Al termine di una plenaria arrivata a un mese dalla pubblicazione del rapporto CIASE che dettagliava la situazione degli abusi in Francia, i vescovi francesi hanno preso le prime decisioni per rispondere agli abusi: stabiliranno un fondo per compensare le vittime, finanziato con la vendita di alcuni immobili della Conferenza Episcopale, ma allo stesso tempo hanno chiesto “al Papa, dal quale deriva la loro missione, di inviare una equipe di visitatori per valutare questa missione in materia di protezione dei minori e per dare, se necessario, il seguito dopo la loro visita”.
Il 5 novembre 1956 moriva il Cardinale francese Jules Geraud Saliège, Arcivescovo di Tolosa dal 1928 alla morte.
Il 22 ottobre è il giorno della memoria di San Giovanni Paolo II. Ed è stata a lui consacrata una novena proclamata dai vescovi di Inghilterra e Galles per pregare contro l’approvazione della legge dell’eutanasia, che andava in seconda lettura alla Camera dei Lord proprio il 22 ottobre. La legge è poi passata in quella seconda lettura, anche se ci sono anche altri passaggi da fare perché diventi ufficiale. E anche i vescovi continuano a combattere per non trascinare il Regno Unito sul piano inclinato delle leggi pro-morte, come è successo in altri Paesi Europei.
Non è ancora finita, perché c’è una ulteriore possibilità di appello. Ma la decisione del 12 ottobre della Corte Europea dei Diritti Umani che ribadisce che no, la Santa Sede non può essere messa sul banco degli imputati per gli abusi sul clero, è comunque da considerare. Perché i casi di abuso hanno portato, da più parti, proprio all’idea di denunciare la Santa Sede, e persino di portare a testimoniare il Papa, o di considerare il Papa come responsabile perché i sacerdoti sarebbero suoi dipendenti. Era una strategia degli avvocati di creare clamore mediatico, forse, e cercare comunque di ottenere il massimo di risarcimenti. Ma, in questa strategia, si trova anche nascosto un attacco alla sovranità della Santa Sede.
Alla fine, l’arcivescovo Eric de Moulins-Beaufort di Reims, presidente della Conferenza Episcopale Francese, è dovuto persino andare a parlare con il ministro dell’Interno Gerald Darmanin, per chiarire la sua posizione riguardo il segreto della confessione e poi dichiarare, ancora una volta, la sua vergogna per lo scandalo degli abusi. Addirittura, nel sito della Conferenza Episcopale Francese si legge che la risposta del presidente dei vescovi è stata “goffa”, mentre l’opinione pubblica sembra ancora sgomenta dalle cifre degli abusi pubblicai dal rapporto CIASE la scorsa settimana.
Comincia da oggi il periodo di riflessione del Cardinale Rainer Maria Woelki, arcivescovo di Colonia, che entra in periodo spirituale come deciso con il Papa dopo essere finito anche lui nel vortice della gestione degli abusi. Sebbene il rapporto sull’arcidiocesi di Colonia non abbia mostrato responsabilità personali del Cardinale, si è deciso comunque che lui prenda un periodo di pausa, lontano dagli impegni pastorali e di governo. Al suo posto, come amministratore apostolico sede plena,il vescovo Rolf Steinhäuser, vescovo ausiliare.
“Nessuno tema il Vangelo di Gesù”. È un grido che risuona forte, nel messaggio dei presidenti delle Conferenze Episcopali Europee ai popoli di Europa. Nell’assemblea dei cinquanta anni, che segna anche un necessario cambio generazionale con una nuova presidenza, i vescovi concludono la loro assise con un appello ai popoli di Europa di non temere il Vangelo, ma anzi di riscoprirne le radici.
Per la prima volta il CCEE è guidato da un arcivescovo europeo che non è nato sul suolo europeo. Per la successione del Cardinale Angelo Bagnasco alla guida del Consiglio delle Conferenze Episcopali di Europa i vescovi hanno scelto l’arcivescovo Gintaras Grušas di Vilnius, nato a Washington nel 1961 nella diaspora lituana. Ad affiancarlo come vicepresidenti il Cardinale Jean-Claude Hollerich, arcivescovo di Lussemburgo, ma anche presidente della COMECE e relatore generale del prossimo sinodo dei vescovi; e il vescovo László Német, presidente della Conferenza Episcopale dei Santi Cirillo e Metodio, che raggruppa i vescovi di Serbia, Montenegro, Kosovo e Macedonia del Nord.
