Giornate intense quelle finora vissute al Meeting dell’Amicizia tra i popoli alla fiera di Rimini, che sul tema dei versi di Eliot
“Per questa 46^ edizione è stato scelto il titolo: ‘Nei luoghi deserti costruiremo con mattoni nuovi’.
Perdono, debito e disarmo:
Perdonare non è una buona azione che si può fare o meno: è una condizione fondamentale per chi è cristiano.
Juan José Pérez Soba, sacerdote diocesano e docente della Pastorale familiare presso il Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II per le Scienze del Matrimonio e della Famiglia a Roma, evidenzia all’agenzia ACI Prensa alcune chiavi per vivere questo tempo di Quaresima.
San Nicola nacque nel 1245 a Sant’Angelo in Pontano (Macerata) nella Diocesi di Fermo: la sua vita rappresentata da un pittore giottesco detto ‘Maestro della Cappella di San Nicola’, narra come i suoi genitori, ormai anziani, si fossero recati a Bari su consiglio di un angelo in pellegrinaggio alla tomba di san Nicola di Bari, per avere la grazia di un figlio. Ritornati a Sant'Angelo ebbero il figlio desiderato e, ritenendo di aver ricevuto la grazia richiesta, lo chiamarono Nicola.
“Pregare è quello che fa il bambino quando si sente limitato, impotente, dice 'papà, mamma'. Pregare significa guardare i nostri limiti, i nostri bisogni, i nostri peccati.... Pregare è entrare con la forza, oltre i limiti, oltre l’orizzonte, e per noi cristiani pregare è incontrare ‘papà’”.
“Seguo con grandissima preoccupazione quello che sta avvenendo in Terra Santa. In questo giorni violenti scontri armati tra la striscia di Gaza e Israele hanno preso il sopravvento e rischiano di degenerare in una spirale di morte e distruzione”.
“Quanta sofferenza, quante lacerazioni, quante guerre potrebbero essere evitate, se il perdono e la misericordia fossero lo stile della nostra vita!” Quanti hanno un rancore dentro, invece “è necessario applicare l’amore misericordioso in tutte le relazioni umane: tra i coniugi, tra i genitori e i figli, all’interno delle nostre comunità e anche nella società e nella politica”.
“Maria Goretti, adolescente di appena dodici anni, si è mantenuta pura da questo mondo, come scrive San Giacomo, a costo anche della stessa vita; ha preferito morire, piuttosto che offendere Dio. “No! – disse al suo scatenato uccisore – È peccato! Dio non vuole! Tu vai all’inferno!”.
Tre parabole del Vangelo, tre passaggi che mostrano come Gesù accoglie i peccatori, esce a cercare chi resta perduto, apre le braccia a chi ritorna e guarda anche a chi pecca nel pensare di avere “più un padrone che un padre”. Ed è questo il rischio: “Credere in un Dio più rigoroso che misericordioso, un Dio che sconfigge il male con la potenza, piuttosto che con il perdono”. E invece “Dio salva con l’amore, non con la forza. Proponendosi, in imponendosi”. Per questo, è importante la confessione, perché “il male si sconfigge accogliendo il perdono di Dio”.
“Non esistono nella Chiesa “self made man”, uomini che si sono fatti da soli. Siamo tutti debitori verso Dio e verso tante persone che ci hanno regalato condizioni di vita favorevoli”.
E’ l’episodio dell’adultera quello che induce Papa Francesco a riflettere sulla necessità del pentimento.
Accusare “noi stessi è il primo passo verso il perdono”. Lo ha spiegato Papa Francesco stamane nell’omelia della Messa a Santa Marta.
San Giovanni Paolo II è ricordato per migliaia di gesti, azioni, parole, segni che hanno reso così intenso e luminoso il suo lungo pontificato. Ma sicuramente un appellativo può essere assegnato al predecessore di Benedetto XVI: quello di Papa del perdono. Come dimenticare, infatti, le richieste di perdono avanzate a nome della Chiesa con straordinario coraggio da Karol Wojtyla?
E’ il Perdono Divino il vero “motore della speranza”. Su questo concetto si snoda l’Udienza Generale odierna di Papa Francesco, anche oggi, per il gran caldo, in Aula Paolo VI. “Gesù prova compassione. Letteralmente: Gesù sente fremere le sue viscere”. Il Papa durante la sua catechesi esprime più volte questa idea: “Il cuore di Cristo incarna e rivela il cuore di Dio, che laddove c’è un uomo o una donna che soffre, vuole la sua guarigione, la sua liberazione, la sua vita piena”.
Il cuore ha sete di perdono. E’ il titolo di un’antologia di racconti scritti dai carcerati. Un dono della Società di San Vincenzo De Paoli che ha molto colpito, e commosso, Papa Francesco.
Il mese di gennaio si apre proprio con l’apertura di una Porta Santa, quella di Santa Maria Maggiore. E così gennaio diventa un mese mariano nel quale la Porta Santa è porta di misericordia più di ogni altra. Per Papa Francesco è la basilica più amata, la basilica dove si è recato appena eletto e dove si reca ogni volta che parte e torna da un viaggio.
“Il penitente che bussa alla porta dei nostri confessionali può essere arrivato di fronte all’abbraccio misericordioso di Dio per innumerevoli cammini”.
Il 10 settembre a Tolentino si festeggia san Nicola ed il sabato successivo alla festa del Santo chi si reca nel Cappellone del Santuario può ‘prendere’ l’indulgenza plenaria concessa da papa Bonifacio IX con la Bolla papale ‘Splendor paternae gloriae’ del 1 gennaio 1390.