Ultime Notizie: Il vangelo della domenica

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Signore, da chi andremo? XXI Domenica del Tempo Ordinario

Il vangelo di questa domenica ci presenta la parte finale del Discorso del Pane di Vita. In esso ci viene presentato lo scandalo che suscitano le parole di Gesù non solo nelle folle, ma anche all’interno del gruppo dei discepoli e il dialogo di Gesù con Simon Pietro (Gv 6,67-69). 

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L'Eucarestia, nutrimento carico di vita. XX Domenica del Tempo Ordinario

Sono già diverse domeniche che la Chiesa propone alla nostra riflessione il discorso di Cristo nella Sinagoga di Cafarnao, dopo il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci. In questo discorso Gesù presenta se stesso come "il pane della vita". Non un pane qualsiasi, ma il solo pane in grado di saziare la nostra fame di verità, di amore, di felicità, soprattutto il nostro desiderio di vivere in eterno: Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno. Gesù è l'unico in grado di comunicarci la vita eterna, la vita divina perchè Lui stesso è Dio che ha spezzato il potere della morte con la sua resurrezione.

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L’Eucarestia è il dono più grande che possiamo ricevere. XIX Domenica del Tempo Ordinario

Siamo ancora nella sinagoga di Cafarnao. Gesù ha chiarito ai suoi ascoltatori che Lui è il pane della vita che dona agli uomini la vita eterna. Per partecipare di questo pane è necessario andare a Gesù e credere in Lui. La reazione degli Ebrei al discorso di Cristo è negativa: “si misero a mormorare contro di lui”. Hanno visto il miracolo che egli ha compiuto per sfamare la folla, e anziché interrogarsi da dove nasce la sua potenza e la sua sapienza si fermano alla conoscenza umana che hanno di Gesù e credono di sapere tutto di Lui. E’ il figlio di Giuseppe. Rifiutano Gesù in quanto Figlio di Dio. 

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Io sono il pane della vita. XVIII Domenica del Tempo Ordinario

In ogni uomo che viene al mondo è presente una fame ed una sete che nessun cibo e nessuna bevanda materiali è in grado di estinguere. Ha bisogno, l’uomo per vivere, anche di verità, di giustizia, di amore, di pace, di senso, di eternità. Ora tutto questo trova il suo compimento vero, ultimo e definitivo in Gesù Cristo. Scrive Giovanni Moioli: Il discorso che Dio fa sull’umano non è un discorso astratto. Egli sa che noi cerchiamo l’umano autentico e sa che la verità del nostro umano è in un umano concreto: l’umano di Gesù. Per questo è la verità ultima sull’uomo. E’ l’assoluta risposta alla ricerca dell’umano da parte dell’uomo. 

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Il cuore compassionevole di Gesù. XVII Domenica del Tempo Ordinario

Il Vangelo ci rivela che il cuore umano-divino di Gesù nei confronti dell’uomo è un cuore compassionevole. E’ così attento all’uomo che presta attenzione anche alle nostre necessità materiali e ci soccorre nei nostri bisogni. Gesù sa vivere in un profondo dialogo d’amore con il Padre suo celeste ed insieme prestare attenzione a ciò che succede intorno a Lui, alle situazioni umane, alle varie faccende umane e alle cose materiali.   

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La santa Messa è il cuore della festa cristiana. XVI Domenica del Tempo Ordinario

Gli apostoli hanno terminato la loro missione e si riuniscono attorno a Gesù che li aveva mandati ad annunciare il regno di Dio. A Lui riferiscono quello che hanno detto e fatto, i successi e gli insuccessi, le fatiche e le soddisfazioni. Troviamo in questo atteggiamento dei dodici un comportamento esemplare per ogni discepolo, il quale deve rendere conto del suo operato al solo Gesù. Non sono mandati per compiacere gli ascoltatori o ricevere la loro approvazione, ma a proclamare Gesù unico Salvatore del mondo. Ai discepoli il Signore propone il suo stesso ritmo di vita. Dopo un’intensa vita apostolica Gesù si ritirava in un luogo solitario, e là pregava. Si tratta di una pausa necessaria per distendere il corpo e lo spirito.