L’Europa “deve ritrovare se stessa”, il suo “posto nella storia”, deve diventare una “Europa dello spirito”, perché il più grande frutto della civiltà europea sta proprio in quella “concezione altissima della persona umana che non è affidata alle maggioranze, ma è custodita da Dio”. E questo non deve far paura, perché il criterio della vera laicità sta proprio nel Vangelo.
Il Cardinale Rainer Maria Woelki rimane Arcivescovo di Colonia. Lo ha deciso il Papa, concedendo al porporato alcuni mesi di pausa e riflessione, che durerà fino al prossimo 1° marzo. L’Arcidiocesi tedesca sarà temporaneamente guidata dal Vescovo ausiliare Rolf Steinhäuser. La notizia è stata diffusa dalla Nunziatura Apostolica a Berlino.
La legge sull’aborto in Inghilterra, Galles e Scozia stabilisce il limite massimo per l’aborto a 24 settimane, a meno che “non vi sia un rischio sostanziale che se il bambino fosse nato soffrirebbe di anomalie fisiche e mentali tali da essere gravemente handicappato”. Tra queste anomalie, la Sindrome di Down. Heidi Crowter, 26 anni, con sindrome di Down, ha allora intentato causa contro il governo di Londra, affermando che la legislazione non rispettava la sua vita. Ma il suo ricorso è stato respinto.
Il 22 settembre 1921, esattamente un secolo fa, moriva il Cardinale francese Auguste René Marie Dubourg , Arcivescovo di Rennes.
Papa Francesco nel suo videomessaggio ai partecipanti alla conferenza sulla tutela dei minori nelle Chiese dell'Europa Centro-Orientale,
L'Arcivescovo greco-cattolico di Prešov, in Slovacchia, Monsignor Ján Babjak è risultato positivo al Covid-19: il presule ha concelebrato la Divina Liturgia con Papa Francesco martedì scorso durante la visita del Pontefice nel Paese.
Circa 4.500 dimostranti sono intervenuti sabato scorso a Berlino alla XVII edizione della Marcia per la vita. La manifestazione a favore della vita più grande ed importante della Germania è stata organizzata dall’Unione federale per il diritto alla vita (Bundesverband Lebensrecht, BVL) e da quindici altre organizzazioni prolife per ribadire la contrarietà all’aborto e al suicidio assistito.
Presso la Spianata del Santuario Nazionale della Beata Vergine Maria dei Sette Dolori, a Šaštin, Papa Francesco celebra la sua ultima Messa in Slovacchia. E' l'ultimo appuntamento prima di tornare a Roma. "In questo Santuario nazionale di Šaštín, il popolo slovacco accorre, con fede e devozione, perché sa che è Lei, Maria, a donarci Gesù. Nel logo di questo Viaggio Apostolico c’è una strada disegnata dentro un cuore sormontato dalla Croce: Maria è la strada che ci introduce nel Cuore di Cristo, che ha dato la vita per amore nostro", dice subito il Papa nella sua omelia.
Papa Francesco incontra la comunità Rom a Luník IX. Luník è uno dei 22 distretti della città di Košice, nel quale vive la più alta densità di popolazione Rom in Slovacchia. Oggi la zona è abitata da circa 4.300 Rom e i problemi alle infrastrutture sono notevoli. Ed è qui che la Famiglia Salesiana ha deciso di portare la sua missione.
“Agli occhi del mondo la croce è un fallimento. E anche noi rischiamo di fermarci a questo primo sguardo, superficiale, di non accettare la logica della croce; non accettare che Dio ci salvi lasciando che si scateni su di sé il male del mondo. Non accettare, se non a parole, il Dio debole e crocifisso, e sognare un dio forte e trionfante. È una grande tentazione. Quante volte aspiriamo a un cristianesimo da vincitori, a un cristianesimo trionfalistico, che abbia rilevanza e importanza, che riceva gloria e onore. Ma un cristianesimo senza croce è mondano e diventa sterile”. Lo ha ricordato Papa Francesco, stamane a Prešov, presiedendo la Divina Liturgia Bizantina.
La piazza Rybné námestie una volta vedeva vicine la cattedrale di San Martino e la sinagoga Neolog, demolita nel 1969 dal governo comunista, insieme all’intero ghetto, per far posto al Ponte dell’Insurrezione nazionale slovacca, noto anche come Ponte Nuovo.
Una visita tutta pastorale quella che ha aperto il pomeriggio di Papa Francesco a Bratislava. La visita al Centro Betlemme delle Suore Missionarie della Carità è sta segnata da abbracci e sguardi Nel centro si trovano riuniti i senzatetto assistiti dalle Suore della Congregazione di Madre Teresa.