrà inizio il 27 luglio.
La Santa Sede sopprime il Movimento Apostolico nato 42 anni fa su iniziativa di Maria Marino a Catanzaro e poi sviluppatosi in Calabria ma anche in Italia ed in alcuni paesi del mondo.
Papa Francesco in vacanza a luglio: non ci saranno udienze generali, ma solo l'Angelus domenicale.
Moltiplicati all’infinito gli archi disegnano uno spazio che si dilata nell’anima, sollevata verso l’alto. Dentro il bianco e nero della fotografia il visitatore ritrova il mistero e il fascino di Cordoba e la sua moschea-cattedrale. Il labirinto-foresta di archi, pietra, linee in cui lo sguardo si trasforma profondamente in preghiera. Il viaggio tra le immagini è cominciato e sarà lungo, intenso, unico.
Trenta minuti di colloquio con Papa Francesco con l’aiuto di un interprete, e poi un vasto scambio in Segreteria di Stato vaticano su temi di geopolitica regionale e soprattutto sulla presenza dei cristiani nel Paese. Il Primo Ministro iracheno Mustafa al Khadimi visita il Vaticano a tre mesi dallo storico viaggio di Papa Francesco, facendo seguito quasi due mesi dopo alla visita del ministro degli Ester Fuad Mohammad Hussein.
Doveva essere un convegno sui vaccini in generale, è diventata una Tavola Rotonda (online, a causa della pandemia) sulle vaccinazioni. Un tema centrale, in era di pandemia, cui si arriva con due conclusioni: che l’accessibilità alle vaccinazioni deve essere garantita a tutti, e che la riluttanza vaccinale vada affrontata guardando ai problemi strutturali, con un programma che non riguardi solo i vaccini, ma anche le strutture che garantiscano igiene e prevenzione.
Sarà un Incontro Mondiale delle Famiglie “inedito”, che “favorirà il coinvolgimento delle comunità diocesane di tutto il mondo”. In un breve videomessaggio, Papa Francesco lancia il logo dell’Incontro Mondiale delle Famiglie, previsto a Roma nel giugno 2022.
“In questi giorni ho visto realizzarsi le parole del profeta Ezechiele. Invitato da un gruppo di giovani protagonisti dell’iniziativa diocesana ‘Passi di prossimità’, ho condiviso con loro alcune ore a servizio di persone afflitte dal disagio psichico.
“L'esperienza dell'emergenza sanitaria ancora di più e, per certi versi, in modo ancora più urgente, ha sollecitato il mondo della scienza a ripensare le prospettive della prevenzione, della terapia e della organizzazione sanitaria tenendo conto dei risvolti antropologici legati alla socialità e alla qualità delle relazioni tra familiari e, soprattutto, tra generazioni”.
Non è bastato il no del Senato, che ha addirittura rifiutato di discutere il disegno di legge di bioetica approvato dall’Assemblea Nazionale. Perché, alla fine, la stessa Assemblea Nazionale ha approvato la loi bioetique lo scorso 29 giugno, con un testo che ha la maggioranza tra i deputati, ma di certo non riscontra “l’ampio consenso” di cui si avrebbe bisogno per questi tipi di scelte. Ed è per questo che i vescovi francesi chiedono “una moratoria” sui temi della bioetica. Fermarsi e riflettere, insomma, prima di scendere nel piano inclinato e scosceso della cultura della morte.