Abbiate coraggio, le parole del Papa al termine della messa a Beirut sono un incoraggiamento ma anche un grazie:
"Disarmiamo i nostri cuori
Dopo aver visitato l’Ospedale de la Croix, il Papa ha raggiunto il porto di Beirut per raccogliersi in preghiera nel luogo della devastante esplosione che il 4 agosto 2020 ha provocato la morte di oltre 200 persone. 7000 furono i feriti e circa 300000 gli sfollati.
L’ultimo giorno libanese di Papa Leone XIV si apre dopo le 8 ora locale con la visita all’Ospedale de la Croix, gestito dalla Congregazione delle Suore Francescane della Croce.
L'incontro con i Giovani nel piazzale antistante il Patriarcato di Antiochia dei Maroniti a Bkerké. 15.000 giovani ad accogliere il pontefice
Mohammad Sammak,
"Come le radici dei cedri e degli ulivi penetrano in profondità e si estendono ampiamente sulla terra, così anche il popolo libanese è sparso in tutto il mondo,
Il presidente libanese Joseph Aoun ha rimarcato la straordinaria diversità religiosa del Libano, e il fatto che, in quel piccolo fazzoletto di terra, le religioni riescano oggi a vivere in uno spazio di dialogo, stabilito in maniera istituzionale con la divisione dei poteri apicali dello Stato, ma vissuta quotidianamente dalle persone. La diversità religiosa non riguarda però solo il rapporto tra le fedi. Anche nella stessa Chiesa cattolica, ci si trova con sette diverse Chiese cattoliche, espressione della varietà mediorientale e di una stratificazione storica che non ha eguali.
Un altro appuntamento per Papa Leone XIV questo lunedì in Libano: dopo la visita alla tomba di San Charbel, il Papa si reca al Santuario di Nostra Signora del Libano ad Harissa per l’incontro con i Vescovi, i Sacerdoti, i Consacrati, le Consacrate e gli Operatori pastorali.
Come è triste vedere questa terra benedetta soffrire nei suoi figli
Questo lunedì mattina del Papa in Libano inizia con un momento davvero speciale: la preghiera sulla tomba di San Charbel nel Monastero di San Maroun ad Annaya.
“Beati gli operatori di pace”. L’esordio di Leone XIV davanti al corpo diplomatico e alla società civile di Beirut racconta già, in qualche modo, il senso del passaggio del pontefice nella Terra dei Cedri, nel “Paese messaggio”, secondo l’espressione di Giovanni Paolo II. Un messaggio di pace che si lega idealmente al messaggio di unità della prima tappa del viaggio, laddove, insieme al Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, ha anche ribadito che nessuna religione può fare la guerra in nome di Dio. Un messaggio che il Papa unisce ad un diritto che sembrava messo da parte in questi ultimi anni: quello di restare nella propria terra, prima ancora che di migrare.
possibilità, di un grande evento ecumenico a Gerusalemme nel 2033, quando sarà l’Anno Santo della Redenzione. Nel breve volo che da Istanbul lo porta a Beirut, Leone XIV ha parlato con i giornalisti in un breve, ma denso, botta e risposta. Nelle sue parole, il senso del viaggio in Turchia, le prospettive diplomatiche discusse con il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, con un focus sulla situazione di Gaza e sull’Ucraina, e, appunto, la prospettiva di un altro grande viaggio ecumenico.
L’impegno per un dialogo di carità che ripristini l’unità della Chiesa senza assorbire né dominare. L’invito a costruire l’unità amandosi come fratelli e sorelle. Il monito a non usare mai il nome di Dio per giustificare guerre e violenze. Con questi tre messaggi, forti, che si sono dipanati tra la commemorazione del I concilio ecumenico a Iznik, l’antica Nicea, e la partecipazione del Papa alla Divina Liturgia nel giorno della festa di Sant’Andrea (con in mezzo una dichiarazione congiunta), Leone XIV lascia la Turchia. Non c’è stata la definizione di una data comune per la Pasqua – gli ortodossi e gli orientali la calcolano secondo il calendario giuliano, i latini secondo il calendario gregoriano. Era una speranza, perché proprio a Nicea, 1700 anni fa, si era stabilita la modalità di calcolare la data della Pasqua. L’impegno, però, resta, mentre Leone XIV ha definito una strada di dialogo con una enfasi particolare sulla preghiera comune e sulle sfide del mondo, dalla questione ecologica a quella dell’intelligenza artificiale.
“Essere giovani è un periodo meraviglioso della vita perché c’è così tanto da imparare e da sperimentare. Allo stesso tempo, ci sono molte sfide da affrontare mentre cercate di crescere e maturare il vostro carattere all’interno di un contesto sociale. Trovare il proprio posto nel mondo sembra ancora più difficile oggi, mentre le società cambiano costantemente, i valori tradizionali sono spesso guardati con disprezzo e la tecnologia, pur contenendo elementi positivi, può anche lasciarci più isolati gli uni dagli altri”. Lo ha detto Papa Leone XIV nel videomessaggio inviato ai partecipanti all’Australian Catholic Youth Festival.
Dopo la visita alla Cattedrale Armena Apostolica ad Istanbul, Papa Leone XIV si è recato presso la Chiesa Patriarcale di San Giorgio per assistere alla celebrazione della Divina Liturgia, presieduta dal Patriarca Bartolomeo I.
La Chiesa inizia con questa domenica il tempo di Avvento. Non si tratta di un semplice conto alla rovescia verso il Natale, ma di un cammino spirituale che ci prepara a celebra l’evento più sorprendente della storia, Dio che si fa uomo. E’ il tempo favorevole per riscoprire la gioia della sua presenza in mezzo a noi. Per questo, nella liturgia della Parola della Santa Messa risuonano tre verbi che diventano come le porte d’ingresso dell’Avvento: “Svegliarsi” (II lettura), “Vegliare” (Vangelo), “andare incontro con gioia al Signore (Salmo responsoriale).
L’ultimo giorno del viaggio apostolico di Papa Leone XIV in Turchia si è aperto stamane con la visita di preghiera alla Cattedrale Armena Apostolica ad Istanbul.
La Santa Messa alla Volkswagen Arena di Istanbul
È ormai tradizione dei Papi svolgere in Turchia (Türkiye, secondo la dizione ufficiale) uno dei primi viaggi apostolici. Per Leone XIV si tratta del primo viaggio apostolico: una tappa già pensata da Papa Francesco, ma allungata nel tempo, che lo ha visto toccare Ankara come prima tappa. Nel discorso al corpo diplomatico e alla società civile, Leone XIV ha sottolineato il ruolo importante della Turchia nello scenario mediterraneo, ma ha anche chiesto un dialogo che renda tutti uguali. Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha introdotto le parole del Papa con un lungo discorso, in cui ha ribadito la posizione turca sulla questione israelo – palestinese e fortemente criticato il governo israeliano. Vale la pena ricordare che la moglie del presidente turco, Emine, aveva incontrato Leone XIV lo scorso 2 luglio, parlando di sforzi umanitari comuni, dopo essere intervenuta alla Pontificia Accademia delle Scienze su “Economia basata sulla fraternità: multilateralismo etico”.