Ci sono sempre quattro cavalieri del Santo Sepolcro a vegliare la Corona di Spine quando questa è esposta alla venerazione. E ci saranno ogni venerdì del mese, dal 10 gennaio al 18 aprile, per questo lungo “rinascimento” di Notre Dame de Paris che dura fino a Pentecoste, a partire dal 13 dicembre, quando la Corona di Spine, dopo il lungo “esilio” di cinque anni a seguito dell’incendio nella cattedrale di Parigi, è tornata a casa.
Il terzo ed ultimo appuntamento del Papa in Corsica è la celebrazione della Messa nella Place d’Austerlitz, ad Ajaccio, in occasione della III Domenica di Avvento.
Voglio dirvi “grazie perché ci siete, con la vostra vita donata; grazie per il vostro lavoro, per l’impegno quotidiano; grazie perché siete segno dell’amore misericordioso di Dio e testimoni del Vangelo. E dal grazie passo subito alla grazia di Dio, che è il fondamento della fede cristiana e di ogni forma di consacrazione nella Chiesa”. Lo ha detto il Papa parlando con i Vescovi, i Sacerdoti, i Diaconi, i Consacrati e le Consacrate e i Seminaristi nella Cattedrale di Ajaccio, secondo appuntamento della sua breve visita in Corsica. Al termine del discorso la recita dell’Angelus.
Nove colpi di pastorale sul grande portone del Giudizio Universale, tre volte tre, prima che la cattedrale, dopo che dal suo interno era risuonato il Totus Tuus composto da Henryk Gorecki nel 1987 per la visita di Giovanni Paolo II in Polonia, aprisse le porte, ritornando a splendere per la prima volta dopo cinque anni.
Il campanello di allarme è stato l’incendio che ha devastato la cattedrale di Notre Dame a Parigi nell’aprile 2019, che sarà riaperta solo oggi. Ma poi c’è stato l’incendio della cattedrale di Nantes, e quindi anche quello della storica chiesa di St. Omer e per finire quello della cattedrale di Rouen nel 2024. Nel 2020, dopo l’incendio di Notre Dame, alcuni dati parlavano di 21 incendi in chiese francesi in due anni. C’era bisogno, insomma, di guardarsi intorno, di comprendere il valore del patrimonio religioso francese, e di decidere come preservarlo. Da qui, l’avvio degli Stati Generali del Patrimonio Religioso.
Il 15 novembre, dopo una novena durante la quale ha vagato per Parigi, la statua trecentesca della Vergine con il Bambino è tornata a Notre Dame, al termine di una suggestiva processione con fiaccolata partita dalla piazza di Saint-Germain-l’Auxerrois. Era rimasta immacolata, nonostante fossi a pochi metri dalle pietre annerite dall’incendio. Così, dopo il ritorno delle campane, e i primi rintocchi che hanno finalmente dato all’Ile de la Cité, dove si trova la cattedrale di Parigi, anche il panorama sonoro dei tempi più belli, il ritorno della statua rappresenta il penultimo atto prima della riapertura della cattedrale il prossimo 8 dicembre.
C’era ancora una chiesa in Germania
A cinque anni dall’incendio che colpì Parigi e la Francia come un pugno in pieno viso, Notre Dame de Paris, la cattedrale di Parigi, un simbolo dell’unità nazionale, viene riaperta al culto. Tutto è pronto per la celebrazione dell’8 dicembre, quando l’arcivescovo di Parigi Laurent Ulrich riconsegnerà la cattedrale ai parigini. I lavori, in quel momento, non saranno del tutto terminati, ma sarà già visibile una cattedrale rinnovata nei colori, più ariosa, ma tutto sommato sempre lo stesso cuore spirituale della Francia.
Un viaggio di dieci giorni in Francia, su invito della Conferenza Episcopale Francese, non per portare il dramma della guerra, ma piuttosto per portare la speranza nel mezzo di una situazione difficile. Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa Greco Cattolica Ucraina, ha concluso il 5 novembre una lunga visita ufficiale che lo ha portato ad avere i massimi incontri istituzionali (con il presidente Macron, con il ministro dell’Interno Retailleau, con il ministro degli Esteri Barrot), ma anche e soprattutto ad incontrare le comunità greco cattoliche ucraine in Francia e a prendere contatto con una Chiesa di Francia che si sente molto vicina al popolo ucraino.
I documentari che ne parlano, raccontano dello “Sconosciuto padre Kozma”, o ricordano la sua frase “La vita è fatta per essere donata”. Ma padre Imre Kozma, scomparso lo scorso 17 ottobre all’età di 85 anni, era molte cose tutte in una persona. Una sorta di personaggio leggendario in Ungheria, dove inventò il ponte per i rifugiati provenienti dalla Germania dell’Est, una operazione che coinvolse decine di migliaia di persone. Era fondatore del Servizio di Beneficenza ungherese dell’Ordine di Malta . È stato arrestato e interrogato più volte dal governo comunista.
