Era stato eletto patriarca armeno di Costantinopoli nel 2019, ma solo quest’anno, dopo uno stop forzato dovuto alle restrizioni della pandemia, Sahak II Mashalyan è potuto venire a Roma e ha potuto incontrare Papa Francesco. Un incontro “di cortesia”, ha raccontato ad ACI Stampa lo stesso patriarca. Il quale ha portato con sé a Roma una ventata di impegno ecumenico, e soprattutto un piccolo libro in inglese, Christianity (Cristianesimo).
Dalla piana di Ninive a Baghdad. Il Cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, è stato in Iraq per rappresentare Papa Francesco all’intronizzazione del nuovo catholicos della Chiesa Assira di Oriente. Il viaggio è stata anche una occasione per stringere nuovi legami ecumenici, incontrare i membri del Consiglio Ecumenico delle Chiese e fare delle visite istituzionali.
Dopo la visita di cortesia al Presidente della Repubblica e al Primo Ministro di Ungheria e l’incontro – a porte chiuse – con i Vescovi ungheresi, Papa Francesco è stato accolto dai rappresentanti del Consiglio Ecumenico delle Chiese e di alcune Comunità ebraiche dell’Ungheria presso il Museo delle Belle Arti di Budapest.
“Confessare insieme quel che ci accomuna nella fede. Vengono in mente le parole dell’Apostolo Paolo, che scriveva: Un solo corpo, un solo battesimo. Un solo Dio. Nel primo articolo, la Confessio Augustana professa la fede nel Dio uno e trino, richiamandosi appositamente al Concilio di Nicea. Il credo di Nicea è espressione vincolante di fede non solo per Cattolici e Luterani, ma anche per i fratelli Ortodossi e per molte altre comunità cristiane. È un tesoro comune: adoperiamoci affinché il 1700° anniversario di quel grande Concilio, che ricorrerà nel 2025, dia nuovo impulso al cammino ecumenico, che è un dono di Dio e per noi un percorso irreversibile”. Lo ha detto Papa Francesco, stamane, ricevendo una delegazione della Federazione Luterana Mondiale.
Non si sa se Papa Francesco avrà il tempo di visitare anche l’abbazia di Pannonhalma, durante il suo prossimo viaggio in Ungheria. Probabilmente no, perché il Papa starà poche ore in Ungheria, e a Budapest per il Congresso Eucaristico. Di certo, però, la presenza del Cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, ha rappresentato un bel ritorno all’attività per l’abbazia benedettina, che quest’anno compie 1025 anni.
L’impegno per la pace e quello per le migrazioni saranno definiti da due documenti ecumenici attualmente in discussione tra Chiesa Cattolica e il Consiglio Mondiale delle Chiese. Le riflessioni sui due documenti hanno occupato gran parte della discussione del Gruppo Misto di Lavoro dei due partner, riunitisi online dal 12 al 14 aprile per uno degli incontri regolari.
Un impegno che continua anche dopo vent’anni.
La stazione odierna fissata tra una delle più belle chiese del centro di Roma, porta ad elevare lo spirito in un inno secolare di gloria verso la Vergine e, con le reliquie dei Martiri qui venerati, rammenta come sia necessario cercare il Signore per ascoltare la sua parola e amarlo sempre più. Siamo a Santa Maria in Via Lata.
Con il patriarca Irenej, Papa Francesco diceva di avere un bel rapporto, e comunque lo tenne in considerazione al punto di bloccare una canonizzazione, quella del Cardinale Aloijzje Stepinac, ormai pronta, con miracolo riconosciuto, per mettere su una commissione mista cattolico-ortodossa e fugare i dubbi di Belgrado sull’operato del Cardinale dopo la guerra. Sarà da vedere se questo rapporto ci sarà anche con il nuovo patriarca ortodosso di Serbia, Porfirije, che è stato eletto lo scorso 18 febbraio per prendere il posto del deceduto Irenej.
Il problema, tra cattolici e protestanti, resta sempre quello: l’intercomunione. Da una parte la spinta protestante di avere una comunanza tra l’Eucarestia e la Cena del Signore, che si era concretizzata anche in una richiesta specifica dei Valdesi a Papa Francesco durante il viaggio a Torino, ma che era stata presente anche nell’incontro di Papa Francesco con la comunità luterana di Roma. Dall’altro, un fatto incontrovertibile: ce l’Eucarestia per la Chiesa Cattolica non è solo un simbolo, ma un qualcosa di vivo, e non può così essere gestito come una sorta di dono ecumenico. Così, alla proposta di un gruppo ecumenico di teologi in Germania di stabilire una sorta di condivisione della Cena del Signore, è seguito un brusco batti e ribatti che ha visto coinvolta anche la Congregazione della Dottrina della Fede, e che si è risolta una lettera aperta inviata al professore che ha guidato questa proposta del Cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani.