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Fedeltà a Cristo, l’unica gloria del discepolo. XV Domenica del Tempo Ordinario

L’Evangelista san Marco ci ha già parlato della chiamata degli apostoli. I dodici erano stati scelti perché stessero con lui e per annunciare il Vangelo. Fino a questo momento essi hanno vissuto “lo stare con Gesù”, ora sono mandati per vivere la seconda dimensione del discepolo, quella missionaria.   

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La fede è adesione, sequela e imitazione. XIV Domenica del Tempo Ordinario

Il brano di Vangelo di oggi, soprattutto le parole che Gesù pronuncia dopo il rifiuto dei suoi concittadini - Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria - richiama un’affermazione del prologo del Vangelo di San Giovanni: E’ venuto nella sua casa e i suoi non lo hanno accolto. Gesù, dunque, viene respinto dalle poche persone che abitavano Nazareth, ma il loro atteggiamento è possibile vedere le resistenze, le opposizioni e il rifiuto che la persona di Cristo ha incontrato nel corso dei secoli e continua ad incontrare da parte delle persone e delle istituzioni.

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La morte vera dell’uomo è il peccato. XIII Domenica del Tempo Ordinario

La liturgia di questa domenica ci parla della morte e della vita. La prima lettura ci insegna che la morte non rientrava nel piano iniziale del Creatore. Quando Dio ha creato l’uomo, lo ha voluto incorruttibile. Ma il diavolo, che non vuole che l’uomo sia felice, lo ha ingannato. Infatti l’uomo, voluto da Dio libero, tra l’incorruttibilità e il peccato ha scelto quest’ultimo e così la morte è entrata nel mondo. La morte, dunque, è la conseguenza del peccato. 

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La vita in funzione di Cristo. Natività di San Giovanni Battista

In questa domenica celebriamo la solennità della nascita di Giovanni Battista. Gesù stesso ha detto di lui: “tra i nati di donna non è sorto uno più grande”. (cf. Mt 11, 11). Per questo la Chiesa riserva a questo grande messaggero di Dio una venerazione particolare che trova la sua espressione nella festa odierna.

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Proclamare il Vangelo con fiducia e perseveranza. XI Domenica del Tempo Ordinario

Gesù, oggi, ci parla del Regno di Dio e di come esso di sviluppi nel mondo. Si serve di due eventi che avvengono tutti i giorni nella vita: la storia del seme che cresce da solo e la storia del piccolo seme di senape che cresce e diventa grande.

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In Cristo ritroviamo la dignità di figli di Dio. X Domenica del Tempo Ordinario

Oggi Gesù ci ricorda una verità, seppur scomoda: tutti siamo peccatori e per essere liberati dal nostro peccato abbiamo necessità di accogliere il perdono di Dio, che ci viene offerto da Cristo. Grazie a Lui ritroviamo la nostra dignità di figli di Dio.   

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Nell’Eucarestia il Figlio di Dio ci viene incontro. Corpus Domini

Il Signore, ci ricorda il Vangelo, ha istituito questo sacramento nel Cenacolo durante l’ultima cena, circondato dai suoi apostoli i quali sono prefigurazione ed anticipazione della Chiesa. In questo banchetto Gesù offre ai discepoli il suo corpo ed il suo sangue, cioè se stesso, nei segni del pane e del vino.

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Dio non è solitudine. Santissima Trinità

L’Anno liturgico ci fa celebrare gli eventi della nostra salvezza: l’incarnazione, la passione, la morte, la resurrezione, l’ascensione di Cristo e la venuta dello Spirito Santo. Con la solennità odierna la Chiesa ci invita a contemplare il punto di partenza da cui tutto è scaturito: la Santissima Trinità. La Trinità ci parla della profondità del mistero di Dio, che, tuttavia, in parte rimane inaccessibile anche dopo che Cristo ce ne ha parlato. Infatti, scrive San Tommaso che di Dio sappiamo di più di quello che non è, che non quello che è.

