Il 19 gennaio 1565 spirava a Roma padre Diego Lainez. Sacerdote, gesuita e primo Preposito generale della Compagnia di Geù, la sua esistenza fu un continuo procedere per la diffusione di quel Regno presente nel cuore dell'uomo.
Il Vangelo di questa domenica ci presenta il discorso delle beatitudini, definite da papa Francesco via pratica di santità. Nei primi secoli del cristianesimo le beatitudini venivano consegnate ai neo-battezzati insieme al Padre Nostro. Questa scelta era motivata dalla convinzione che esse non sono espressioni poetiche, astrazioni "spirituali", regole di condotta, ma costituiscono l’autobiografia di Cristo, ci dipingono il suo ritratto, ci descrivono la sua personalità.
“Io sono stato testimone del tragico attacco suicida nella mia parrocchia, mentre celebravo la Messa cui partecipavano più di 2500 fedeli”. Cominciava così la lettera con cui padre Francis Guilzar, parroco della chiesa di San Giovanni di Lahore, in Pakistan, raccontava del martirio del ventenne Akash Bashir, che, sacrificando la propria vita, impedì a dei kamikaze di entrare in chiesa, costringendoli ad esplodersi all’ingresso della chiesa. L’attacco provoco 20 vittime e 80 feriti, ma sarebbero stati molti di più senza il sacrificio del giovane. Il 9 novembre 2021, la Congregazione per le Cause dei Santi ha autorizzato l’arcidiocesi di Lahore ad aprire la causa di beatificazione. Akash Bashir è così il primo servo di Dio della Chiesa proveniente dal Pakistan.
Tra il 1914 e il 1922 nei corridoi del Vaticano si vedeva spesso un personaggio assai particolare. Si trattava del barone Carlo Monti “incaricato d’affari” del governo italiano presso la Santa Sede. Sono gli anni febbrili della Prima Guerra Mondiale, e sono gli anni febbrili del dibattito che porterà l’11 febbraio del 1929 ai Patti Lateranensi.
Nella parrocchia di San Gioacchino a Roma, sede della comunità dei Padri redentoristi, vi sono stati moltissimi religiosi degni di essere ricordati. Fra questi brilla il nome di padre Vladimiro Felici.
Settant'anni fa, il 10 febbraio 1952, Papa Pio XII si rivolgeva, con un radiomessaggio, alla diocesi di Roma. Un radio messaggio come “esortazione ai romani”. La mobilitazione di Roma per il mondo nuovo è lanciata, “come non si poteva pensare più solennemente”, scriverà Padre Riccardo Lombardi che ha dato vita al Movimento Mondo Migliore che oggi conta presenze in tutto il mondo.
“Ma chi avrebbe potuto dormire con quella purissima aria, a quell’altezza, nel centro di quel grandiosissimo fra i più grandiosi teatri alpini, in quell’atmosfera tutta pura e trasparente, sotto quel cielo del più cupo zaffiro, illuminato da un filo di luna e, fin dove l’occhio giungeva, tutto scintillante di stelle, in quel silenzio”.
Nel 1966 fu celebrato il millennio del battesimo della Polonia. Per quell’importante anniversario i vescovi polacchi invitarono Paolo VI in Polonia e il Papa accolse l’invito con gioia.
L’ Italia si sa è una terra d’arte e di santità. E lo dimostrano non tanto le pratiche religiose contemporanee, asfissiate dal secolarismo e dalla superficialità che allontana dalle vere questioni della fede, ma le testimonianze storiche.
Ha il segno “più” il resoconto 2021 di Caritas Sant’Antonio, la onlus di solidarietà dei frati della Basilica di S. Antonio di Padova.
Il Vangelo di questa domenica ci presenta l’episodio della pesca miracolosa, avvenuta sul Lago di Tiberiade. Pietro alla richiesta di Gesù di prendere il largo e di gettare le reti - nonostante non avessero preso nulla nel corso della notte - si fida e obbedisce. Il risultato è straordinario: la rete si riempie di pesci. Pietro, pieno di stupore, si rende conto che Cristo non è un uomo qualsiasi e riconosce di non potere stare alla sua presenza a causa della propria indegnità: “Signore, allontanati da me, perchè sono peccatore”. Ma il Signore non si scandalizza del peccato e dei limiti dell’uomo, anzi lo invita a maturare la consapevolezza che la fragilità umana, per quanto grande, è superata dalla potenza di Dio: “Non temere d’ora in poi sarai pescatore di uomini”.
