Una crescita del 30 per cento in Francia e addirittura di quasi il doppio in Belgio: i catecumeni adolescenti e adulti che ricevono il Battesimo durante la notte di Pasqua aumentano nelle due nazioni forse più secolarizzate dell’Occidente, dimostrando un trend positivo che può avere molti significati.
Nel primo anno dopo l’incendio del 15 aprile 2019, la corona di spine posta sul capo di Gesù alla crocifissione si trovava ancora nella Sainte Chapelle della cattedrale di Notre Dame, ed era rimasta intatta. Come era rimasto intatto il frammento della corona di spinte posta nel gallo sulla cima della guglia di Notre Dame insieme ad una reliquia di Saint Denis e una di Santa Genoveffa, reliquie tutte rimaste intatte dall’incendio. Dopo, finito il tempo del COVID, la corona di spine è stata portata nella chiesa di Sainte Germaine l’Auxerrois. Ed è lì che i fedeli francesi la hanno potuta venerare fino a quest’anno, l’ultimo prima della riapertura prevista della cattedrale di Parigi, dove la corona di spine tornerà a dicembre.
Il primo atto dell’arcivescovo Tadeusz Wojda da presidente della Conferenza Episcopale di Polonia è stato quello di proclamare una novena di nove anni, per preparare al 2033, quando si celebrerà il duemillesimo anniversario della morte e Resurrezione di Gesù sulla falsariga dell’Anno Santo Straordinario proclamato da Giovanni Paolo II nel 1983. Un segno che i vescovi di Polonia hanno messo al primo posto dell’agenda lo sguardo su Gesù Cristo, e questo nonostante la crescente secolarizzazione, la situazione sociale e politica non facile ed anche la necessità di tenere dritta la barra della dottrina.
Roger Vangheluwe non è più vescovo e non è più nemmeno sacerdote. La nunziatura apostolica in Belgio ha informato il 21 marzo 2024 che Papa Francesco ha dimesso dallo Stato clericale il vescovo emerito di Brugge, 87 anni, che viveva fino ad ora nell’abbazia di Solesmes. Una decisione che arriva dopo la pressione mediatica, le nuove evidenze che tra l’altro il ministro della Giustizia belga aveva dichiarato di voler mettere a disposizione della Chiesa Cattolica, e infine una nuova indagine nel Dicastero della Dottrina della Fede.
Era da 340 anni, dalla morte di Filippo Mocenigo, che a Cipro non risiedeva un vescovo cattolico di rito latino. Dal 16 marzo, però, tutto è cambiato, perché padre Bruno Varriano, francescano dei frati minori, vicario del Patriarcato Latino di Gerusalemme a Cipro, è stato ordinato vescovo dal Cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme – concelebranti l’arcivescovo maronita di Cipro Selin Jean Sfeir e il Cardinale Fortunato Frezza. Così, dopo aver aperto finalmente una sede a Nicosia il 29 settembre 2022, ora la Chiesa cattolica di Cipro acquisisce ancora più peso.
Il piano inclinato della cultura della morte in Francia non ha fine. Dopo aver inserito nella Costituzione francese la libertà a poter abortire, il presidente Emmanuel Macron va a passi decisi verso una legge su quella che lui chiama “morte assistita”, ma che in realtà si configura come una vera e propria eutanasia, nonostante lui si nasconda dietro i termini. La definisce, in una intervista concessa ai quotidiani La Croix e Liberation, come una “via francese”. Ma i vescovi di Francia preparano la loro reazione.
Il Cardinale Franz König stabilì a Vienna la fondazione Pro Oriente sessanta anni fa, poco prima che i vescovi che partecipavano al Concilio Vaticano II adottassero il decreto sull’ecumenismo Unitatis Redintegratio. La fondazione, che ha svolto un dialogo pionieristico nel promuovere il dialogo tra le Chiese in Oriente e Occidente, compie sessanta anni. Quest’anno, ricorrono anche i venti anni dalla morte del Cardinale König.
In pochi lo ricordano, ma nel 2004 la Chiesa Ortodossa di Bulgaria visse uno scisma interno, con i riformisti che avevano addirittura occupato la sede del Santo Sinodo e la polizia che venne chiamata a sgombrare i protestanti. A mediare, ad aiutare a riportare le cose alla normalità, fu Neofit, che poi divenne il successore del Patriarca Maxim come capo della Chiesa Ortodossa di Bulgaria.
Forse non è l’ennesimo segno di una cultura “woke” che vuole cancellare il passato, a partire dalla cultura cristiana. Certo, però, è che fa effetto vedere, nel manifesto presentato per i Giochi Olimpici di Parigi 2024, la cattedrale di Des Invalides senza la croce cristiana posta sopra la cupola, sostituita da una barra dritta dall’artista francese Ugo Gattoni.
