Dopo aver incontrato i vescovi, Papa Francesco lascia la Repubblica Democratica del Congo e si dirige adesso verso il Sudan del Sud, seconda ed ultima tappa del suo viaggio apostolico in Africa.
L’ultimo appuntamento pubblico nella Repubblica Democratica del Congo è per Papa Francesco l’incontro con la locale Conferenza Episcopale.
Nel giorno dedicato alla vita consacrata il Papa incontra i religiosi della Repubblica democratica del Congo e ricorda: "
Presso lo Stadio dei Martiri di Pentecoste a Lingwala, Kinshasa, il Papa incontra i giovani e i catechisti della Repubblica Democratica del Congo. Un incontro intenso, un vero momento di festa, caratterizzato da balli tradizionali e testimonianze.
L'ultimo appuntamento di oggi di Papa Francesco in Congo è con i rappresentanti di alcune Opere Caritative presso la Nunziatura Apostolica di Kinshasa.
Le guerre africane nella contemporaneità, l’epoca della globalizzazione del XXI secolo, sono definite ‘guerre nere’ a causa della loro enigmaticità
La seconda giornata del viaggio apostolico di Papa Francesco nella Repubblica Democratica del Congo si apre con la celebrazione della Messa all'aeroporto di Ndolo, a Kinshasa.
Dall'ultima visita di un pontefice nella Repubblica Democratica del Congo sono passati 37 anni. L'Ambasciatore dell'Ordine di Malta nella RDC Geoffroy de Liedekerke spiega: "La popolazione è ansiosa di accogliere Papa Francesco.
Indipendente dal 2011, il Sudan del Sud sarà la seconda e ultima tappa del viaggio di Papa Francesco in Africa. Qui il Pontefice sarà raggiunto dall’Arcivescovo di Canterbury e dal Moderatore della Chiesa di Scozia per un pellegrinaggio per la pace.
La Repubblica Democratica del Congo, indipendente dal Belgio dal 1960, ha alle spalle una lunga storia spesso segnata dal sangue e dalla violenza. Nel 1965 ebbe inizio la dittatura del generale Mobutu che rinominò la nazione Zaire. Caduto il dittatore nel 1996, il Paese conobbe ben due sanguinose guerre durate fino al 2003. Dal 2004 un altro conflitto insanguina la regione di Kivu.
Si prepara il viaggio di Papa Francesco in Repubblica Democratica del Congo e in Sud Sudan, e vale la pena guardare a come queste due nazioni hanno gestito le relazioni diplomatiche con la Santa Sede. Osservatore privilegiato è sicuramente il nunzio in Repubblica Democratica del Congo, l’arcivescovo Ettore Balestrero, che con ACI Stampa delinea quali sono le sfide del viaggio.
Nel messaggio in occasione del convegno sul morbo di Hansen all’Augustinianum di Roma dal titolo ‘Non lasciare indietro nessuno’,
Quando Papa Francesco visitò il Myanmar nel 2017, sembrava ci fossero speranze per il ritorno alla normalità. Su suggerimento del Cardinale Charles Bo, arcivescovo di Yangon, il Papa fece la prima visita al capo dei militari, gettando così un ponte di dialogo verso la giunta che aveva da poco aperto ad una prima democratizzazione. Tre anni dopo, però, un nuovo colpo di Stato militare, con l’imprigionamento del ministro degli Esteri Aun San Suu Kyi, ha rigettato il Paese nel caos.
Ci sono due eventi chiave per la Chiesa cinese nel 2007: l’ordinazione episcopale di Giuseppe Li Shan, nominato arcivescovo di Pechino con l’approvazione della Santa Sede, e la morte dell’arcivescovo Fue Tieshan, che fu una figura chiave della Chiesa patriottica legata a Pechino. La scelta di Li Shan fu, allora, un segno di buona volontà da parte del governo cinese e anche della Santa Sede, che arrivavano ad un accordo su un vescovo ufficiale, ma non così duro nelle posizioni pubbliche. Ora, il governo di Pechino celebra il vescovo Li Shan con una mostra che sembra voler piuttosto riaffermare la sua posizione decisionale.
Il Cardinale Maradiaga, che ha compiuto 80 anni lo scorso 29 dicembre, lascia oggi la guida dell’Arcidiocesi Metropolitana di T
C’è già una possibile data, per la possibile presenza del Papa a Marsiglia: il 23 settembre. Perché sarà in quel giorno che i vescovi del Mediterraneo si incontreranno per la terza volta, dopo gli incontri di Bari 2020 e Firenze 2022, cercando un punto di vista comune. Ed è a Marsiglia che si sono incontrati, tra il 10 e il 15 gennaio, i vescovi della Conferenza Episcopale del Nord Africa, quasi a preparare il prossimo incontro di settembre.
Non ci sono segnali che il Papa voglia andare a Kyiv a breve. Ci sono, però, segnali che la diplomazia del Papa guarda all’Ucraina con attenzione, tanto che in due eventi a distanza di un giorno l’uno dall’altro l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, ha affrontato il tema della pace nel Paese. Una pace che la Santa Sede vuole “concreta”, consapevole che questo possa non essere né quello che vuole il presidente ucraino Volodymir Zelensky, né conforme con gli obiettivi del presidente della Federazione Russa Vladimir Putin.
Più che una nomina vera e propria è di fatto una conferma: Papa Francesco stamane ha nominato Arcivescovo Metropolita di Caracas il Cardinale Baltazar Enrique Porras Cardozo, finora Arcivescovo di Mérida e dal luglio 2018 Amministratore Apostolico “sede vacante et ad nutum Sanctae Sedis” dell’arcidiocesi di Caracas. Il porporato ha compiuto 78 anni lo scorso ottobre.
Dopo soli tre anni, Francesca Di Giovanni lascia l’incarico di sottosegretario per il settore multilaterale della Segreteria di Stato vaticana. Era la prima donna laica ad arrivare ai vertici della Segreteria di Stato vaticana. Al suo posto, monsignor Daniel Pacho.
Alle ore 11, poco prima della fine della Messa solenne di esequie celebrata in piazza San Pietro da Papa Francesco per il Papa Emerito Benedetto XVI, su disposizione della Conferenza Episcopale Tedesca (CET) le campane delle ventisette diocesi della Repubblica Federale hanno suonato per dare l’addio al pontefice tedesco.