No, sinodalità non significa democrazia. Lo aveva spiegato il Catholicos armeno Karekin in una intervista del 2000, ripresa il 22 gennaio dall’arcivescovo Khajag Barsamian nella prima conferenza del ciclo della cattedra Tillard di quest’anno.
Nel convento dei cappuccini di Padova, noto nel mondo come santuario di Padre Leopoldo, in diversi dipinti dedicati al santo e alla sua vita compaiono scorci di paesaggi che appartengono alla sua terra d’origine, la Dalmazia, simboleggiano uno sguardo costantemente rivolto a Oriente, il mare, i profili di monti e di città che compongono l’orizzonte spirituale di Leopoldo Mandic.
Ci si salva per sola fede o per le opere? È questa la domanda alla base della diatriba tra cattolici e luterani. Ma, il 31 ottobre 1999, cattolici e luterani firmarono la Dichiarazione Congiunta sulla Dottrina della Giustificazione, stabilendo la complementarietà tra fede ed opere nel processo di giustificazione che porta alla salvezza. Poco più di venti anni dopo quella dichiarazione, questa viene presentata in una nuova traduzione italiana, pubblica il 3 gennaio 2020.
Venticinque anni dopo l’enciclica Ut Unum Sint di San Giovanni Paolo II, sessanta anni dopo la costituzione di quello che sarebbe diventato il Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, i cristiani sembrano aver perso di vista l’obiettivo dell’unità, fino a dare per scontata l’unità. Per questo, il Cardinale Kurt Koch sottolinea che il suo più grande dolore è dovuto al fatto che molti cristiani non soffrono quasi più a causa della divisione tuttora esistente”.
Tre iniziative de Comitato direttivo per il dialogo ortodosso-cattolico, due pubblicazioni del Gruppo Misto di Lavoro tra Chiesa Cattolica e Consiglio Ecumenico delle Chiese: sono questi i prossimi passi del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, puntando a trovare nuovi ponti di dialogo.
Le misure anti-COVID sono una sfida senza precedenti per le Comunioni Cristiane di tutto il mondo, ma ha permesso anche di sviluppare nuove e durature forme di ministero pastorale e vita ecumenica. Ne ha parlato la Conferenza dei Segretari delle Comunioni Cristiane Mondiali si è tenuta dal 20 al 22 ottobre, in forma telematica, radunando più di trenta partecipanti che rappresentavano tutta la galassia cristiana nel mondo. Per la Chies Cattolica, partecipavano il vescovo Brian Farrell, segretario del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, con padre Andrzej Choromanski, officiale incaricato delle relazioni multilaterali.
Come il diritto canonico delle Chiese Orientali ha un valore temporale, perché guarda già a quando la Chiesa sarà di nuovo unita, così la teologia “adempie alla sua responsabilità e missione ecclesiastica solo quando si comprende al servizio della restaurazione dell’unità della Chiesa e dà il suo inconfondibile contributo”. È questo il cuore del discorso di ringraziamento del Cardinale Kurt Koch all’Università di Lublino, dove lo scorso 16 ottobre è stato insignito della laurea honoris causa dalla Facoltà di Teologia Cattolica dell’università dedicata a San Giovanni Paolo II, che lì studiò.
Non esiste società giusta senza un riferimento assoluto, ed è fallita l’idea che la religione sia l’oppio dei popoli. Al contrario, “ignoranza, intolleranza e violenza sono il fallimento e non l’essenza della religione”. Ricevendo la laurea honoris causa della Pontificia Università Antonianum, il Patriarca Bartolomeo di Costantinopoli tratteggia nella sua lectio magistralis i temi che sono stati al centro del suo magistero del patriarcato: dal ministero ecologico al dialogo, dalla giustizia sociale fino alla necessità di combattere un mondo che si dimentica di Dio.
L’unità dei cristiani è l’antidoto alla secolarizzazione di Europa, e solo il superamento delle divisioni permetterà al cristianesimo di avere di nuovo una voce credibile e far rinascere i valori europei. Ne è convinto il Cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani.
La chiesa ortodossa di Santa Sofia è la seconda chiesa più antica della capitale bulgara Sofia, e ha dato il nome alla città stessa, che prima si chiamava Serdica. Ed è stato proprio nel giorno della festa di Santa Sofia che le reliquie di San Clemente e San Potito, donate da Papa Francesco, sono state traslate nella chiesa paleocristiana, con una celebrazione solenne che ha mostrato un segno di ecumenismo in cammino.