“Richiederà probabilmente qualche anno” il passaggio a procedure contabili secondo gli Standard IPSAS (International Public Sectors Accounting Standards). Al di là del dato tecnico, le cifre del bilancio consolidato di Santa Sede e Stato di Città del Vaticano pubblicato il 16 luglio 2015 e riferentisi all’anno 2014, raccontano di un mondo economico vaticano in transizione, ma che comunque continua a mantenere i suoi standard di entrate e uscite. Con passivi in linea con quelli dello scorso anno ed attivi che seguono la tendenza consueta.
Un sistema ormai consolidato, tagliato sulle necessità della Santa Sede. Il terzo rapporto dell’Autorità di Informazione Finanziaria mostra come l’Autorità stessa abbia messo a punto il sistema, anche attraverso la pubblicazione del Regolamento della Vigilanza Prudenziale. È stato implementato il lavoro di intelligence. Ma è stato creato anche un sistema di vigilanza che ormai funziona.
L’utile netto è di 66,9 milioni di euro. Di questi, l’Istituto delle Opere di Religione intende destinarne 55 al bilancio della Santa Sede, e 14,3 alle riserve di utili dell’Istituto. Ma è anche vero che queste cifre saranno destinate dopo “il riscontro della commissione cardinalizia,” spiega il comunicato che accompagna l’annuncio della pubblicazione del terzo rapporto annuale dell’Istituto.
Ci vuole ancora l’ok del Parlamento italiano, ma intanto l’accordo di collaborazione tra Santa Sede e Italia in materia fiscale è stato firmato nella mattinata di mercoledì 1 aprile in Segreteria di Stato vaticana. Un accordo con il quale la cooperazione tra Santa Sede e Italia in tema fiscale è totale. Il testo completo dell’accordo sarà pubblicato sul sito della Segreteria di Stato domani a mezzogiorno, e a quello si deve rinviare per ulteriori dettagli. Per ora, c’è la descrizione dell’accordo fatta dall’arcivescovo Paul Richard Gallagher, “ministro degli Esteri vaticano,” e il Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede.
Finanza Vaticana, a maggio attese altre novità. La pubblicazione degli Statuti del Consiglio per l’Economia, la Segreteria per l’Economia e il Revisore Generale dei Conti sono solo il primo passo di un sostanziale riformula mento degli enti della finanza vaticana. Passi avanti che erano contenuti già nella riforma di Benedetto XVI, e che ora vengono portati a compimento.