A Kyiv c’è una casa intitolata a Padre Pio. È gestita dai frati cappuccini, che hanno fatto proprio un programma specifico di terapia psicologica per le madri dei soldati morti in guerra sviluppato da un gruppo di psicoterapeuti ucraini a partire dal 2014, l’anno dell’annessione della Crimea da parte della Russia. E questo programma viene portato avanti nella casa, in un percorso residenziale per venti mamme che hanno perso il figlio in battaglia.
Papa Francesco ha accettato stamane la rinuncia di Monsignor Andrzej Franciszek Dziuba da vescovo di Łowicz, in Polonia.
L'arcivescovo di Valladolid, Monsignor Luis Argüello, è stato eletto ieri presidente della Conferenza episcopale spagnola. Subentra all'arcivescovo di Barcellona, Cardinale Juan José Omella, non rieleggibile per motivi di età. Il Cardinale Omella compirà 78 anni il prossimo 21 aprile.
I vescovi francesi si sono detti “rattristati” dalla decisione del Senato, e poi hanno lanciato una iniziativa di digiuno e preghiera. La Pontificia Accademia per la Vita ha sottolineato che “non esiste un diritto a sopprimere una vita umana”. Ma le parole più forti sull’inserimento nella Costituzione francese della garanzia della libertà per le donne di ricorrere all’aborto le ha dette un arcivescovo francese che ora non fa più l’arcivescovo, costretto a dimettersi a causa di una campagna stampa malevola che poi si è dimostrata, alla prova dei fatti e del tribunale, priva di fondamento. Perché l’arcivescovo Michel Aupetit, emerito di Parigi, non ha usato mezzi termini: “La Francia è diventato Stato totalitario”.
Un progetto di futuro, oltre allo sguardo alla realtà drammatica che si sta vivendo da ormai dieci anni, e da due anni in maniera ancora più drammatica. In occasione del secondo anniversario dell’aggressione su vasta scala della Russia sull’Ucraina, il Sinodo della Chiesa Greco Cattolica Ucraina dirama un lungo messaggio di 21 pagine, denso di speranza cristiana, ma senza nascondere la realtà che si sta vivendo. È proprio a partire da questa realtà che si devono costruire le nuove sfide della dottrina sociale della Chiesa, perché la guerra cominciata a bassa intensità con l’annessione della Crimea nel 2014 pone certo nuove sfide alla comprensione cristiana della guerra e della pace. E c’è spazio, nel testo, anche per una disamina della diplomazia pontificia, spiegata ad una popolazione che rischia di non comprendere il ruolo e il lavoro della Santa Sede.
Stamane il Papa ha accettato la rinuncia presentata dall’Arcivescovo Metropolita di Stettino, in Polonia, Monsignor Andrzej Dzięga.
Lo scorso gennaio in una intervista al settimanale cattolico tedesco Die Tagepost il cardinale Fernandez, prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede,
Il 2014 è l’anno del Maidan, dell’annessione della Crimea alla Russia, e delle autoproclamate repubbliche di Donbass e Luhansk al confine con la Russia. Ma questo decimo anniversario, che in Ucraina avrebbero voluto fosse celebrato con una pace duratura e un equilibrio ritrovato anche con l’ingombrante vicino russo, cade nel secondo anniversario dell’attacco su larga scala che la Russia ha lanciato contro l’Ucraina il 24 febbraio 2022. Ed è un decimo anniversario che sa di beffa, se si pensa che nel 2024 si celebra anche il trentesimo del Trattato di Budapest, con il quale l’Ucraina cedeva le sue testate nucleari alla Russia.
Mentre si infiamma il dibattito sull’introduzione del diritto all’aborto nella Costituzione, i vescovi francesi contano anche sulla posizione autorevole della Santa Sede. In Francia è stato dato molto risalto ad un editoriale dell’Osservatore Romano del 7 febbraio, considerato come una presa di posizione forte da parte della Santa Sede. Una posizione che ricalca quella dei vescovi francesi dello scorso 8 ottobre, che metteva in guardia dall’inclusione del diritto all’aborto nella carta costituzionale.
Non è ancora stato definito nei dettagli né ufficializzato (se non da parole del Papa) il viaggio che Papa Francesco dovrebbe compiere in Belgio, per festeggiare i 600 anni dell’Università di Lovanio – dal 1968 divisa in due entità, una di lingua francese e una di lingua neerlandese. Tuttavia, il viaggio potrebbe rivelarsi più complesso del previsto, considerando lo scoppio del caso Vangheluwe, la pressione mediatica sulla Santa Sede e persino le concessioni del nunzio che metterebbero a rischio la separazione tra Chiesa e Stato.
La riforma strutturale