Ultime Notizie: Il vangelo della domenica

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Solo Dio può dare consistenza alla vita. XV Domenica del Tempo Ordinario

Nel brano di vangelo Gesù racconta una parabola. Altre ne sentiremo nelle prossime domeniche. La parabola è un racconto che partendo dalla vita vissuta, dagli eventi dell’esistenza quotidiana ci innalza a Dio e dunque la parabola ha il compito di facilitarci la comprensione della Verità non tanto con il ragionamento, ma illuminando la mente e la fantasia di chi ascolta. Nella parabola di oggi il protagonista è un seminatore che prende atto che il seme da lui seminato produce frutti diversi. Così è della Parola del Signore che cade nel cuore dell’uomo. Gesù parla di se stesso e del suo apostolato, il quale non è esente da insuccessi. Il Signore è onesto e realista e proprio per questo è in grado di analizzare lucidamente anche i suoi “fallimenti pastorali”. 

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“Venite a me! E troverete riposo”. XIV Domenica del Tempo Ordinario

Il brano di Vangelo di questa domenica inizia con un’espressione – in quel tempo Gesù disse - che sembra avere solo lo scopo di collegare tra loro i diversi eventi della vita di Gesù. In realtà descrive il clima di tensione e di insuccesso nel quale Gesù si trova a vivere e operare. Nel capitolo 11, al quale appartiene il testo, infatti, noi troviamo descritti i dubbi di Giovanni il Battista circa l’identità e missione di Gesù, quindi il rifiuto da parte degli ebrei sia di Giovanni che di Cristo ed infine la dura condanna nei confronti delle città di  Corazin, Betsaida e Cafarnao i cui abitanti, nonostante i numerosi miracoli in esse compiuti, non avevano creduto in Cristo.

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Cristo è la misura della validità di ogni altro amore. XIII Domenica del Tempo Ordinario

Gesù, che ha donato la sua vita per tutti, ci ha insegnato ad amare senza distinzione alcuna. Tuttavia, oggi nel Vangelo ci ricorda che Lui va amato più di tutti, merita un amore senza misura e senza limiti. Niente e nessuno può prendere il suo posto nel nostro cuore, può essere preferito a Lui; neppure i legami familiari possono entrare in concorrenza con l’amore che a Lui si deve. Lui, infatti, è la misura della validità di ogni altro amore”.

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Non abbiate paura! XII Domenica del Tempo Ordinario

Non abbiate paura! Questo invito ritorna per ben tre volte sulla bocca di Gesù nel Vangelo di questa domenica. Il Signore sa che il messaggio del Vangelo dovrà confrontarsi con ostacoli, troverà opposizione, sarà oggetto di derisione e causerà persecuzione a coloro che lo annunciano e a coloro che lo accolgono. Tutto ciò che ci appartiene e che ci è caro è sotto minaccia. Gesù non offre ai discepoli alcuna garanzia se non quella di fidarci di Lui. Nulla e nessuno, infatti, potrà fermare la forza intrinseca della Verità. Ne è un esempio la vicenda storica di Cristo stesso. La parola di salvezza che egli ha annunciato ha avuto una risonanza molto modesta presso i suoi contemporanei, tuttavia noi oggi assistiamo ad un fatto straordinario: questa parola partita da un oscuro angolo del nostro pianeta ha raggiunto tutti gli angoli della terra, superando ostacoli che sembravano insormontabili, portando frutti di bene e di santità insperati.

Daniel Ibáñez/CNA

La suprema manifestazione dell'amore di Gesù. Corpus Domini

La Chiesa celebra oggi la Solennità del Corpo e Sangue del Signore. Questa festa, che ha una connotazione tipicamente cattolica, è nata con l’intento di rendere al Signore Gesù un culto pubblico ed esteriore. Culto caratterizzato soprattutto dalla processione col Santissimo Sacramento per le vie delle città e dei paesi dove viene celebrato. Si tratta di un atto solenne, col quale la Chiesa proclama che il Signore Gesù è presente nelle specie Eucaristiche ed invita tutti all’adorazione, alla gratitudine e alla sequela. La Chiesa in questo modo non si rivolge soltanto ai credenti. Essa intende raggiungere anche i lontani, e mostrare a tutti il tesoro più prezioso che possiede, cioè Gesù Cristo vero Dio e vero uomo presente “nel pane di vita”, che esce dai luoghi dove abitualmente viene celebrato, per incontrare l’uomo nel suo habitat naturale.

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Dio è una comunione di vita. Santissima Trinità

Dopo aver celebrato i misteri della salvezza – dalla nascita di Cristo a Betlemme fino alla venuta dello Spirito Santo a Pentecoste – la Liturgia ci porta a contemplare il mistero centrale della nostra fede: la santissima Trinità, fonte di tutti i doni e di tutte le grazie, mistero ineffabile della vita intima di Dio.  

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Lo Spirito Santo percorre la storia del mondo. Solennità di Pentecoste

La Chiesa celebra oggi la Pentecoste, che San Giovanni Crisostomo con un’espressione efficace definisce “la festa centrale del culto cattolico”, al cuore della quale c’è il dono per eccellenza, dello Spirito Santo, promesso da Gesù ed effuso ai primordi della Chiesa nascente.

