“E’ nato il Signore, è nato il Redentore che è venuto a salvarci. Avremo sempre in noi la tentazione di mondanizzare il Natale, quando la festa lascia di essere contemplazione – una bella festa di famiglia con Gesù al centro – e incomincia a essere festa mondana: fare le spese, i regali, e il Signore rimane lì, dimenticato. Anche nella nostra vita: sì, è nato, a Betlemme, ma … E l’Avvento è per purificare la memoria di quel tempo passato, di quella dimensione”. Lo ha detto il Papa - stamane - nell’omelia della Messa a Santa Marta, celebrata nel periodo di Avvento e nel giorno della memoria liturgica di San Francesco Saverio.
Diciamolo subito, nel libro intervista che Papa Francesco ha realizzato con il clarettiano Fernando Prado: "La Forza della vocazione La vita consacrata oggi", in libreria da oggi, dedicato alla vita religiosa c’è molto di più di quello che si legge in giro.
“L’Avvento è tempo di speranza. In questo momento vorrei fare mia la speranza di pace dei bambini della Siria, martoriata da una guerra che dura ormai da otto anni.
Non solo una attesa ma un un invito “a risvegliare l’attesa del ritorno glorioso di Cristo, preparandoci all’incontro finale con Lui con scelte coerenti e coraggiose”.
“Noi patriarchi cattolici d’Oriente siamo riuniti per riflettere insieme sul ruolo dei nostri giovani, la loro testimonianza e la loro missione in questa regione del mondo tormentata dalle prove e assetata di giustizia e di pace. Vorremmo essere l’eco dei lavori del sinodo dei vescovi sui giovani in attesa dell’esortazione apostolica”.
E’ un ricordo commosso di don Tonino Bello quello del Papa per i partecipanti al pellegrinaggio delle diocesi Diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca, e di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi,
“L’intera comunità nel suo insieme è interpellata dalle attuali dinamiche socio-culturali e dalle forme patologiche derivate da un clima culturale secolarizzato, segnato dal capitalismo di consumo, dall’autosufficienza, dalla perdita dei valori, dal vuoto esistenziale, dalla precarietà dei legami e delle relazioni. La droga, come già più volte sottolineato, è una ferita nella nostra società, che intrappola molte persone nelle sue reti”. Papa Francesco è chiaro, la droga è una schiavitù.
“Desidero far giungere il mio saluto a tutti i cristiani del Pakistan, specialmente a quelli che vivono nelle situazioni più difficili”. Così il Papa, stamane, incontrando in udienza i Membri dell’Associazione “Missione Shahbaz Bhatti”, il ministro pakistano per le minoranze ucciso dai fondamentalisti islamici nel 2011.
“Sono contento di vedervi e di salutarvi. Il vostro cammino nella vita è un po’ difficoltoso, cari bambini, perché dovete curarvi, vincere la malattia o convivere con la malattia: questo non è facile. Ma voi avete tanti amici, tanti amici che vi aiutano tanto. E anche i vostri familiari vi aiutano ad andare avanti”. Lo ha detto il Papa stamane salutando i bambini ammalati di tumore provenienti dalla Clinica di Oncologia di Wrocław, in Polonia.
L’impegno a ripristinare l’unità tra i cristiani è “una risposta alla volontà del Signore”, che è ancora più importante in “un mondo ferito dai conflitti”. Papa Francesco scrive al Patriarca Bartolomeo, come da tradizione nel giorno di Sant’Andrea.
La scelta di essere volontari rende “liberi e aperti alle necessità dell’altro”, e il volontariato svolge non solo un servizio di “supplenza sociale”, ma anche di dare volto umano alla società.. Papa Francesco incontra in Aula Paolo VI i membri di Sardegna Solidale, un centro di servizio di volontariato con varie attività nazionali e internazionali, che festeggia il 20esimo anniversario dalla fondazione
Annunciare Cristo “non è un lavoro di pubblicità, fare pubblicità per una persona molto buona, che ha fatto del bene, ha guarito tanta gente, e ci ha insegnato cose belle. Non è pubblicità. Neppure è per fare proselitismo. Se qualcuno va a parlare di Gesù Cristo, a predicare Gesù Cristo per fare proselitismo, no, questo non è annuncio di Cristo: questo è un lavoro, di predicatore, retto dalla logica del marketing. Che cosa è l’annuncio di Cristo? Che non è né proselitismo né pubblicità né marketing: va oltre. Come si può capire questo? È prima di tutto essere inviato”. Lo ha detto il Papa, stamane, nella omelia della Messa celebrata a Santa Marta in occasione della Festa di Sant’Andrea Apostolo.
