Cosa accomuna il volto della Sindone, quello del telo di Oviedo, e i miracoli eucaristici di tutto il mondo? Il gruppo sanguigno, che è sempre di tipo AB. Ed erano di tipo AB anche le macchie di sangue comparse durante l’elevazione sull’ostia consacrata da padre Pathickal a Vilakkamur, che andarono a formare la faccia di Gesù. Accadeva nel 2013, e quest’anno la Santa Sede lo ha riconosciuto come un miracolo eucaristico.
La vita diplomatica della Santa Sede ritorna alla normalità, e la scorsa settimana è ripresa la presentazione delle lettere credenziali presso la Santa Sede che si era interrotta durante la sede vacante. Non solo: tra quanti hanno presentato copia delle lettere credenziali, va notata la presenza del primo ambasciatore residente del Belarus presso la Santa Sede.
“Non siamo un insieme di Chiese nazionali che esistono l'una accanto all'altra.
Si è parlato a lungo della possibilità che la Santa Sede sia una sede per i dialoghi di pace tra Ucraina e Russia. Leone XIV ha dato la sua disponibilità, e il Cardinale Pietro Parolin ha spiegato che piuttosto si parlerebbe di offrire uno spazio per le trattative, in cui la Santa Sede non sia mediatore, ma piuttosto osservatore.
Un comunicato di Aiuto alla Chiesa che soffre sottolinea la situazione drammatica e delicata che si sta verificando a Gaza.
Papa Francesco aveva detto che lui non sarebbe andato in Vietnam, ma ci sarebbe andato Giovanni XXIV, il suo successore. Il suo successore è ora Leone XIV, eppure l’invito per il Papa per visitare Hanoi è più aperto che mai, e anzi vede non solo i cattolici, ma anche i buddisti del Paese eccitati di poter avere una visita papale.
Un appuntamento che si ripete ogni anno a maggio, il pellegrinaggio Militare a Lourdes, che quest'anno è alla sua 65 esima edizione.
Ci saranno 140 delegazioni alla Messa di inizio pontificato di Leone XIV il 18 maggio. La delegazione degli Stati Uniti, in prima fila perché nazione da cui proviene il pontefice, sarà guidata dal vicepresidente JD Vance. Il cardinale Prevost aveva criticato Vance per le sue frasi sull’ordo amoris e sulla presunta gerarchia che andrebbe applicata alle scelte, ma in questo momento non ci sarà spazio per le polemiche.
Potrebbe rappresentare una svolta decisiva, quella che vede il Dipartimento di Giustizia del Presidente Donald Trump indagare su quella che viene definita “una legge anticattolica” nello Stato di Washington. Secondo la legge dello Stato – che non è la città di Washington, DC, e che si trova dall’altra parte degli Stati Uniti, ad Ovest – i sacerdoti, se non denunciano gli abusi sui minori di cui vengono a conoscenza in confessione, possono ricevere una pena fino ad un anno di carcere.
Il presidente ucraino Zelensky e Papa Leone XIV si sono sentiti telefonicamente. A darne l’annuncio il leader ucraino, la Santa Sede ha confermato l’avvenuta telefonata.
Con un nuovo Papa proveniente dagli Stati Uniti, Leone XIV, cambia completamente il quadro dell’azione diplomatica USA nei confronti della Santa Sede. Il Segretario di Stato USA Marco Rubio, cattolico, ha subito fatto sapere che si sarebbero dovute migliorare le relazioni con la Santa Sede, il presidente USA Trump, che tra l’altro, nel suo endorsement papale aveva sostenuto Dolan, ha reso noto che avrebbe incontrato il Papa. Sono lontani i tempi della freddezza tra USA e Santa Sede, quando Papa Francesco inviava una lettera ai vescovi USA per criticare il concetto di ordo amoris nel modo in cui era stato delineato dal vicepresidente JD Vance. Lo stesso vicepresidente che è stata l’ultima figura pubblica a incontrare Papa Francesco prima della sua morte.
Nella domenica della Divina Misericordia, in tutte le Filippine si è pregata la corona della Divina Misericordia, ci si è inginocchiati in adorazione eucaristica e sono state date opportunità per la confessione per tutti i fedeli. Perché questo 27 aprile non è stato un giorno come tanti, per la Chiesa delle Filippine. È stato il giorno in cui la nazione si è consacrata alla Divina Misericordia.
Era sicuramente non rituale l’incontro che il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano uscente, ha avuto con il presidente ucraino Volodymir Zelensky nella sala dei Concordati della Segreteria di Stato dopo il funerale di Papa Francesco. Con la morte del Papa, infatti, gli incarichi apicali decadono, incluso quello del Segretario di Stato. Sembrava che il cardinale Parolin dovesse incontrare anche il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, che è stato in Vaticano il 29 aprile. Ma questo era secondo la vecchia agenda. Il presidente turco ha invece incontrato il Cardinale Kevin J. Farrell, Camerlengo, in un incontro privato che è rimasto a porte chiuse e del quale non è stata nemmeno diffusa una foto.
Non ha avuto bilaterali, né incontri specifici con officiali vaticani. Ma la sola presenza di Chen Chieng-jen, già vicepresidente di Taiwan, ai funerali di Papa Francesco, era un segnale preciso che Taiwan non solo non intende abbandonare la Santa Sede, ma vuole mostrare una vicinanza particolare.
Nel complicato scacchiere mediorientale
Alla morte del Papa, decadono tutti gli incarichi apicali di Curia. E così non c’è più un Segretario di Stato, e dunque l’attività diplomatica della Santa Sede è ridotta all’ordinaria amministrazione. Certo, le missioni internazionali continuano a distribuire interventi, quando previsto, e il Segretario per i Rapporti con gli Stati continua il suo lavoro, ma non c’è di più del lavoro ordinario.
Veglie di preghiera, Rosari e molte altre iniziative in suffragio di Papa Francesco
“Andare lì dove c’è bisogno di Dio”. Sembra essere questo il criterio che ha guidato Papa Francesco nella scelta dei viaggi internazionali. Una scelta dettata anche dal suo profondo essere gesuita, un religioso per natura spinto ad andare oltre confine, a dialogare con l’incerto più che a rafforzare il certo. È nel labile confine tra missione e apostolato che si può comprendere la cifra internazionale di Papa Francesco. Una cifra che si è declinata in due mondi diversi: la diplomazia dei viaggi e dei gesti e la diplomazia “tout court”, guidata in Vaticano da un diplomatico cresciuto alla scuola di Casaroli e Sodano come il Cardinale Pietro Parolin.
Papa Francesco sarà presente per il messaggio urbi et orbi di Pasqua, che rappresenterà, come sempre, una sorta di panoramica sulle preoccupazioni della diplomazia della Santa Sede. Molti temi sono prevedibili, altri potrebbero essere vere e proprie sorprese. Per esempio, Papa Francesco non ha mai menzionato il dramma che vive la Nigeria negli appelli dei testi degli Angelus distribuiti da quando lui è stato ricoverato in ospedale. Eppure, in Nigeria i cristiani sono perseguitati, i sacerdoti uccisi, i vescovi rapiti. Chissà che il Papa non ne faccia menzione.
È un invito a non scoraggiarsi, ad andare oltre la narrativa dei tempi difficili, a rimboccarsi le maniche, quello che il Cardinale Pierbattista Pizzaballa ha lanciato nel messaggio per la Processione delle Palme da Gerusalemme.