Papa Francesco ha ricevuto stamane la Presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen che successivamente ha incontrato il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, e l’Arcivescovo Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali.
Si pensava anche all’Ungheria, come uno dei possibili luoghi di incontro tra Papa Francesco e il Patriarca di Mosca Kirill. E questo anche perché in Ungheria sarebbe dovuto andare Kirill, per la fine dei lavori della Cattedrale dell’Assunzione a Budapest, e ci sarebbe voluto andare anche Papa Francesco, che già aveva fatto sapere le sue intenzioni all’abate di Pannonhalma. E ora l’Ungheria torna ad essere un centro di dialogo ecumenico, complice la visita del Metropolita Hilarion a Budapest e l’incontro con il Cardinale Peter Erdo.
La guerra in Ucraina non cessa di essere al centro dei pensieri della Santa Sede, e l’arcivescovo Gallagher non ha mancato di ricordarla anche nel suo discorso ad un evento della Georgetown University a Roma.
Tre giorni in Ucraina per l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, in un viaggio che è andato da Lviv a Kyiv, ed è terminato significativamente con l’incontro con il suo omologo Dmytro Kuleba. Un modo per ribadire l’impegno della Santa Sede per la risoluzione del conflitto, ma anche quello per alleviare la crisi umanitaria, e per portare la vicinanza del Papa alle vittime della guerra.
Papa Francesco ha ricevuto stamane gli Ambasciatori di Pakistan, Emirati Arabi Uniti, Burundi e Qatar presso la Santa Sede, in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali.
Almeno 13 milioni di persone sono state costrette a lasciare le loro case a causa della guerra in Ucraina, e hanno trovato riparo, rifugio e aiuto grazie alla straordinaria rete messa in piedi Caritas. Un network attivo in Ucraina, con Caritas Ucraina (della Chiesa latina) e Caritas Spes (della Chiesa Greco Cattolica Ucraina) e attivo anche di là dei confine. Intanto, Caritas Europa ha focalizzato ulteriormente i suoi sforzi sull’Ucraina.
Sarà a partire da mercoledì 18 maggio che l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, sarà in Ucraina, per un viaggio che avrebbe dovuto avere luogo Lunedì Santo e che invece è stato rinviato di più di un mese a causa del COVID del Segretario per i Rapporti con gli Stati. Il viaggio è l’ennesimo gesto della Santa Sede che dimostra l’attenzione che si ha per la situazione in Ucraina.
La guerra nel cuore dell’Europa, in Ucraina, ha messo di nuovo in luce la straordinaria attualità della dichiarazione di Robert Schumann, il padre dell’Europa. Il quale – ha spiegato il Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano – comprese che l’unica via per allontanare il pericolo di un nuovo conflitto non era nella deterrenza, né nel “costruire una pace armata come la Guerra Fredda”, ma nella “solidarietà reciproca e la condivisione delle risorse”, che avrebbero portato ad una riconciliazione autentica”.
In attesa di definire i contorni del viaggio a Kyiv dell’arcivescovo Paul Richard Gallagher, ministro vaticano per i Rapporti con gli Stati, Papa Francesco è tornato a parlare di Ucraina. Lo ha fatto anche in una intervista, i cui toni hanno suscitato la reazione sia del Patriarcato di Mosca che del nunzio apostolico in Ucraina.
Si va verso una celebrazione ecumenica del 1700esimo anniversario del Concilio di Nicea, nel 2025, quando, per una felice coincidenza, Pasqua ortodossa e Pasqua cristiana cadranno nello stesso giorno. Una iniziativa lodata da Papa Francesco, e di cui si è parlato anche alla plenaria del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, riunita in questa settimana e dedicata all’Ucraina, non solo centro di una guerra, ma anche luogo dove l’ortodossia vive le sue difficoltà.
Papa Francesco ha incontrato stamane in Vaticano il Primo Ministro giapponese Fumio Kishida.
