Ultime Notizie: Dialogo interreligioso

Angela Ambrogetti Acistampa

Di Segni al Papa: "Non possiamo mai giustificare odio in nome della fede"

Oggi scriviamo ancora una volta la storia. Il presidente della comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello si dice emozionata nel ricevere il terzo pontefice nel Tempio Maggiore di Roma. Il Papa aveva appena sostato in preghiera davanti alle due lapidi del dolore della Comunità di Roma quella che ricorda la deportazione dei nazisti  e quella che ricorda l'odio terrorista e la morte del piccolo Stefano Gay Tache. Rose bianche e commozione.

Angela Ambrogetti Acistampa

Il Papa agli Ebrei romani: "Da estranei siamo diventati amici e fratelli"

Dopo Giovanni Paolo II e Benedetto XVI è la volta di Papa Francesco. E’ il terzo Vescovo di Roma a visitare la Sinagoga della Capitale. “Nella mia prima visita a questa Sinagoga come Vescovo di Roma – ha esordito Francesco – desidero esprimere a voi, estendendolo a tutte le comunità ebraiche, il saluto fraterno di pace di questa Chiesa e dell’intera Chiesa cattolica”.

L'Imam Azad e Padre Channan durante un incontro / ACS

Pakistan, un imam e un frate domenicano si impegnano per il dialogo

Segnali positivi per il dialogo interreligioso in Pakistan. Si rafforza l’opera del Peace Center di Lahore, il centro dei frati domenicani nato nel novembre 2010 per la promozione del dialogo interreligioso e da sempre sostenuto da Aiuto alla Chiesa che Soffre. Del consiglio del centro fa parte anche il Grande Imam della seconda maggiore moschea del Pakistan, la Moschea Badshahi di Lahore, l’Imam Syed Muhammad Abdul Khabir Azad. L’Imam Azad collabora a stretto contatto con il direttore del Peace Center, il religioso domenicano padre James Channan, per migliorare i rapporti tra la piccola minoranza cristiana e la maggioranza musulmana. In particolare, il chierico islamico è fortemente impegnato nel controllare gli imam delle moschee rurali che nei loro sermoni incitano spesso all’odio interreligioso fino a lanciare delle vere e proprie campagne anticristiane attraverso gli altoparlanti delle moschee, ad esempio in occasione di accuse di blasfemia ai danni di cristiani.  

CTV

Il Papa nella moschea di Bangui: "No a odio in nome di Dio, siamo fratelli"

“La mia visita pastorale nella Repubblica Centrafricana non sarebbe completa se non comprendesse anche questo incontro con la comunità musulmana. Tra cristiani e musulmani siamo fratelli. Dobbiamo dunque considerarci come tali, comportarci come tali”. Lo ha detto questa mattina Papa Francesco, visitando la Moschea centrale di Bangui.

CTV

Il Papa in Kenia: "Il nome di Dio non può giustificare odio e violenza"

“Penso qui all’importanza della nostra comune convinzione secondo la quale il Dio che noi cerchiamo di servire è un Dio di pace. Il suo santo Nome non deve mai essere usato per giustificare l’odio e la violenza. So che è vivo in voi il ricordo lasciato dai barbari attacchi al Westgate Mall, al Garissa University College e a Mandera. Troppo spesso dei giovani vengono resi estremisti in nome della religione per seminare discordia e paura e per lacerare il tessuto stesso delle nostre società. Quant’è importante che siamo riconosciuti come profeti di pace, operatori di pace che invitano gli altri a vivere in pace, armonia e rispetto reciproco! Possa l’Onnipotente toccare i cuori di coloro che perpetrano questa violenza e concedere la sua pace alle nostre famiglie e alle nostre comunità”. Lo ha detto Papa Francesco, stamane, presiedendo l’Incontro Ecumenico ed Interreligioso nel salone della Nunziatura Apostolica di Nairobi in cui si trovano riuniti i leader delle diverse confessioni cristiane e di altre tradizioni religiose presenti in Kenya.

Angela Ambrogetti

Nostra aetate, cinquant'anni di dialogo tra le religioni grazie al Concilio

“Il Concilio Vaticano II, nel porsi all’ascolto di un mondo in rapido cambiamento e che esigeva delle risposte adeguate, si adoperò perché la testimonianza del Vangelo di Gesù giungesse laddove le frontiere sembravano insormontabili e più complicate: nel cuore degli uomini e delle donne che praticano altre religioni e volle che ciò avvenisse in maniera amichevole e rispettosa.”