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Il destino dell’uomo è più grande del mondo stesso. Ascensione del Signore

La solennità dell’Ascensione del Signore al cielo celebra la glorificazione perfetta dell’umanità di Cristo presso Dio, a compimento del suo mistero pasquale. Le letture della Santa Messa per aiutarci a comprendere l’evento utilizzano delle immagini prese in prestito dall’Antico Testamento. Il Credo le sintetizza in questa densa formulazione: “E’ salito al cielo dove siede alla destra di Dio Padre”. La sera prima della sua morte, Gesù aveva rivolto al Padre questa preghiera: “Io ti ho glorificato sopra la terra, compiendo l’opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te, con quella gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse” (Gv 17,4). La preghiera di quella sera è stata pienamente esaudita proprio nel giorno dell’Ascensione.

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Lo Spirito è la memoria del Figlio. VI Domenica di Pasqua

In questa VI domenica di Pasqua ci viene offerto un primo insegnamento sullo Spirito Santo, tratto sempre dai “discorsi di addio” e che abbiamo ascoltato anche domenica scorsa. I testi che la Liturgia propone, ci aiutano ad entrare più profondamente nel mistero pasquale di Gesù. Questo evento, oltre alla Risurrezione di Cristo nel suo vero corpo, comprende anche altri due risvolti importanti, che saranno oggetto di riflessione nelle prossime due domeniche. E cioè l’Ascensione del Signore al cielo, con l’ingresso di Gesù nella gloria di Dio, dove ha portato la nostra umanità fin nel grembo della Trinità e la Pentecoste, ovvero l’invio dello Spirito Santo, frutto del sacrificio di Cristo, quale dono permanente inviato alla Chiesa e nel cuore di ogni battezzato.

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Gesù è la via perché chi lo incontra trova Dio. V Domenica di Pasqua

Nella nostra riflessione di questa V Domenica di Pasqua, ci soffermiamo sulla bella e ricca rivelazione che Gesù fa di se stesso: “Io sono la via, la verità e la vita nessuno va al Padre se non per mezzo di me”. Si tratta di parole inaudite, che nessun profeta ha mai osato pronunciare e con le quali il Signore dichiara che Lui è “tutto” ed è l’unico che può dare un senso compiuto alla vita e alla storia. Il significato di questo “tutto” ce lo insegnano i grandi Santi della Chiesa. San Tommaso d’Aquino scrive: “Se ti chiedi dove andare, stringiti a Cristo, perché lui è la verità cui desideriamo arrivare…Se ti domandi dove riposare, aderisci a Cristo, perché egli è la vita…Aderisci, dunque a Cristo, se vuoi essere sicuro; non potrai infatti deviare, essendo lui la via” (Commento al Vangelo di S.Giovanni/3, Città Nuova 1992, 96). Sant’Agostino sostiene che il Signore dice di se stesso “Io sono Via, Verità e Vita”, per dirci: Per dove vuoi passare? Sono io la via. Dove vuoi arrivare? Sono io la verità. Dove vuoi fermarti? Io sono la vita” (Sermo, 142, 1). Dal canto suo sant’Ilario afferma: “Non conduce fuori strada colui che è la via; né può illudere con il falso colui che è la verità; né abbandona nell’errore di morte colui che è la vita” (De Trin., 7,33).

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Cristo offre ciò che nessun uomo può promettere. IV Domenica di Pasqua

Gesù nel brano di Vangelo di oggi si presenta con queste parole: “Io sono il buon Pastore”. “IO SONO” è il nome con il quale Dio si è rivelato a Mosè nel roveto ardente e che Gesù applica a sè in numerose occasioni. Facendo proprio il nome di Dio, Gesù rivela sua uguaglianza con Lui e la sua origine divina. Presentandosi, poi, come il Buon Pastore, manifesta il suo “programma pastorale”, stilato nel seno della Santissima Trinità. Egli, infatti, afferma:” Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre che rimane in me, compie le sue opere (Gv14,10ss). Dio, come afferma Origene, “soffre una passione d’amore” per l’umanità precipitata nel peccato e nella morte e che vive disperata e sofferente. E poiché desidera risanarla e renderla partecipe della sua vita divina, affida questo meraviglioso progetto di salvezza al proprio Figlio che, presentatosi nella nostra carne mortale, si propone a noi con dolcezza, persuasione e amore (Mt 11, 28-30). Questo programma di bene in favore dell’umanità viene realizzato nonostante la mediocrità, la debolezza, la miseria e le resistenze dell’uomo, che fatica a comprendere l’amore puro, come quello di Dio che non chiede nulla in cambio.

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Gesù dà senso e speranza alla vita. III Domenica di Pasqua

In questa terza domenica di Pasqua la Chiesa offre alla nostra riflessione l’apparizione di Cristo risorto ai due discepoli di Emmaus. Noi ci soffermiamo al momento in cui i due viandanti e lo sconosciuto che cammina con loro giungono finalmente nei pressi del villaggio dove erano diretti. E’ ormai sera e i due discepoli si preoccupano dello sconosciuto che li ha seguiti fin qui e che pare voler andare oltre: Resta con noi … gli dicono. 

