Papa Francesco ha ricevuto stamane nel Palazzo Apostolico l’Arcivescovo di Poznan Stanisław Gądecki, Presidente della Conferenza Episcopale Polacca. L’incontro è durato 45 minuti.
Dopo aver incontrato stamane Papa Francesco con cui – secondo quanto riferisce su Twitter la Conferenza Episcopale Polacca – ha parlato tra l’altro dell’impegno della Chiesa per l’accoglienza e l’assistenza dei profughi in fuga dall’Ucraina, domani l’Arcivescovo di Poznan Stanisław Gądecki, Presidente dei Vescovi polacchi, incontrerà il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I attualmente in visita in Polonia.
Da Mariupol, la città di Maria, a Lviv, Leopoli, la città senza confini dalla forte identità religiosa, l’attacco russo all’Ucraina si configura anche come un attacco ai luoghi religiosi. E ad essere danneggiate sono soprattutto chiese ortodosse, ma anche chiese cattoliche, sinagoghe, moschee. Addirittura, si era temuto per la cattedrale di Santa Sofia Kiev.
Il problema è prima di tutto l’approccio. Perché è vero che la Chiesa deve affrontare i problemi del tempo – dalle transizioni ecologica e digitale alla povertà e la guerra -, ma è anche vero che l’atteggiamento non può essere quello di una qualunque organizzazione. La Chiesa non può prendere semplicemente le sfide del mondo. Deve portare al mondo un qualcosa di nuovo. Deve proclamare la fede.
“La religione non può essere usata come mezzo per giustificare questa guerra. Tutte le religioni, e noi come cristiani, siamo uniti nel condannare l'aggressione russa, i crimini che vengono commessi contro il popolo dell'Ucraina e la blasfemia che rappresenta l'uso improprio della religione in questo contesto”.
Nei giorni scorsi il cardinale Mario Grech, segretario generale del Sinodo dei Vescovi, ha compiuto il viaggio in Polonia.
I Vescovi europei accolgono l’invito rivolto da Papa Francesco ai vescovi di tutto il mondo e ai loro presbiteri a unirsi a lui nella preghiera per la pace e nella consacrazione e affidamento della Russia e dell’Ucraina al Cuore Immacolato di Maria. Lo afferma una nota del CCEE.
Esattamente 5 anni fa moriva ad 84 anni il Cardinale ceco Miloslav Vlk, Arcivescovo emerito di Praga e simbolo della Chiesa perseguitata dai regimi comunisti dell’Europa Orientale.
“Penso che il Cremlino abbia esercitato pressioni sul patriarca Kirill.
Durante la riunione plenaria, i Vescovi hanno effettuato una valutazione delle attività di aiuto intraprese dalla Chiesa, svolte sia dalle strutture di Caritas Polska e delle Caritas diocesane che da altre organizzazioni cattoliche e comunità parrocchiali e religiose.
“L'orientamento, il metodo dei contenuti del Cammino sinodale della Chiesa in Germania ci riempiono di preoccupazione”. A scriverlo sono i vescovi della Conferenza episcopale scandinava in una lettera inviata al presidente dei vescovi tedeschi Georg Bätzing.
Ogni parrocchia dell'arcidiocesi di Cracovia aiuta l'Ucraina e i suoi abitanti. Sono diverse migliaia i profughi ospitati nei conventi, nelle case per i pellegrini e negli edifici parrocchiali. Mons. Marek Jędraszewski, arcivescovo di Cracovia, ha accolto gli ucraini in fuga dalla guerra al Palazzo Arcivescovile.
Quasi novecento atti anti-cristiani in un anno, quasi 1700 atti anti-religiosi nello stesso periodo. Anche in Francia, i cristiani restano i fedeli più sotto attacco, con un trend che va dai 700 ai 900 atti anti-cristiani l’anno che non accenna a diminuire, e che ha subito un piccolo calo solo nel periodo delle restrizioni anti-COVID (sostituito, però, dagli attacchi alla libertà religiosa).
Il presidente della Conferenza episcopale tedesca ha chiesto cambiamenti radicali all'insegnamento della Chiesa sul sesso al di fuori del matrimonio e sull'omosessualità.
“Ti prego, Fratello, di fare appello a Vladimir Putin, affinché termini l’insensata lotta col popolo ucraino, nella quale stanno morendo persone innocenti, e la sofferenza non riguarda solo i militari, ma anche le persone civili soprattutto donne e bambini”.
Spagnolo, salesiano, Arcivescovo di Rabat. Anche il Cardinale Cristobal Lopez Romero ha partecipato la scorsa settimana a “Mediterraneo Frontiera di Pace”. Al porporato abbiamo chiesto un commento sulla emergenza migratoria che ora si apre dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, parlando anche di un possibile Sinodo per il Mediterraneo.
Il Cardinale Rainer Maria Woelki ha presentato al Papa per la seconda volta le sue dimissioni da Arcivescovo metropolita di Colonia.
La Conferenza Episcopale Italiana ha rinnovato l’appello per la fine delle ostilità in Ucraina, lasciando spazio al negoziato. La Presidenza ha invitato a sostenere la raccolta fondi, avviata da Caritas Italiana, per far fronte ai bisogni immediati delle popolazioni vittime del conflitto, chiamando anche alla prossimità con le sorelle e i fratelli ucraini che sono nel nostro Paese. La Cei, inoltre, ricorda che l’intera rete delle Caritas diocesane su tutto il territorio nazionale sostiene le azioni necessarie per rispondere ai bisogni più urgenti della popolazione in sofferenza o in fuga e a contribuire all’accoglienza di quanti arriveranno in Italia.
Il dramma ucraino è stato al centro di Mediterraneo Frontiera di Pace, l’evento che ha visto riuniti a Firenze decine di vescovi e sindaci della regione. Delle conseguenze umanitarie della guerra e anche della prospettiva di un Sinodo per il Mediterraneo abbiamo parlato con l’Arcivescovo di Ferrara – Comacchio e Presidente della Fondazione Migrantes Monsignor Gian Carlo Perego.
“Noi resistiamo. Resistiamo in preghiera. Per il nostro esercito. Per la nostra Patria. Per il nostropaziente, ma sofferente popolo ucraino di cui, secondo l’ONU, oggi abbiamo quasi quattrocentomila profughi. In meno di cinque giorni. Ma noi resistiamo. Resistiamo in preghiera”.