“Spesso ho trovato una mentalità preconciliare che si travestiva da conciliare. In continenti come l’America latina e l’Africa è stato più facile. In Italia forse è più difficile. Ma ci sono bravi preti, bravi parroci, brave suore, bravi laici. Per esempio una delle cose che tento di fare per rinnovare la Chiesa italiana è non cambiare troppo i vescovi. Il cardinale Gantin diceva che il vescovo è lo sposo della Chiesa, ogni vescovo è lo sposo della Chiesa per tutta la vita. Quando c’è l’abitudine, è bene. Per questo cerco di nominare i preti, come è accaduto a Genova, a Torino, in Calabria. Credo che questo sia il rinnovamento della Chiesa italiana”. Lo ha detto il Papa, nel colloquio pubblicato stamane dal Corriere della Sera.
Come ai discepoli, “può succedere anche a noi, per stanchezza, delusione, magari per pigrizia, di scordarci del Signore e di trascurare le grandi scelte che abbiamo fatto, per accontentarci di qualcos’altro”. Lo ha detto il Papa, stamane, introducendo la preghiera del Regina Coeli.
Proviene dal santuario di San Michele Arcangelo nel Gargano, e sarà portata fino alla parrocchia di San Nicola a Kiev, la statua che Papa Francesco ha benedetto il 25 aprile in Vaticano.
“Anche la ricorrenza annuale del nostro patrono, l’evangelista Marco, ha il sapore amaro delle violenze e delle crudeltà di una guerra insensata che, da due mesi, insanguina l’Ucraina e ferisce l’intera umanità. All’intercessione di san Marco – raffigurato da un leone con un libro aperto su cui si leggono le parole “Pax tibi Marce…” - affidiamo la nostra invocazione e speranza di pace, da associare alla verità, alla giustizia e alla pietà. Preghiamo, soprattutto, perché cessi l’uso delle armi e la violenza e così si possa dare sollievo alle persone, in particolare alle più fragili e provate”. Lo ha detto il Patriarca di Venezia, Monsignor Francesco Moraglia, nell’omelia di ieri per la Messa in occasione della Festa patronale di San Marco.
Le Nazioni Unite hanno chiesto una pausa umanitaria della guerra in Ucraina per la festività della Pasqua ortodossa. E a questa richiesta si è unita anche la Santa Sede Eppure, la guerra è continuata, senza interruzione, di assedio in assedio. La Pasqua ortodossa viene celebrata in un clima di divisione intraortodossa mai vista prima.
Sabato 19 marzo Paola Da Ros è stata eletta nuova presidente della Federazione Nazionale ‘Società di San Vincenzo De Paoli’, succedendo ad Antonio Gianfico, che è rimasto in carica per sei anni.
No, non ci sarà per ora un secondo incontro tra Papa Francesco e il Patriarca di Mosca Kirill. E no, Papa Francesco non andrà a Kiev, almeno per ora, perché “a cosa servirebbe che il Papa va lì e poi la guerra continua il giorno dopo”. In una breve intervista al quotidiano argentino La Nacion, in cui spiega anche le accuse di coprofilia al giornalismo e sottolinea che ancora non sa quando tornerà in Argentina, il Papa tocca anche la situazione particolare della guerra in Ucraina, e delle iniziative della Santa Sede.
Dopo aver chiesto già in occasione della Domenica delle Palme una tregua per la Pasqua, Papa Francesco ha aderito all'appello del Segretario Generale dell’ONU - d’accordo con l'Arcivescovo Maggiore Sviatoslav Shevchuk, Capo della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina - per una tregua in occasione della celebrazione della Pasqua secondo il calendario giuliano, il 24 aprile prossimo.
Papa Francesco ha assistito e non presieduto la solenne Veglia pasquale nella Basilica Vaticana. Al suo posto il Cardinale Giovanni Battista Re, Decano del Sacro Collegio. Nel corso del rito il Pontefice ha comunque pronunciato l’omelia.