A 250 chilometri a Nord Ovest di Pechino, nella regione di Xiwanzi, c’è il villaggio di Chongli. Ed è lì che si rifugiarono i cristiani perseguitati nel XVIII secolo, arrivando in quelle montagne dove vissero in grotte, al riparo dal freddo e dalla calura invernale. Ora, quei luoghi sono stati trasformati, c’è una ferrovia ad alta velocità che vi arriva, il villaggio è diventato una città. Ma è parte della storia recente. Perché è lì, su quelle montagne, che si disputa parte delle Olimpiadi invernali di Pechino.
Il 18 aprile 1741 spirava a Ciorani fratel Gioacchino Gaudiello. Il nome di questo religioso redentorista appartiene alla fitta schiera dei primi figli di Sant'Alfonso che, con amore e sacrificio, diffusero il vangelo nel mondo. Fratello laico la sua vita è stata semplice e piena di lavoro.
Padre Nicolas Kluiters era in Libano come missionario, in quel Libano colpito dal conflitto negli anni Ottanta del secolo scorso. E di quel conflitto fu vittima. Il 14 marzo 1985, mentre percorreva una strada della Békaa, fu sequestrato, torturato e ucciso. Un martire moderno, di cui, lo scorso 22 gennaio, si è aperto il processo di beatificazione a Beirut, con una celebrazione presieduta da monsignor César Essayan, vicario apostolico di Beirut per i Latini.
Fu Chiara d’Assisi, mossa dalla medesima ispirazione di Francesco, a dare inizio a quella forma di vita evangelica che ora è quella di tante clarisse in tutta Italia: la scelta della povertà come scelta di una Persona, di una Vita. La clausura. "Un progetto antico e sempre nuovo", quello di osservare il Vangelo in povertà e silenzio, un progetto da realizzare nell’incarnazione continua e mutevole della storia, nelle forme che la fede plasma nelle diverse culture e in ogni tempo. Questo tipo di vita, e di scelta, viene raccontato ad ACI Stampa dalle Clarisse di Faenza, da Suor Mariangela e dalle sue sorelle
Tra i grandi studiosi dell'opera di San Benedetto da Norcia brilla il nome di padre Adalbert de Vogue. Storico e professore presso l'Ateneo Sant'Anselmo di Roma, il suo nome è legato alla grande ricerca che ha fatto della Regola del Padre del Monachesimo occidentale.
Una cosa è certa: Notre Dame sarà ricostruita esattamente come era prima. Non era notizia scontata, considerando i dibattiti che avevano fatto seguito all’incendio che aveva colpito la cattedrale il 15 aprile 2019, quando si era parlato addirittura di trasformare la cattedrale in un Museo, o anche di fare qualche trasformazione alla cattedrale simbolo di Parigi. Ma c’è da dire che il restauro che aveva impegnato Viollet-le-Duc, nel XIX secolo, non era stato conservativo, ma piuttosto innovativo. E faceva parte di questa innovazione anche l’installazione della guglia di legno.
“L’amore di Cristo ci sollecita, ci spinge, non ci lascia tranquilli, ci inquieta. L’amore vero sazia e, allo stesso tempo, è sempre in ricerca”.
Era stato profanato nel 2016 dai miliziani jihadisti dell’ISIS, ed è rimasto semidistrutto da allora. Ma ora potrebbe esserci nuova vita per il monastero Mar Elian, nella periferia della città siriana di Qaryatayn. Lo ha annunciato padre Jacques Mourad, il monaco della comunità di Mar Mousa che era retore del monastero e che fu rapito dall’ISIS il 15 maggio 2015, e rimase nelle mani dei miliziani per cinque mesi, prima in isolamento e poi con più di 150 cristiani di Qaryatayn.
"De finibus terrae": il nome di questo luogo santo è molto bello e suggestivo, perché riecheggia una delle ultime parole di Gesù ai suoi discepoli.