Il viaggio di Papa Francesco a Cipro e in Grecia porta con sé molti nodi diplomatici. La linea della Santa Sede è, come sempre, quella della prudenza diplomatica e del dialogo. Sia Cipro che Grecia hanno ormai da quattro decenni (Cipro un po’ di più) piene relazioni diplomatiche con la Santa Sede.
La rivoluzione è compiuta. In quattro anni in Belgio, i cosiddetti cours de rien sono arrivati a raddoppiare la loro presenza nei curricula scolastici (da una a due ore), mentre i corsi di religione sono stati definiti facoltativi e, di fatto, marginalizzati all’interno dell’istituzione scolastica. E questo senza nemmeno prendere in considerazione l’opinione dei vescovi, marginalizzati anche dall’opinione pubblica, come denunciato dal vescovo Guy Harpigny di Tournai.
Un viaggio per rafforzare i rapporti, e (perché no?) cominciare a pensare anche ad un viaggio del Papa nel Paese: dopo la Russia, l’arcivescovo Paul Richard Gallagher visita la Serbia, dove da tempo si aspetta il Papa e dove si ripongono molte speranze nel dialogo cattolico – ortodosso, tutto da sviluppare.
Una lettera che doveva rimanere riservata fino alla risposta del Papa, ma che, come accade spesso, è stata resa nota: le dimissioni dell’ arcivescovo di Parigi travolto da una inchiesta giornalistica che portano a galla una vecchia relazione con una donna. Il presule, smentisce ma scrive al Papa per dimettersi.
C’è anche qualche segno di speranza nella martoriata Siria. Il 20 novembre è stata inaugurata la Facoltà Privata di Teologia, considerata la prima di quel tipo in Siria per lo studio della Teologia Cristiana, dando così vita ad un nuovo centro intellettuale di proprietà della Chiesa Greco Cattolico Melchita che fornisce una laurea in teologia. Anzi, ad un centro in cui “la teologia orientale contemporanea possa interagire con il suo ambiente”, ha detto il Patriarca al-Absi della Chiesa Cattolica Greco Melchita.
Mentre nuove schermaglie al confine provocavano sei morti armeni, l’ambasciatore di Azerbaijan presso la Santa Sede Rahman Mustafayev è stato in Vaticano per una serie di incontri con l’intenzione di rafforzare il rapporto bilaterale tra i due Stati, e ha annunciato la prossima apertura di una ambasciata azera residente a Roma. Il 12 novembre, l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, “ministro degli Esteri” vaticano, è stato in Finlandia, mentre il 18 novembre ha incontrato in Vaticano Miroslav Lajčák, rappresentate speciale dell’UE per il dialogo Belgrado – Pristina. La visita anticipa il viaggio dell’arcivescovo Gallagher in Serbia il prossimo 22 novembre.
La spaccatura tanto temuta non c’è stata. A votare si per il documento sulla Eucarestia è stata la stragrande maggioranza dei vescovi statunitensi: 222 si, 8 no e tre astenuti.
Aiuto alla Chiesa che Soffre finanzierà altri cinque milioni di euro per alcuni progetti in Siria e Libano, per aiutare le comunità cristiane locali ad affrontare condizioni sempre più difficili in quei paesi. Una gran parte dei soldi andrà a progetti relativi alla costruzione e al restauro, o all'istruzione e alla formazione religiosa, ma anche vitto, alloggio e assistenza medica.
Il viaggio dell’arcivescovo Paul Richard Gallagher in Russia è l’evento diplomatico più importante e interessante della settimana. I rapporti tra Russia e Santa Sede vanno visti con attenzione, inclusi in quella diplomazia di avvicinamento ai Paesi ortodossi della Santa Sede, ma anche considerati alla luce della volontà della Russia di cooperare sui temi comuni. Restano sullo sfondo alcune questioni fondamentali: da quella ucraina (e il Papa avrebbe confermato all’arcivescovo Morzycki di Lviv che andrà il prossimo anno, o almeno così aveva dichiarato l’arcivescovo alla KAI) al rapporto con il Patriarcato di Mosca, fino alle questioni di mutuo interesse in territori come la Siria e l’Armenia.
“Ogni giovane può diventare un potenziale competitore poiché è attivamente impegnato con questo linguaggio. La pandemia ha mostrato strade inesplorate nel mondo virtuale. È il mezzo perfetto per connettersi con i giovani”.
Sono tre i progetti del Comitato direttivo della Fondazione Pro Oriente, che vanno dalla guarigione delle ferite alla implementazione dei dialoghi già stabiliti, e che puntano, come è negli scopi della fondazione, di dare nuovo impulso al cammino ecumenico tra cattolici e ortodossi.
La fotografia che si sviluppa sotto gli occhi di chi legge il Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes della Conferenza episcopale italiana è sempre molto profetica.
Ieri pomeriggio nella Cattedrale di Tortona il nuovo Vescovo Monsignor Guido Marini ha preso possesso della Diocesi. Il nuovo Vescovo, già Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie, è stato eletto da Papa Francesco lo scorso 29 agosto e consacrato dallo stesso Pontefice il 17 ottobre nella Basilica Vaticana.
È arrivato il sì della commissione Esteri della Camera allo stabilimento in Italia, come già successo in altri Paesi, di un inviato speciale per la libertà religiosa. È un passo accolto con favore anche da Aiuto alla Chiesa che Soffre, che da tempo si batte perché venga istituita una figura simile.
L’arcivescovo Peter Comensoli di Melbourne non ha usato mezze parole: la riforma sulle esenzioni religiosi dell’Equal Opportunity Act andrà gravemente a diminuire i diritti delle organizzazioni religiose di gestire le loro attività secondo la loro fede e la loro coscienza.
C’è una nuova ideologia negli Stati Uniti che viene chiamata religione “woke”, svegliati!.
Un gruppo composto da quattro attiviste femministe ha vandalizzato il 31 ottobre scorso la Basilica Cattedrale di Santa Cruz de la Sierra, in Bolivia, mentre l'Arcivescovo locale celebrava la messa domenicale. Ne ha dato notizia Aci Prensa, agenzia in lingua spagnola del gruppo Aci - Ewtn.
L’inaugurazione della nunziatura in Armenia segna un nuovo capitolo nelle relazioni tra la Santa Sede e il più antico Paese cristiano, e mostra una attenzione della Santa Sede verso le aree più periferiche o problematiche. C’è, tra l’altro, anche un dialogo aperto con la Russia, dove l’arcivescovo Gallagher sarà dall’8 al 10 novembre.
“Se alcune istituzioni internazionali sembrano aver abbandonato o quantomeno ostacolato la vita della Siria, la Chiesa Cattolica non ha abbandonato il Paese”.
Papa Francesco ha scritto al Cardinale Malcolm Ranjith, arcivescovo di Colombo, per esprimergli solidarietà nei suoi tentativi di cercare giustizia per le vittime degli atacchi di Pasqua. Da tempo, il Cardinale è impegnato in una battaglia per la verità, e non ha avuto timore a chiamare in causa il governo e chiedendo di chiarirne le corresponsabilità nel non fermare gli attacchi che a Pasqua 2019 hanno causato quasi cinquecento morti.