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Lo Spirito Santo voce che parla al cuore. Solennità di Pentecoste

La Pentecoste, che oggi celebriamo, è la festa dello Spirito Santo, la terza persona della Santissima Trinità. Gesù, prima di lasciare questo mondo, cioè prima della sua morte, annuncia, con un’affermazione singolare, la venuta dello Spirito: E’ meglio per voi che io me ne vada (Gv. 16.7). I discepoli nelle parole del Maestro colgono solo l’aspetto della separazione, che suscita in loro un sentimento di tristezza. Possiamo ben immaginare le obiezioni degli apostoli: “Ma come! Tu sei venuto per salvarci, per essere la nostra guida, tu che ci hai chiamati tuoi amici ora vuoi andartene?”.

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Gesù non ci lascia soli. Ascensione del Signore

La Chiesa celebra oggi la solennità dell’Ascensione di Gesù al cielo. L’evangelista san Marco racconta l’evento con queste parole: Il Signore Gesù, dopo avere parlato con loro [gli apostoli], fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. L’Ascensione testimonia in maniera definitiva che la resurrezione di Gesù non è un ritorno alla vita di prima - come lo fu, invece, ad esempio, la resurrezione del figlio della vedova di Naim - ma l’ingresso in una condizione nuova, nella gloria del Padre. Nella sua nuova condizione Cristo è costituito Redentore e Signore dell’universo e mediatore del dono dello Spirito Santo.  

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Prima di tutto viene l'amore di Cristo. VI Domenica di Pasqua

Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. E’ Gesù che parla. La forza di questa affermazione è data dalla parola “come”. Non si tratta di un “come” comparativo, ma fondativo. Gesù, cioè, radica l’amore che nutre per i discepoli sull’amore che Padre ha per Lui. In altre parole, Egli afferma che l’amore del Padre è all’origine, è la condizione, è la possibilità del Suo amore per gli apostoli. Da questa rivelazione sgorga una conseguenza importantissima: il Figlio ama i suoi non perché trovi in loro qualità amabili, ma perché Lui per primo è amato dal Padre. 

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Gesù non è un lusso per l’uomo, ma una necessità. V Domenica di Pasqua

L’allegoria della vite e i tralci è una delle pagine più belle del Vangelo di Giovanni. Si propone di illustrare la relazione vitale esistente tra Cristo e i suoi discepoli e le conseguenze che ne derivano. La relazione che il Signore propone è qualcosa di molto diverso da quella che si instaura tra un maestro e i suoi alunni, tra un “sapiente” che educa ad una vita virtuosa i suoi adepti. Infatti, nessuno dei grandi maestri dell’antichità - Socrate, Budda – ha mai detto: Rimanete in me ed io in voi.

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Io sono il Buon Pastore. IV Domenica di Pasqua

Gesù, in questa domenica, si auto-presenta: “Io sono il buon Pastore”. Io sono, è il Nome di Dio che Gesù usa per sè molte volte. Facendo proprio il nome di Dio, Egli si fa uguale a Lui, anzi dichiara di essere Lui stesso Dio. Esiste, pertanto, una differenza sostanziale tra Cristo e gli antichi pastori del popolo ebraico (i re, i profeti, i sacerdoti del tempio). Essi sono pastori per “partecipazione”, mentre Gesù è il Pastore vero. 

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"Pace a voi". III Domenica di Pasqua

I due discepoli di Emmaus, mentre ritornano alle loro case tristi e delusi in seguito alla morte e sepoltura di Cristo, vivono un’esperienza inaspettata che fa rinascere la speranza. Cristo risorto si affianca loro e si fa riconoscere mentre spezza il pane. Ripieni di gioia fanno ritorno a Gerusalemme e annunciano agli apostoli, riuniti nel Cenacolo, la resurrezione di Cristo. A confermare la testimonianza dei due, discepoli, improvvisamente, appare Gesù stesso.