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Discepolo è chi accoglie e segue Cristo vero Dio e vero uomo. II Domenica di Pasqua

La nostra riflessione si concentra sulla conclusione del dialogo tra Gesù risorto e Tommaso. In esso il Signore invita l’apostolo: “E non essere incredulo, ma credente!”. In realtà il richiamo del Signore suona: “E non diventare incredulo, ma diventa credente”. Tommaso lo abbiamo visto si trova in una fase di incertezza e di dubbio: non è ancora incredulo, ma non è nemmeno un credente. Ora che ha visto il Cristo risorto è invitato a diventare credente.

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Cristo è davvero risorto! Domenica di Pasqua

La Chiesa nella santa Messa del giorno di Pasqua propone alla nostra riflessione la visita della Maddalena al Sepolcro. I vangeli di Giovanni e di Marco ci fanno sapere che Cristo ha riservato a lei la sua prima apparizione di risorto. Possiamo, dunque, affermare che è la principale testimone della Pasqua, insieme al discepolo amato da Gesù. Chi ama - è il caso di Maria Maddalena – cerca con insistenza l’Amato e non si dà per vinto finchè non lo trova; chi si sente amato - è il caso di Giovanni – lascia che sia l’Amante a trovarlo. Così Maria e Giovanni diventano il paradigma di tutti coloro che cercano Gesù con amore. Il brano del vangelo insieme a Maria Maddalena vede come protagonisti anche Pietro e Giovanni. Tre testimoni, come afferma il Card. Martini, alla ricerca dei segni del Risorto e, attraverso questi segni, della presenza stessa del Signore.

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Gesù è l’Amore che si dona, salva, si sacrifica. Domenica delle Palme

Con la domenica delle Palme o di Passione iniziamo la settimana Santa, che la tradizione della Chiesa ha qualificata come “la Grande Settimana” perché essa ha il ha compito di preparaci alla celebrazione dell’evento che ha cambiato la storia, cioè la Resurrezione di Cristo, nella quale la vita esplodere nella sua totalità e pienezza, trionfando sulla morte. 

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La morte non è invincibile. V Domenica di Quaresima

In questo domenica il brano di Vangelo presenta il miracolo della resurrezione di Lazzaro. Nel lungo racconto, Gesù per aiutare Marta, la sorella del morto, ad entrare nel mistero della sua Persona, le dice: “Io sono la resurrezione e la vita, chi crede in me anche se muore vivrà. Chiunque vive e crede in me, non morirà mai”. Questa affermazione, che rappresenta il vertice del dialogo, suscita un senso di fastidio per non dire di reazione negativa perché l’esperienza ci racconta un’altra realtà: anche chi crede in Gesù muore. Bisogna forse riconoscere che ha ragione il filosofo antico Epicuro quando afferma che “a causa della morte, noi, gli uomini, siamo come città senza mura?”, cioè senza alcuna difesa, senza alcuna risposta?

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Io credo, Signore. IV Domenica di Quaresima

Il Vangelo di oggi ci presenta Gesù che guarisce un cieco nato. Ci soffermiamo sulla parte finale dell’episodio, dove viene riportato il dialogo tra Gesù e il cieco risanato. Gesù gli chiede: Tu credi nel Figlio dell’uomo? Risponde il risanato: E chi è, Signore, affinchè creda in lui? Questa richiesta, che esprime il desiderio di conoscere Dio, porta Gesù a manifestarsi: Lo hai visto ed è quello che parla con te. Gesù si rivela come la Parola di Dio incarnata che viene incontro agli uomini e li interpella. Ora quello dichiarò: ‘Credo, Signore’. Con queste parole siamo giunti al vertice dell’episodio. Il cieco risanato, proclama ufficialmente la sua fede, che costituisce il coronamento spirituale di un lungo e tribolato cammino, vissuto in un ambiente a lui ostile.

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Di Te ha sete l’anima mia. III Domenica di Quaresima

Il Vangelo della terza domenica di Quaresima ci presenta l’incontro di Cristo con la donna samaritana al pozzo di Giacobbe, nella regione della Samaria. Ad un certo punto del lungo dialogo che si sviluppa tra i due, Gesù dà un ordine alla donna - “va a chiamare tuo marito e poi ritorna qui”(Gv 4, 16). La donna risponde che non ha marito. E Gesù replica: ‘hai detto bene’ non ho marito; infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero” (Gv 4,18).

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Dio è Luce e anche bellezza. II Domenica di Quaresima

La Trasfigurazione è una delle pagine più belle e più straordinarie della vita di Cristo. San Leone Magno spiega che con questo miracolo Gesù ha voluto rimuovere dal cuore dei discepoli lo scandalo della croce (Omelie, LI,3).

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La vita cristiana è una lotta. I Domenica di Quaresima

Con questa domenica interrompiamo il ciclo liturgico del Tempo Ordinario per iniziare un periodo privilegiato dell’Anno liturgico: il cammino quaresimale.