Un primo piano dell'Arcivescovo Paul Richard Gallagher, "ministro degli Esteri" della Santa Sede / CC

Sviluppare la democrazia. La ricetta della Santa Sede per il Medio Oriente

Sviluppare la democrazia, per evitare che la stessa democrazia possa legittimare ideologie estremiste e fondamentaliste. È la ricetta della Santa Sede per il Medio Oriente, delineato dall’arcivescovo Paul Richard Gallagher, “ministro degli Esteri vaticano” lo scorso 19 ottobre ad Atene, parlando ad un incontro sul tema “Il pluralismo religioso e culturale e la coesistenza pacifica in Medio Oriente.”

meetingrimini.org

Religione e politica inaugurano il Meeting per l 'Amicizia tra i Popoli 2015

Un cattolico, un musulmano e un ebreo, insieme a testimoniare che le religioni sono per l’edificazione dell’umano e non per la sua distruzione. Il Meeting 2015 inaugura con un dialogo tra il cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, Azzedine Gaci, rettore della Moschea Othmane a Villeurbanne (Lione) e Haïm Korsia, gran rabbino di Francia. Tema dell’incontro: “Le religioni sono parte della soluzione, non il problema”. “Religione vuol dire relazione. Relazione dell’essere umano, dell’uomo, con Dio”, ha sottolineato il cardinale Tauran in una recente intervista per presentare l’incontro. “Tutto questo esige una giusta relazione con il Creato e i veri adoratori di Dio sanno di essere custodi gli uni degli altri. Per questo le religioni sono parte della soluzione e non il problema: perché facciamo parte di un’unica famiglia umana ed è questo che dobbiamo ricordare”.

Uno scorcio sulla mostra "Una benedizione reciproca", Braccio di Carlo Magno, Vaticano / cortesia organizzatori mostra "Una benedizione reciproca"

Giovanni Paolo II e gli Ebrei: un rapporto speciale, raccontato in una mostra

“Cristiani ed ebrei devono ritrovarsi.” Lo aveva scritto Giovanni Paolo II, correggendo il giornalista Gianfranco Svidercoschi, che stava dando alle stampe la “Lettera ad un amico ebreo,” e che aveva invece scritto “Cristiani ed ebrei devono riabbracciarsi.” Il libro racconta la storia dell’amicizia tra Karol Wojtyla e Jerzy Kluger, un cattolico e un ebreo, che si volevano bene da bambini, furono separati dalla guerra, si reincontrarono in Italia negli Anni del Concilio. Solo che questo cattolico sarebbe diventato Papa. Ed è la storia di questa amicizia che fa da filo rosso ad “Una Benedizione Reciproca,” una mostra tutta dedicata al rapporto tra Giovanni Paolo II e gli Ebrei, allestita in Vaticano, al Braccio di Carlo Magno, fino al 17 settembre.

Daniel Ibáñez CNA

Il Papa: ''No irrevocabile all'antisemitismo''

Roma è "la città in cui sono sepolti gli apostoli Pietro e Paolo. Entrambi sono, per tutti i cristiani, punti di riferimento essenziali: sono come colonne della Chiesa. A Roma si trova la comunità ebraica più antica dell’Europa occidentale, le cui origini risalgono all’epoca dei Maccabei. Cristiani ed ebrei vivono dunque a Roma, insieme, da quasi duemila anni". Lo ha detto il Papa, stamane, ricevendo in udienza i partecipanti al Convegno internazionale promosso dall’International Council of Christians and Jews 

 Daniel Ibañez/CNA

Il Papa: "Dialogo è seme di pace e fraternità"

Papa Francesco ha ricevuto stamane, prima dell’udienza generale, i partecipanti all’incontro di dialogo tra Buddisti e Cattolici negli Stati Uniti d’America

CTV

Sarajevo, il Papa: "Il dialogo è scuola di umanità"

Dopo aver ascoltato i saluti del Cardinale Puljic e dei rappresentanti di musulmani, ortodossi e ebrei, Papa Francesco ha preso la parola nel corso dell’incontro ecumenico ed interreligioso nel Centro internazionale studentesco francescano di Sarajevo

Ifet Mustafic, ufficio del  Raisu-l-Ulama, Comunità Islamica di Sarajevo, 4 giugno 2015 / Andreas Dueren / ACI Group

Religioni a Sarajevo, un obiettivo: ricostruire la fiducia reciproca

“Ricostruire la fiducia.” Quando gli viene chiesto della più importante sfida che devono affrontare le religioni unite in Bosnia, Ifet Mustafic, che si occupa del dialogo interreligioso nell’ufficio dell’Ulema nella Comunità Islamica di Bosnia Erzegovina, non ha dubbi.

Sarajevo si rifà il trucco per la visita del Papa, 5 giugno 2015 / Andreas Dueren / ACI Group

Sarajevo aspetta Papa Francesco. Card. Puljic: “Ha dato molta gioia a tutti.”

“Il Papa ha dato molta gioia a tutti.” Parla così il Cardinal Vinko Puljic, arcivescovo di Sarajevo, ad ACI Stampa, mentre sta per tenere una conferenza con il membro croato della presidenza bosniaca, Dragan Covic, che è anche il presidente del Comitato Preparatore. Grande gioia, una organizzazione che si prospetta difficile per un Paese in fondo piccolo e disorganizzato. 

