I Vescovi della Romania, giunti a Roma per incontrare Papa Francesco in visita ad limina, hanno presentato al Pontefice un documentario particolare: “Sette testimoni per la Piccola Roma”. Il cortometraggio racconta la storia della Chiesa greco-cattolica della Romania. Una chiesa unita con Roma nel 1700, messa fuori legge nel 1948 per oltre 40 anni, ma risorta dalla testimonianza dei martiri e dalla fede del suo popolo.
Non sono proprio “vacanze romane” quelle del principe Frederick di Danimarca, che insieme a sua moglie Mary è da qualche giorno in visita in Italia, tra vari impegni commerciali ed istituzionali. Tra questi ultimi, immancabile l’incontro con Papa Francesco.
Papa Francesco ha nominato Enrico Ferrannini Promotore di Giustizia Sostituto della Corte d’Appello dello Stato di Città del Vaticano e Maria Fratangelo difensore del Vincolo del Tribunale della Rota Romana.
Michal Giedojc (1420 – 1485) proveniva da una famiglia principesca lituana, e sin dalla gioventù era noto per gli studi di meccanica che metteva a frutto per creare macchinari per portare l’Eucarestia agli ammalati. Laico professo agostiniano, venerato da tempo come un santo per una serie di miracoli e guarigioni avvenute dopo la sua morte, la causa di beatificazione si è aperta nel 1521, poi chiusa da Urbano VII, poi riaperta nel XX secolo, e nel 2001 è riaperto il processo di beatificazione. Ieri, Papa Francesco lo ha dichiarato beato secondo la formula della “beatificazione equipollente”.
"Testimoniare è rompere un’abitudine, un modo di essere. Rompere in meglio, cambiarla. Per questo la Chiesa va avanti per testimonianze. Quello che attrae è la testimonianza, non sono le parole che sì, aiutano, ma la testimonianza è quello che attrae e fa crescere la Chiesa. E Gesù dà testimonianza. È una cosa nuova, ma non tanto nuova perché la misericordia di Dio c’era anche nell’Antico Testamento. Loro non hanno capito mai – questi dottori della legge – cosa significasse: misericordia voglio e non sacrifici. Lo leggevano, ma non capivano cosa fosse la misericordia. E Gesù con il suo modi di agire, proclama questa misericordia con la testimonianza". Lo ha detto Papa Francesco nell'omelia della messa mattutina celebrata a Santa Marta.
"In tante zone del mondo, nostri fratelli e sorelle non possono avere una vita dignitosa proprio per la mancanza d’accesso all’acqua pulita. Le drammatiche statistiche della sete, soprattutto la situazione di quelle persone che si ammalano e spesso muoiono a causa dell’acqua insalubre, è un’immane vergogna per l’umanità del XXI secolo". Lo scrive il Papa nel messaggio inviato ai partecipanti alla Conferenza internazionale, promossa dal Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale, sul tema La gestione di un bene comune: l’accesso all’acqua potabile per tutti.
Dopo il Sinodo dei Vescovi riprendono le visite ad limina delle diverse conferenze episcopali. In questi giorni è il turno dei Vescovi della Romania, giunti a Roma per incontrare Papa Francesco.
Sono passati trecento anni dalla morte di San Giovanni Battista de La Salle, Fondatore dei Fratelli delle Scuole Cristiane. E per questo evento Papa Francesco ha concesso “l'Anno Giubilare Lasalliano”.
Un incoraggiamento alla lotto contro la pedofilia, all'accoglienza e all'ascolto delle vittime le cui ferite non saranno mai in “prescrizione”, solo così si realizza la tolleranza zero.
“Non rubare”. È la “Settima Parola” del Decalogo su cui si concentra oggi Papa Francesco, nell’Udienza Generale in Piazza San Pietro. Francesco ricorda: “Nella dottrina sociale della Chiesa si parla di destinazione universale dei beni”. Ma che cosa significa?
Papa Francesco ha accettato stamane la rinuncia per raggiunti limiti di età presentata dal Cardinale Orlando B. Quevedo da Arcivescovo di Cotaboto, nelle Filippine. Gli succede Monsignor Angelito R. Lampon, finora Vicario Apostolico di Jolo.
Commentando il Vangelo odierno Papa Francesco - nell'omelia pronunciata a Santa Marta - riporta l'attenzione dei fedeli alle tante volte in cui ciascuno di noi ha rifiutato Cristo. Il "rifiuto deve far pensare a noi, alle volte che Gesù ci chiama; ci chiama a fare festa con Lui, a essere vicino a Lui, cambiare vita. Pensate che cerca i suoi amici più intimi e loro rifiutano! Poi cerca gli ammalati … e vanno; forse qualcuno rifiuta. Quante volte noi sentiamo la chiamata di Gesù per andare da Lui, per fare un’opera di carità, per pregare, per incontrarlo e noi diciamo: ma, scusa Signore, sono indaffarato, non ho tempo. Sì, domani, non posso. E Gesù rimane lì".
La buona politica è al servizio della pace. E' il tema scelto da Papa Francesco per il Messaggio per la 52/ma Giornata Mondiale della Pace, che si celebrerà il 1° gennaio 2019.
La Giornata Mondiale dei Poveri intende essere una piccola risposta che dalla Chiesa intera, sparsa per tutto il mondo, si rivolge ai poveri di ogni tipo e di ogni terra perché non pensino che il loro grido sia caduto nel vuoto.
Sono stati tanti e variegati i doni che il Presidente della Repubblica del Paraguay, Mario Abdo Benitez, ha offerto a Papa Francesco. Tra i tanti anche un vassoio di “chipas”, una torta tipica del Paraguay con farina di mais. Il Pontefice ha ricevuto il Presidente Benitez questa mattina in Vaticano, insieme alla consorte e a una delegazione di 17 persone.
“Ancora oggi, purtroppo, atteggiamenti antisemiti sono presenti. Come più volte ho ricordato, un cristiano non può essere antisemita.
No all’egoismo dell’interesse, perché la “gratuità” predicata da Gesù “non è selettiva”. Lo ha detto Papa Francesco durante l’omelia della Messa mattutina presso Casa Santa Marta. Per il Pontefice “la rivalità e la vanagloria” distruggono le fondamenta delle comunità, seminando divisioni e conflitti.
“Gesù ha insegnato una volta per sempre che l’amore per Dio e l’amore per il prossimo sono inseparabili, anzi, di più, si sostengono l’un l’altro. Pur se posti in sequenza, essi sono le due facce di un’unica medaglia: vissuti insieme sono la vera forza del credente!”
“Vivo come uno che prepara l’incontro con lo sposo?” È la domanda principale di Papa Francesco nell’omelia per la Santa Messa in suffragio dei Cardinali e dei Vescovi defunti nel corso dell’anno.
Una “ripartizione equa” di responsabilità sulle migrazioni, valorizzando invece negli accordi internazionali quelle parti che più rispondono ai 20 punti sviluppati dalla Santa Sede per i negoziati sugli accordi globali su Migranti e Rifugiati, continuando a lottare contro la tratta di esseri umani: lo sottolinea Papa Francesco in un messaggio inviato al Foro Social de Migraciones.