“Il versetto del salmo 92 ‘nella vecchiaia daranno ancora frutti’ è una buona notizia, un vero e proprio ‘vangelo’, che in occasione della seconda Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani possiamo annunciare al mondo. Esso va controcorrente rispetto a ciò che il mondo pensa di questa età della vita; e anche rispetto all’atteggiamento rassegnato di alcuni di noi anziani, che vanno avanti con poca speranza e senza più attendere nulla dal futuro. A molti la vecchiaia fa paura”: cosìinizia la lettera di papa Francesco indirizzata ai nonni ed agli anziani in occasione della seconda giornata, che si celebra domenica 24 luglio.
Per scoprire le radici della Chiesa maronita, bisogna risalire al IV secolo circa, quando San Máron (Marone), un asceta Antiocheno amico di Giovanni Crisostomo, istituì sui monti del Tauro, non lontano da Cirro, antica città della Siria settentrionale, una comunità religiosa in un tempio pagano che trasformò in chiesa. La sua santa condotta di vita, la sua predicazione e i miracoli di guarigione a lui attribuiti, lo resero famoso già in vita. Ad attestare tale fama è il suo biografo, Teodoreto, vescovo di Cirro, che racconterà - infatti - di una lettera (datata 405) nella quale il grande arcivescovo di Costantinopoli Giovanni Crisostomo, di origine antiochena, chiedeva preghiere all’eremita Máron.
Il tema della liturgia della Parola di questa domenica è la preghiera. Si tratta di un tema che appare per lo meno anacronistico perchè per pregare è necessario volgere il proprio cuore, la propria mente e la propria volontà a Dio. Ora, dobbiamo onestamente riconoscere che Dio non gode di particolari attenzioni da parte del mondo. E quando emerge un qualche interesse per Lui il più delle volte si risolve in una caricatura offensiva o in una strumentalizzazione. Si rifiuta Dio o si vive come se Dio non ci fosse perchè si ritiene che la vita senza di Lui sia più libera, che la scienza e la tecnica possano dare la risposta a tutti i bisogni dell’uomo. Ma, a ben guardare, la realtà ci racconta un’altra storia e ci dice che quando viene meno Dio la vita è priva di ancoraggio, manca di una meta a cui guardare, non ha più una motivazione alta per accendere su questa terra il fuoco della speranza, della bontà, della giustizia e dell’amore. Soprattutto aumentano la solitudine esistenziale e le nostre inquietudini, le quali possiamo anche leggerle come bisogno di Dio, secondo l’indicazione di sant’Agostino: Ci hai fatti per te, mio Dio, e il nostro cuore è inquieto fino a quando non potrà riposarsi in te.
Prima di concludere questa serie di passeggiate ignaziane nel cuore di Roma c'è ancora una piazzetta da visitare. E Piazza dell' Ara Coeli. Certo bisogna immaginare una situazione bel diversa da quella che vediamo oggi.
Quello che vediamo oggi a Piazza del Gesù con la chiesa e gli edifici intorno non era quello che vide e visse Sant' Ignazio nei sui anni romani. Sempre grazie alla guida di Padre Antonio Maria De Aldama proviamo a rivivere quei giorni con Ignazio.
E si arriva alla Piazza del Gesù, il luogo simbolo anche oggi dei gesuiti a Roma. All'angolo tra via del Gesù e l'attuale Corso Vittorio Emanuele c'era il posto dove Ignazio si metteva ad insegnare catechismo.
Un messaggio molto attuale, forte e chiaro quello che è stato lanciato da Tolentino a chiusura del 700^ anniversario della morte del beato Tommaso da Tolentino: da un’azione locale svolta con intelligenza e perseveranza si può incidere anche su delle questioni che interessano territori geograficamente lontani.