Il logo della visita del Papa a Sarajevo /

Il Papa a Sarajevo: vengo ad annunciare la pace

“Vorrei annunciare ad ogni persona, ad ogni famiglia, ad ogni comunità la misericordia, la tenerezza e l’amore di Dio.”  Papa Francesco saluta così quattro giorni prima del viaggio a Sarajevo, lo scopo della sua visita. E lo fa tramite un Video Messaggio.  

La statua di Giovanni Paolo II davanti alla cattedrale di Sarajevo  / www.radiosarajevo.ba

Sarajevo, il Papa e il suo confessore francescano dell'Erzegovina

Sarajevo è una città con due nomi. Quello antico, cristiano legato alla sede vescovile Vrhbosna, e quello che gli è stato dato durante la dominazione ottomana, Saraj, “sede del governo”, che poi divenne Sarajevo per intendere tutta la città. Già in questi due nomi è segnato il destino di una città, che ha sofferto la fatica di essere multietnica e multi religiosa. Nel 1997 Giovanni Paolo II pellegrino nella città “simbolo della sofferenza di tutta l’ Europa in questo secolo” chiedeva proprio all’ Europa se fosse stata “testimone responsabile” della sofferenza di Sarajevo, ed esprimeva un auspicio: “Che Sarajevo diventi per tutta l’ Europa un modello di convivenza e di pacifica fra popoli di etnie e di religioni diverse.”

Consiglio d'Europa  / CCEE

Dialogo tra le religioni, dopo il Papa a Sarajevo se ne discute a Strasburgo

Sarajevo al centro dell’incontro tra culture, con uno sguardo speciale alle religioni. Il viaggio di Papa Francesco il prossimo 6 giugno sarà nel segno della pace e del dialogo interreligioso. Due giorni dopo, l’8 di giugno, la Missione Permanente della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa, sotto il patronato del Segretario Generale Thorbjørn Jagland organizzerà un dialogo di alto livello dal tema. “Costruire società inclusive insieme: contributi allo scambio di Sarajevo sulle dimensioni religiose del dialogo inteculturale.” Perché, dopo il viaggio del Papa, ci sarà un incontro di alto livello sul tema sempre a Sarajevo, l’8 e il 9 settembre.

I vescovi europei riuniti a Saint Maurice  / CCEE

Vescovi europei: il dialogo è un imperativo della nostra fede

“In quest’anno che segna il cinquantesimo anniversario di Nostra Aetate, siamo più che mai convinti che il dialogo interreligioso, e nel nostro caso, il dialogo tra cristiani e musulmani, non solo è necessario per costruire la pace, ma è un imperativo della nostra fede.” Inizia così il messaggio finale dei vescovi e delegati della Conferenze episcopali d’Europa per le relazioni con i musulmani riuniti a St. Maurice (Svizzera) da mercoledì scorso.  

Il logo dell'incontro  / CCEE

Musulmani in Europa, un incontro del Consiglio delle Conferenze episcopali d' Europa

Esiste una radicalizzazione dei musulmani in Europa? E come questa questione viene affrontata in seno alle comunità musulmane? Come è possibile promuovere una cultura del dialogo tra cristiani e musulmani? Insomma quali sono i dinamismi culturali e religiosi dei musulmani del continente? Sono queste alcune delle questioni su cui si confronteranno i vescovi e delegati per le relazioni con i musulmani delle Conferenze episcopali d’Europa. 

Un momento dei lavori, in prima fila i cardinali Christoph Schönborn e Paolo Romeo  / Cammino Neocatecumenale

Il Papa a rabbini e vescovi riuniti in Israele: sia ascoltato il grido degli innocenti

Per la prima volta Rabbini, Cardinali e Vescovi si sono riuniti in Terra Santa per celebrare insieme il 50° anniversario della Dichiarazione Nostra Aetate e ricordare il 70° anniversario della fine della Shoah. L’iniziativa promossa dal Cammino Neocatecumenale ha avuto luogo presso la Domus Galilaeae, sul lago di Tiberiade e hanno partecipato 7 Cardinali, 20 Vescovi e 120 Rabbini da tutto il mondo. Erano presenti inoltre personalità del mondo accademico, dell’arte e della cultura di entrambe le confessioni religiose. I cardinali  presenti erano George Pell, Prefetto della Segreteria per l’Economia della Santa Sede, Stanislaw Rylko, Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, Telesphore Placidus Toppo, Arcivescovo di Ranchi (India),  Christoph Schönborn, Arcivescovo di Vienna (Austria),  Josef Cordes, Presidente Emerito del Pontificio Consiglio Cor Unum, Andrew Yeom Soo-jung, Arcivescovo di Seul (Corea del Sud) e  Paolo Romeo, Arcivescovo di Palermo.