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Dichiarazione sulla Fraternità, al lavoro per concretizzarne i principi

Quinto incontro del Comitato Superiore per raggiungere gli obiettivi della dichiarazione di Abu Dhabi. Verso un giorno della Fraternità Universale

Comitato Fraternità Umana | Un momento dell'incontro del Comitato Superiore per l'Implementazione della Dichiarazione della Fraternità Umana ad Abu Dhabi, 6 gennaio 2019 | https://www.wam.ae/en/details/1395302814392 Comitato Fraternità Umana | Un momento dell'incontro del Comitato Superiore per l'Implementazione della Dichiarazione della Fraternità Umana ad Abu Dhabi, 6 gennaio 2019 | https://www.wam.ae/en/details/1395302814392

C’è il progetto di un “Abrahamic Center” da costruire ad Abu Dhabi, un luogo dove sorgeranno insieme una moschea, una chiesa e una sinagoga. C’è la richiesta alle Nazioni Unite di stabilire una giornata sulla Fraternità Universale. E c’è il lavoro culturale. Il Comitato superiore per raggiungere gli obiettivi della Documento sulla Fratellanza Umana si è riunito lo scorso 6 gennaio ad Abu Dhabi.

Si trattava del quinto incontro, per il comitato promosso dagli Emirati Arabi Uniti per dare seguito al documento firmato ad Abu Dhabi da Papa Francesco e il Grande Imam di al Azhar. La firma del documento arrivava al culmine dell’Anno della Tolleranza proclamato negli Emirati, e come parte finale di un convegno internazionale tutto dedicato alla Fraternità Umana.

Ma il documento era anche il culmine di un movimento nell’Islam sunnita che era cominciato con la dichiarazione di Marrakech, si era concretizzato con il riallacciamento dei rapporti tra la Santa Sede e l’università di al Azhar, la più importante istituzione sunnita, e aveva avuto un effetto concreto nella dichiarazione dei 500 imam del Pakistan che difendevano anche Asia Bibi, la cristiana ingiustamente condannata a morte per blasfemia, che è poi stata liberata e ora è al sicuro in Canada.

L’incontro di Abu Dhabi è il quinto del Comitato, promosso dagli Emirati Arabi Uniti e presieduto dal Cardinale Miguel Angel Ayuso Guixot, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso.

I membri del Comitato sono stati ricevuti ad Abu Dhabi dallo sceicco Mohammed bin Zayed al Nahyan, principe ereditario di Abu Dhabi e vice comandante in capo delle Forze Armate degli Emirati Arabi Uniti.

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I membri del comitato hanno aggiornato lo sceicco sul ruolo del comitato nell’implementare i punti del documento e di monitorarne l’implementazione a livello regionale e internazionale. Lo scopo, è stato spiegato, è quello di promuovere i valori di tolleranza, coesistenza, fraternità e pace tra i popoli del mondo. I membri del comitato hanno anche spiegato la loro visione a lungo termine sul lavoro.

Lo sceicco, dal canto suo, ha affermato il suo continuo supporto per il documento e la sua volontà di renderne concreti i principi in una realtà per i popoli del mondo senza alcuna distinzione religiosa. “I principi del documento – ha detto lo sceicco – riflettono anche il desiderio della nazione di essere aperti a tutte le società e le culture, attraverso lo stabilimento di un sistema di valori basato sulla coesistenza, la tolleranza e l’accettazione”.

I membri della delegazione hanno lodato le iniziative umanitarie dello sceicco Mohamed e lo hanno anche ringraziato per il suo interesse e supporto nello stabilire i valori di tolleranza, cooperazione, mutuo rispetto, coesistenza e fraternità umana tra le attuali e future generazioni.

Il Cardinale Ayuso ha sottolineato che “è stato un grande onore per il comitato incontrare Sua Altezza”, e che “la firma del documento della Fraternità Umana da parte delle più importanti figure religiose del mondo riflette l’universalità del messaggio che coinvolge la necessità di rispettare e proteggere il principio della libertà religiosa”.

Dal momento della firma, una copia del messaggio è parte dei doni che il Santo Padre consegna a presidenti e primi ministri che gli fanno visita. Il tema della fraternità è diventato parte principale dell’agenda diplomatica di Papa Francesco, che sin dall’inizio aveva comunque voluto dare una particolare enfasi al tema della “cultura dell’incontro”.

Firmato lo scorso 4 febbraio da Papa Francesco e il Grande Imam di al Azhar Ahmed el-Tayyb, il documento ha lo scopo di incoraggiare iniziative per promuovere la coesistenza tra i popoli e affrontare l’estremismo e i suoi impatti negativi.

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Il Comitato Superiore per l’implementazione del messaggio include membri dagli Emirati Arabi Uniti, da Spagna, Italia, Egitto, Stati Uniti e Bulgaria.

Oltre al Cardinale Ayuso, che lo presiede, il comitato include per parte della Santa Sede anche monsignor Yoannis Lahzi Gaid, segretario personale del Papa. Partecipano al Comitato anche il rabbino M. Bruce Lustig,, rabbino anziano alla Congregazione Ebraica di Washington, e Irina Bokova, precedentemente direttore generale dell’UNESCO. Da parte degli Emirati Arabi Uniti, ci sono il giudice Mohammed Mahmoud Abdel Salam, già consulente del Grande Imam di al Azhar; il professor Mohammed Hussein Mahrasawi, presidente dell’Università di al Azhar; Mohammed Khalifa al Mubarak, presidente del Dipartimento della Cultura di Abu Dhabi; Sultan Faisal Al Remeithi, segretario generale del Consiglio degli Anziani Islamico; e Yasser Hareb, un presentatore televisivo e scrittore degli Emirati.