Il 14 giugno 1987 spirava a Roma padre Agostino Trapè. Priore generale dell'Ordine agostiniano, docente universitario e promotore e fondatore dell'Istituto patristico Augustinianum, il nome del religioso è noto a tutto il mondo agostiniano per il grande amore che ha nutrito per il Grande di Tagaste.
Lasciamo Porta del Popolo e la sua piazza e arriviamo attraverso via del Corso a quella zona che sarebbe diventata la piazza della chiesa di Sant' Ignazio.
‘Diario della felicità 3’: quattro storie di giovani che, di fronte all’insorgere di malattie mortali hanno saputo offrire la loro vita e le loro sofferenze a Gesù. Il libro contiene una breve biografia di ciascuno e una selezione di brani dei loro scritti a modo di diario. Seguono testimonianze e rimandi a siti di approfondimento. Le pagine del libro testimoniano la bellezza della vita vissuta fino in fondo senza censurare nessuna delle domande che abitano il cuore umano, come afferma Cecilia Galatolo, che lo ha scritto insieme a suor Dolores Anca Boitor
Come già annunciato con un articolo sul suo blog ‘Per anime libere’, Francesco Lorenzi, cantautore e fondatore del gruppo musicale ‘The Sun’, ed Andrea Marco Ricci, fondatore e presidente di ‘Note Legali, Associazione italiana per lo studio e l’insegnamento del diritto della musica’, hanno unito le loro esperienze per creare (con il supporto di altre persone) la nuova etichetta discografica ‘La Gloria’, per la quale è uscito già il nuovo singolo dei The Sun ‘La mia legge di attrazione’.
L’enciclica Humanae Vitae su promulgata da Paolo VI il 25 luglio 1968. Subito messa sotto accusa per il no alla pillola anti-concezionale, anche grazie ad una calibrata campagna stampa che diffuse solo pareri di alcuni dei gruppi che consigliavano l’enciclica, l’Humanae Vitae è ancora pietra di scandalo. Eppure, un recente libro ha mostrato che no, Paolo VI non agì da solo, perché molti sostenevano il suo pensiero, mentre altri studi hanno messo in luce che ci furono vescovi, come Karol Wojtyla, che chiesero addirittura al Papa di far valere il criterio dell’infallibilità mostrando come l’enciclica si basava su una antica tradizione cristiana.
Il Vangelo di questa domenica pone al centro della vita cristiana il tema dell’ascolto della Parola di Dio. L’occasione a Gesù per offrirci questo insegnamento è data dalla calorosa accoglienza che riceve a Betania nella casa di Lazzaro, Marta e Maria. Le due sorelle assumono nei confronti di Cristo un atteggiamento molto diverso. Marta è preoccupata “dai molti servizi” perchè desidera che l’illustre ospite riceva tutti i riguardi e le attenzioni che merita, mentre Maria è attratta dalla Persona di Gesù e si pone seduta ai suoi piedi per ascoltare la sua Parola. Per lei l’ascolto è più importante di qualsiasi altra cosa.
E’ una Napoli calda e solare quella del 16 luglio. Donne e uomini, piccoli e grandi, si ritrovano in una delle più famose piazze della città, adiacente alla chiesa della Vergine del Carmine, per rendere omaggio alla Mamma Celeste: è Piazza del Mercato, leggendaria agorà partenopea, che accoglie da secoli una delle più importanti feste della tradizione popolare.“
Con gli occhi costantemente rivolti al cielo per comprendere le ragioni della vita e cercare il dito di Dio nella creazione, gli astronomi vaticani non possono che essere “entusiasti” delle immagini che vengono dal telescopio James Webb. E lo dicono a chiare lettere, in una nota diffusa da fratel Guy Consolmagno, direttore della Specola Vaticana.
