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Il Papa in Cile e Perù, tanti gesti e qualche difficoltà

Il Papa saluta i fedeli che lo attendono in nunziatura a Lima  |  | ACI Group/ Vatican Media Il Papa saluta i fedeli che lo attendono in nunziatura a Lima | | ACI Group/ Vatican Media

Un viaggio più difficile del previsto quello del Papa in Cile e Perù con due possibili  chiavi di lettura: l’impegno per l’Amazzonia e la difesa della gente, soprattutto delle donne, dallo sfruttamento e la dolorosa questione degli abusi sessuali.

Certo il viaggio ha avuto moltissimi momenti toccanti. Abbracci e incontri come quello con la 99enne cieca a Trujillo, o con i ragazzi dell’ Hogar del Principito, o con i giovani del Cile cui il Papa ha chiesto di essere patrioti, o il pranzo con i Mapuche. E poi le grandi messe, soprattutto quella conclusiva in Perù con un milione trecentomila fedeli, o quelle meno affollate, ma significative nel Cile che ormai vede la Chiesa cattolica lontana e assente e ormai fin troppo spesso presa da mira da atti violenti.

Ai vescovi del Cile il Papa ha chiesto di non lasciarsi abbattere, lo ha fatto con i religiosi, e anche con le claustrali in Perù dove pure la Chiesa vive una situazione bene diversa.

Certo Cile e Perù non sono paesi facili. L’ America Latina vive condizioni politiche difficili, il Papa ne ha parlato in entrambi i paesi.  E ancora di più la Chiesa locale. Uno dei drammi delle comunità ecclesiali del continente americano è quello degli abusi sessuali sui minori, e ovviamente quelli attribuiti al clero scuotono maggiormente le coscienze. Abusi, connivenze, coperture. Il Papa conosce la situazione e ne ha parlato almeno in un paio di occasioni nel suo viaggio in Cile, e in Cile ha incontrato alcune vittime. Ma ha anche aggiunto una dichiarazione netta su uno dei vescovi più discussi del Paese: Juan Barros, accusato di aver coperto gli abusi sessuali commessi da padre Fernando Karadima. Una brutta storia che il Papa ha affrontato definendo calunnie tutte le accuse senza “evidenze” o “prove”.

Francesco lo ha fatto rispondendo ad un giornalista cileno sul bordo di una pista di un aeroporto. In aereo poi Francesco ha benedetto le nozze di due assistenti di volo, e arrivato a Iquique ha soccorso una “carabinera” caduta da cavallo. Gesti che hanno fatto il giro del web a gran velocità.

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Ma sul volo del rientro la stampa ha chiesto chiarimenti. E Papa Francesco ha chiesto scusa ai cileni per la parola “prove” che ha ferito le vittime, ma ha ribadito che senza “evidenze” le accusa sono solo calunnie. E ha messo in chiaro anche il suo impegno per la “tolleranza zero” contro gli abusi, imparata, ha detto, da BenedettoXVI.

Il viaggio ha avuto molti momenti di entusiasmo popolare, come la preghiera mariana a Trujillo, e più intimi come la visita alla prigione femminile a Santiago e i colloqui con i gesuiti al Centro Hurtado e a Lima, e culturali come alla Università cattolica del Cile. Ma quale sarà ora la traccia lasciata da questa settimana in Cile e Perù da Papa Francesco?