È una Chiesa che vive il suo personale 11 settembre, colpita ancora una volta dallo scandalo degli abusi. Un 11 settembre che non butta giù le cattedrali come buttò giù le Torri Gemelle, non lascia morti e feriti sul campo di battaglia, ma lascia – questo sì – una Chiesa dall’anima ferita, desiderosa di purificazione. Un desiderio cui può rispondere l’opzione Benedetto. Opzione che ha seguito anche lo stesso Benedetto XVI, che, dal giorno della rinuncia, si “considera un monaco in preghiera per la sua Chiesa”.
Una delle sfide da affrontare nel prossimo sinodo per i giovani è la secolarizzazione.
La liturgia della Messa di questa domenica è un invito alla speranza, a confidare pienamente nel Signore. In un momento di grande oscurità politica, sociale e religiosa il profeta Isaia alza la sua voce per portare conforto al popolo eletto ed annunciare il gioioso ritorno alla patria: Dite agli smarriti di cuore: Coraggio! Non temete; ecco il vostro Dio…Egli viene a salvarvi. E il profeta annuncia prodigi che si compiranno pienamente con la venuta del Messia.
I vaticanisti lo sanno. Ogni volta che il Papa riceve un capo di stato in Vaticano o quando si reca in visita in un paese c’è uno scambio di doni. Oggetti d’arte o oggetti con un significato preciso.
La Sindone è lì dal 2000, completamente distesa nella teca lunga oltre cinque metri nella cappella del transetto sinistro del Duomo di Torino ristrutturata per permettere le adeguate conservazioni ambientali per la conservazione. E rimarrà lì anche a partire dal 27 settembre, quando sarà finalmente riaperta la Cappella della Sindone, l’architettura barocca concepita nel 1667 per “salire dentro la morte”.
Oggi siamo abituati a conoscere, almeno in linea generale, cosa leggono i Papi, come è composta la loro biblioteca privata, e libri che tengono sul comodino. Di Papa Francesco un quotidiano ha pubblicato anche i titoli che più ama rieditandone i volumi.
Il problema di una Chiesa che si “adatta troppo al mondo”, mentre ci vorrebbe “una minoranza creativa”, è al cuore del pensiero di Benedetto XVI, secondo padre Stephan Horn, coordinatore del Ratzinger Schuelerkreis, il circolo di ex studenti di Benedetto XVI che si riunisce dal 6 al 9 settembre a Castel Gandolfo.
Sono i giovani la speranza dei Paesi baltici, e non è un caso che il viaggio di Papa Francesco comincerà proprio con un grande happening di giovani, nella piazza della Cattedrale di Vilnius. Sarà il modo di tastare il polso della società del futuro.
Fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce. Questo proverbio è decisamente vero. Spesso le cose più belle che si vivono o si sentono accadono, in segreto e quasi sotto silenzio. Anche nella Sacra Scrittura si legge che la voce di Dio parlava come vento leggero.
C’era molta attesa per l’incontro tra il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo e il Patriarca di Mosca Kirill. Perché nell’incontro, che si è tenuto al Fanar di Istanbul il 31 agosto, si sarebbe anche discusso della possibile “autocefalia” concessa a due Chiese ortodosse in Ucraina che nono sotto il patriarcato di Mosca. Una questione tutta ortodossa, ma che poteva avere anche delle conseguenze nel dialogo ecumenico.
Con una omelia in tre lingue - latino, italiano e francese - Giovanni Paolo I inaugurava esattamente 40 anni fa - era il 3 settembre 1978 - il suo ministero petrino. Quella fu l’unica Messa pubblica celebrata dal Papa sul sagrato della Basilica Vaticana.
Nella basilica di Collemaggio, appena riaperta dopo il terremoto del 2009, L’Aquila ha celebrato il Perdono di san Pietro Celestino, secondo il testo della Bolla:
Nel brano di Vangelo di questa domenica ricorre diverse volte la parola “cuore”. Si tratta di un termine molto importante nella Sacra Scrittura, dove raramente indica l’organo fisico in quanto tale.
Cosa si aspettano Lituania, Lettonia ed Estonia da Papa Francesco? Prima di tutto, che venga a ravvivare la fede nelle loro nazioni. E, soprattutto, che aiuti a terminare la transizione dal sistema sovietico. Perché è da questa transizione che dipende il futuro dei loro Paesi, colpiti, tutti, da una fortissima emigrazione. Basti pensare, a titolo di esempio, che la popolazione lituana si è in pratica dimezzata nel corso degli ultimi dieci anni.
Il Papa tra i senza tetto in Irlanda e il suo dono, una icona di San Francesco. Un dono che viene da un dono.
Un boato e una nuvola di fumo e il tetto viene giù. Giovedi pomeriggio a Roma è crollato il tetto della chiesa di San Giuseppe dei falegnami.
Non è un caso che l’Estonia sia la più antica amministrazione apostolica del mondo. I numeri della Chiesa Cattolica, in fondo, sono esigui: 9 parrocchie, 14 sacerdoti, 2 religiosi e 20 religiose. E per cinquanta anni non c’è stato nemmeno un amministratore apostolico.
Se c’è una cosa che gli anni dell’ateismo di Stato non sono riusciti a sopprimere, è proprio la devozione popolare. Moltissimi i santuari dedicati a Maria. Ne dintorni di Vilnius, oltre a Maria Madre di Misericordia, c’è la vergine di Trakai, santuario nazionale, incoronata 300 anni fa. Per i cento anni di indipendenza tutti i vescovi sono stati a Trakai, a consacrare di nuovo la nazione al Cuore della Vergine.
Nella chiesa romana di Cristo Re a Piazza Mazzini, retta dai Padri Dehoniani, ha vissuto come rettore padre Pietro Cavazza S.C.J (1929-2010). Questo ministro di Dio colpiva per la sua accoglienza e per una delle sue doti: l'umiltà. Il suo nome lo conosciamo, ma si faceva chiamare Pierino. Si sentiva piccolo pur essendo grande. Spesso la sapienza evangelica rende cosi.
Non ci sono solo i poveri da sfamare. C’è una mentalità da estirpare, un mondo nuovo da costruire. È questa la grande sfida della Chiesa cattolica, nei Paesi post-sovietici. Ed è questa la grande sfida che viene portata avanti nel Centro Betanija, a Vilnius.