“I nostri Santuari sono insostituibili perché mantengono viva la pietà popolare, arricchendola di una formazione catechetica che sostiene e rafforza la fede e alimentando al tempo stesso la testimonianza della carità”.
Papa Francesco apre l'omelia della Messa mattutina a Santa Marta ricordando la distruzione di Babilonia. "Il suono dei musicisti, dei suonatori di cetra, di flauto e di tromba, non si udrà più in te; - non ci saranno le feste belle, no: ogni artigiano di qualsiasi mestiere non si troverà più in te perché non sei una città di lavoro ma di corruzione, il rumore della macina non si udirà più in te; la luce della lampada non brillerà più in te; - sarà forse una città illuminata, ma senza luce, non luminosa; questa è la civiltà corrotta - la voce dello sposo e della sposa non si udiranno più in te. C’erano tante coppie, tanta gente, ma non ci sarà l’amore. Questa distruzione incomincia da dentro e finisce quando il Signore dice: basta. E ci sarà un giorno nel quale il Signore dirà: basta, alle apparenze di questo mondo. Questa è la crisi di una civiltà che si crede orgogliosa, sufficiente, dittatoriale e finisce così".
"Seguendo il pensiero del Magistero ecclesiale, possiamo elaborare quasi un discorso teologico sui beni culturali, considerando che essi hanno parte nella sacra liturgia, nell’evangelizzazione e nell’esercizio della carità. Essi, infatti, in primo luogo rientrano fra quelle «cose» che sono o sono state strumenti del culto, «santi segni» , «res ad sacrum cultum pertinentes», secondo la definizione della Costituzione conciliare Sacrosanctum Concilium. Il senso comune dei fedeli percepisce per gli ambienti e gli oggetti destinati al culto la permanenza di una sorta di impronta che non si esaurisce anche dopo che essi hanno perduto tale destinazione". Lo scrive Papa Francesco nel messaggio inviato al Convegno “Dio non abita più qui? Dismissione di luoghi di culto e gestione integrata dei beni culturali ecclesiastici”, organizzato dal Pontificio Consiglio della Cultura.
Papa Francesco incontra in questi giorni i Vescovi della Conferenza episcopale dell'Oceano Indiano giunti a Roma per la Visita ad Limina. Si tratta del gruppo di vescovi di Comore, Mauritius, Riunione, Mayotte e Seychelles.
Papa Francesco invita le imprese, a costruire una società più umana e fraterna che possa "rendere i beni di questo mondo più accessibili a tutti". È questo l’augurio di Papa Francesco contenuto del messaggio inviato ai partecipanti al 26° Congresso Mondiale dell'Uniapac - l'Unione Internazionale delle Associazioni dei Dirigenti Cattolici - che si è svolto a Lisbona.
Dopo mesi di restauri, il governo di Panama ha ufficialmente consegnato la Basilica di Santa Maria La Antigua, la prima diocesi sulla terraferma del continente americano. Papa Francesco la consacrerà durante la sua visita a gennaio per la Giornata Mondiale della Gioventù.
“Nulla più del martirio può segnare il modo proprio del cristiano di partecipare alla storia di salvezza dell'umanità” . Francesco risponde con una lettera a Padre Hanna e a Padre Louai, due francescani che lo hanno reso partecipe della loro testimonianza “nell’amata e martoriata” terra siriana.
Il tema-chiave di oggi è quello dei desideri. Nell’ultima catechesi dedicata ai comandamenti, Papa Francesco ripercorre il cammino fatto e riassume le tappe compiute leggendo il testo del Decalogo, “sempre alla luce della piena rivelazione in Cristo”. L’Udienza Generale odierna si è svolta presso l’Aula Paolo VI, a causa delle temperature in diminuzione degli ultimi giorni a Roma.