Papa Leone XIV si congeda dal Libano. Dopo un lungo e intenso viaggio che lo ha portato prima in Turchia e poi in terra Libanese il Pontefice si appresta a fare ritorno in Vaticano. Ma prima un discorso di congedo dal Libano che lo ha accolto con calore e gioia.
"Disarmiamo i nostri cuori
Dopo aver visitato l’Ospedale de la Croix, il Papa ha raggiunto il porto di Beirut per raccogliersi in preghiera nel luogo della devastante esplosione che il 4 agosto 2020 ha provocato la morte di oltre 200 persone. 7000 furono i feriti e circa 300000 gli sfollati.
"Come le radici dei cedri e degli ulivi penetrano in profondità e si estendono ampiamente sulla terra, così anche il popolo libanese è sparso in tutto il mondo,
Un altro appuntamento per Papa Leone XIV questo lunedì in Libano: dopo la visita alla tomba di San Charbel, il Papa si reca al Santuario di Nostra Signora del Libano ad Harissa per l’incontro con i Vescovi, i Sacerdoti, i Consacrati, le Consacrate e gli Operatori pastorali.
Questo lunedì mattina del Papa in Libano inizia con un momento davvero speciale: la preghiera sulla tomba di San Charbel nel Monastero di San Maroun ad Annaya.
È ormai tradizione dei Papi svolgere in Turchia (Türkiye, secondo la dizione ufficiale) uno dei primi viaggi apostolici. Per Leone XIV si tratta del primo viaggio apostolico: una tappa già pensata da Papa Francesco, ma allungata nel tempo, che lo ha visto toccare Ankara come prima tappa. Nel discorso al corpo diplomatico e alla società civile, Leone XIV ha sottolineato il ruolo importante della Turchia nello scenario mediterraneo, ma ha anche chiesto un dialogo che renda tutti uguali. Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha introdotto le parole del Papa con un lungo discorso, in cui ha ribadito la posizione turca sulla questione israelo – palestinese e fortemente criticato il governo israeliano. Vale la pena ricordare che la moglie del presidente turco, Emine, aveva incontrato Leone XIV lo scorso 2 luglio, parlando di sforzi umanitari comuni, dopo essere intervenuta alla Pontificia Accademia delle Scienze su “Economia basata sulla fraternità: multilateralismo etico”.
Uno dei principali protagonisti del viaggio apostolico di Papa Leone XIV è senza dubbio Bartolomeo I, Patriarca Ecumenico di Costantinopoli.
Un’altra giornata nel segno del dialogo ecumenico e armonia interreligiosa quella di Papa Leone XIV in Turchia. Questa mattina il Papa si è recato in visita alla Moschea Sultan Ahmed, la “Moschea Blu”, una delle più importanti moschee di Istanbul. E presso la Chiesa ortodossa siriaca di Mor Ephrem per un incontro a porte chiuse con i capi delle chiese e delle comunità cristiane.
"Se Dio non si è fatto uomo, come possono i mortali partecipare alla sua vita immortale?
“ambasciatore della Terra Santa presso le Chiese locali
Il Giubileo dei collaboratori di ruolo diplomatico della Santa Sede si è tenuto lo scorso 17 novembre. Si tratta dei diplomatici della Santa Sede, i funzionari delle nunziature che hanno iniziato la loro carriera. Alcuni di loro diventeranno nunzi. Leone XIV li ha incontrati, tenendo un discorso in cui ha chiesto loro di portare la speranza là dove manca la pace. Prima del discorso del Papa, c’è stato un saluto del Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, che ha poi celebrato la Messa per loro nella Basilica di San Pietro.
Anche Montecitorio si illuminerà di rosso, stasera, per il mercoledì in cui Aiuto alla Chiesa che Soffre in tutto il mondo lancia il suo allarme e chiede consapevolezza sul fatto che c’è una persecuzione in corso contro i cristiani, la quale – dati del suo ultimo rapporto alla mano – cresce in maniera inesorabile, mentre due terzi dell’umanità vivono in contesti in cui la libertà religiosa è compromessa.
È stata inaugurata la scorsa settimana a Roma la mostra “Betlehem Reborn”, Betlemme rinata, che mette in luce il lavoro di restauro della Basilica della Natività di Betlemme. Il restauro, di per sé storico, mette in luce anche l’impegno della Palestina nella protezione dei luoghi cristiani, mentre la situazione in Terra Santa diventa sempre più complessa e si registra anche un moltiplicarsi degli attacchi dei coloni israeliani.
L’Arcivescovo di Oklahoma City Monsignor Paul Coakley è stato eletto presidente della Conferenza dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti. Nuovo vicepresidente sarà Monsignor Daniel Flores, Vescovo di Brownsville, in Texas.
Era prevista anche la presenza del Cardinale Parolin, a Doha, per il Secondo Summit Mondiale per lo Sviluppo Sociale delle Nazioni Unite. Tuttavia, era difficile far combaciare gli impegni del Segretario di Stato, che non sarebbe riuscito a partire in tempo per Belem, in Brasile, dove avrebbe guidato la delegazione della Santa Sede alla COP 30, la trentesima Conferenza delle Parti delle Nazioni Unite.
Suor Luiza Dal Moro succede nella carica di Superiora Generale a Suor Neusa de Fátima Mariano
Il 21 ottobre, una delegazione del Consiglio Pan-Ucraino delle Chiese, nell’ambito di una visita in Norvegia, ha avuto anche un incontro con il re Harald V nel Palazzo Reale di Oslo, nonché un dialogo con il ministro degli Esteri del Paese. Negli stessi giorni, il vescovo latino di Kyiv, Vitalii Kryvytski, è stato in Vaticano, dove ha visitato il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, l’Ambasciata Ucraina della Santa Sede e altri gerarchi vaticani.
La persecuzione religiosa in Nigeria è anche frutto di questioni sociali, e non riguarda solo i cristiani, ma anche i musulmani. Parlando con i giornalisti a margine della presentazione del Rapporto di Aiuto alla Chiesa che Soffre sulla libertà religiosa nel mondo, lo scorso 21 ottobre, il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, ha adottato una modalità “classica” della diplomazia pontificia, che non vuole esagerare i possibili conflitti religiosi. Ma, nel farlo, ha creato controversia, se non altro perché un panel della presentazione del rapporto ha anche illustrato la critica situazione dei cristiani in Nigeria, dettagliando fatti, persecuzioni e omicidi che hanno interessato il mondo cristiano.
A maggio, il Dipartimento di Giustizia del presidente USA Donald Trump aveva dichiarato di investigare su una legge dello Stato di Washington (non la capitale, ma lo Stato, che si trova a Ovest, dall’altra parte degli Stati Uniti) che avrebbe obbligato i sacerdoti a denunciare gli abusi sui minori di cui venivano a conoscenza in confessione, con una pena fino ad un anno di carcere se non lo avessero fatto. Ora, la parte controversa di quella legge è stata messa da parte, e lo scorso 10 ottobre una mozione del distretto federale ha affermato che lo Stato e il governo locale avrebbero smesso di cercare di richiedere ai sacerdoti di violare il segreto della confessione.