Se proseguiamo il nostro pellegrinaggio ignaziano arriviamo a Via del Gesù. Il nome è legato alla chiesa del Gesù che Paolo II iniziò a costruire nel 1541 al posto della cappelletta di Santa Maria della Strada. Ecco a metà circa di via del Gesù nella attuale chiesa di Santo Stefano del Cacco, ci fu la seconda sede del Collegio Romano tra il 1551e il 1557. Furono inaugurate qui le le cattedre di filosofia e di teologia il 6 novembre 1553, si conferirono i primi titoli accademici il 6 febbraio 1556, e si ebbe la prima rinnovazione dei voti il 6 gennaio 1557, dopo un triduo predicato dal padre Nadal. Come ricorda Antonio Maria de Aldama, si organizzarono dei gruppi degli "scolastici" gli studenti per il rinnovo dei voti durante le Messe celebrate dai padri Bobadilla, Nadal e Polanco. Se si prosegue alla fine di via del Gesù si gira a destra verso via del Pié di Marmo.Proprio qui Ignazio affittò nel 1552 una paio di case come sede dell'appena fondato Collegio Germanico. Un anno dopo il Collegio era stato ospitato a Palazzo Cesarini in Largo Argentina, ma il rapido sviluppo della istituzione fece si che trovasse un appartamento tra le chiese di Santo Stefano del Cacco e di San Giovanni, nella piazza della Pigna. La casa, probabilmente toccava via del Gesù. Una chiesa non lontana e molto significativa per la Compagnia è Santa Maria sopra Minerva. Al tempo di Ignazio, nella Compagnia si leggevano molto le lettere di santa Caterina da Siena, il cui corpo si venera sotto l'altare maggiore di questa chiesa unico esempio di gotico a Roma. Secondo lo storico della Compagnia Nicolò Lancizio l'affetto per Caterina era dovuto al fatto che la santa 'nella sua vita, nella sua condotta e nelle sue occupazioni, procedette sempre come le Costituzioni della Compagnia raccomandano a noi stessi di procedere'. È certo che nei suoi scritti Caterina insiste sul cercare ' l'onore di Dio e la salvezza delle anime' e fu grande la sua devozione alla Santa Sede. Il domenicano Tommaso Stella fondò in questa chiesa l'Arciconfraternita del Santissimo Sacramento, approvata da Paolo III nel 1539, nella quale furono iscritti sant' Ignazio e altri cinque padri della Compagnia e Ignazio la raccomandò ai suoi concittadini di Azpeitia per invitarli a farne parte. Sempre a Santa Maria Sopra Minerva l'8 marzo 1554 fu annunciata la creazione dell' Arciconfraternita del Santo Sepolcro di cui fecero parte i gesuiti con il progetto di istituire collegi in Terra Santa. In una cappella poi è sepolto Papa Paolo IV. Non era molto convito della Compagnia, ma finché fu in vita sant'Ignazio concesse al Collegio Romano di Morto Ignazio, fece esaminare le Costituzioni, ma senza cambiarle. Impose ai gesuiti di cantare l'Ufficio divino in coro e rese triennale il mandato del Generale. Ma essendo un ordine orale, tutto tornò come prima alla sua morte nel 1559. Il suo successore Pio IV confermò l'istituto della Compagnia. Una curiosità che rende chiaro come fosse Roma all'epoca: il sacrestano di Santa Maria della Strada doveva suonare la campana prima della Messa per il tempo necessario a percorrere a piedi la strada dalla Minerva, forse cinque minuti.
La storia della Compagnia di Gesù è stata scritta da uomini che hanno speso la loro esistenza per l'avvento del Regno dei cieli sulla terra. Fra questi vi fu anche Juan Alonso Polanco.
Le "Madonnelle Romane" accompagnano da secoli cittadini di Roma e turisti lungo le vie della Capitale.
La vita alle volte segue le sue strade e l'uomo che vuole amare Dio si incammina per questi sentieri anche se non li comprende da subito. Così è stata la vita del beato Arcangelo Canetoli.
Uno dei luoghi legati alla memoria di Sant'Ignazio di Loyola a Roma è Palazzo Madama.