La diocesi di Pécs, nel sud dell’Ungheria, ha più di mille anni. È una comunità che si è rafforzata nelle vicissitudini storiche, che vive profondamente il suo essere varia, che ha una vibrante vita culturale. Ed è lì che, nel novembre del 2020, è arrivato László Felföldi come vescovo.
Il cardinale Vincent Nichols, Arcivescovo di Westminster, e gli altri vescovi di Inghilterra e Galles chiedono a tutti i cattolici di aderire alla adorazione di un’ora del Santissimo Sacramento che si terrà nel corso della riunione della Conferenza Episcopale di Inghilterra e Galles mercoledì 13 novembre alle 17.30. Tutti pregheranno per la difesa della dignità della vita umana e per sostenere una cultura della vita nel Regno Unito.
Non deve essere un percorso facile, quello della riconciliazione. Specialmente se di mezzo c’è un trattato di pace che ha creato non poche controversie, territori i cui confini non raccontano le popolazioni, e una storia comune che però è quella comunista, che in fondo non fa altro che dividere, piuttosto che unire. Eppure, Romania e Ungheria hanno avviato da tempo un percorso comune, con una riunione annuale dei Consigli Permanenti dei vescovi di entrambe le nazioni.
Perché Papa Francesco ha inviato un commissario pontificio plenipotenziario speciale per la Basilica di Torreciudad e dintorni? Perché il santuario è da anni al centro di un conflitto tra la diocesi e l’Opus. La diocesi di Barbastro-Monzon aveva infatti concesso contrattualmente i diritti all’uso del monastero nel 1962, ma ora l’attuale vescovo vorrebbe ribaltare la situazione annullando il contratto.
Ritorna la Vergine a Notre Dame, con una novena che toccherà la cattedrale di Parigi dal 7 al 15 novembre. E sarà una delle ultime attività nella cattedrale restaurata, che riaprirà il prossimo 8 dicembre. A inizio settembre, sono tornate anche le campane della cattedrale di Parigi, colpita da un incendio il 15 aprile 2019.
In una relazione densa, padre Cristian Barta, decano della Facoltà di Teologia Greco-Cattolica dell'Università Babeș-Bolyai, ha spiegato “Fraternità e umanità nel rapporto tra vescovi e sacerdoti” durante l’incontro annuale dei Vescovi Orientali, organizzato quest’anno dal Consiglio delle Conferenze Episcopali di Europa (CCEE) ad Oradea, in Romania.
C’è stato chi, per diverso tempo, abbia dibattuto se l’UC Louvain dovesse mantenere la C del suo nome. Ovvero, se potesse ancora dirsi cattolica. Succedeva nemmeno troppo tempo fa, quando nel 2016 l’Università sospendeva i corsi di un suo professore reo – come fa Papa Francesco oggi - di aver sottolineato a lezione che “l’aborto è un omicidio”, oppure quando nel 2009 nei laboratori dell’università si cominciava a sperimentare su embrioni coltivati in vitro a condizione che questo non fosse fatto per scopo commerciale. Di certo, ora la domanda circolerà di nuovo, dopo il botta e risposta che c’è stato con Papa Francesco, il quale avrebbe, durante il suo discorso all’università lo scorso 28 settembre, ribadito una posizione riduttiva del ruolo della donna.
“Al mio rientro a Roma avvierò il processo di beatificazione di Re Baldovino. Che il suo esempio di uomo di fede illumini i governanti. Chiedo che i vescovi belgi si impegnino per portare avanti questa causa". Papa Francesco, dopo aver visitato la tomba del re che rifiutò di firmare la legge sull’aborto nel 1990, annuncia che darà una nuova spinta alla causa di beatificazione del re, iniziata nel 1995.
Il Vangelo del giorno è quello in cui Gesù dice che sarebbe meglio che chi scandalizza uno dei piccoli metta una macina da mulino al collo e sia gettato in mare, ed è l’occasione per Papa Francesco di ricordare che “scandalizzare” significa “ostacolare il cammino dei piccoli” – e sono parole che non possono cadere nel vuoto in un Belgio scosso dallo scandalo degli abusi. Ma Papa Francesco conclude parlando di testimonianza, guardando ad un esempio silenzioso, Anna di Gesù, mistica carmelitana che per sua scelta non ha lasciato niente di scritto e che Papa Francesco ha beatificato oggi. E, soprattutto, il Papa chiede di riprendere in mano il Vangelo della misericordia per costruire un futuro degno.
A Louvain-la-Neuve, l’università cattolica lavora a pieno ritmo e gli studenti hanno preparato da diverso tempo le questioni da portare all’attenzione di Papa Francesco. E questi, che la visita ne penultimo giorno del suo viaggio in Belgio, ascolta con attenzione i temi preparati, resta colpito in particolare dalla questione che riguarda il futuro e l’angoscia, ma nota anche che è “violento e arrogante il male che distrugge l’ambiente e i popoli”. E mette in luce le grandi sfide, da quella dell’eugenetica a quella dei nuovi sviluppi dell’intelligenza artificiale, chiedendo di scegliere tra manipolare la natura o coltivare la natura. Con una sottolineatura: lo studio ha senso solo quando si cerca la verità.