Si comincia da qui, da quel Giona che viene inghiottito da una balena, dopo essere fuggito da Dio stesso. Giona, personaggio biblico atipico
Nella mattina del 28 aprile 1962 Gianna Beretta Molla lascia questa terra, una settimana dopo aver dato alla luce,
E’ una sera come tante, da quando su Padova, sull’Italia, sul mondo è calata l’ombra scura della pandemia, l’ennesima della storia, che oggi ha il nome di Covid.
Un omaggio al grande Papa che pianse dinanzi agli eccidi della guerra,
La nebbia si stende ai piedi del viaggiatore, come un mare che lambisce lentamente le cime di una catena montuosa. L’uomo non lo vediamo se non di spalle, potrebbe essere chiunque, in un tempo imprecisato e sospeso. Impossibile non rimanere ipnotizzati dinanzi a quello che è probabilmente uno dei dpinti più conosciuti «Il viandante sul mare di nebbia», un olio su tela del 1818 e conservato alla Hamburger Kunsthalle di Amburgo. È il dipinto forse più rappresentativo del Romanticismo e non solo. In realtà si tratta di un’opera che ha attraversato i secoli e che parla a noi contemporanei in modo particolare. Tanto è conosciuto da oscurare, in un certo senso, persino il nome dell’artista che lo ha dipinto e tantomeno la sua vita.
Faustina Kowalska,
Un altro Venerdì Santo, e ancora una volta ci sono tenebre pesanti che avvolgono il mondo e pesano come un mantello nero
Ci aveva pensato a lungo, prima come una visione, un sogno, poi con una consapevolezza sempre crescente,
Il momento forse più commovente, dopo il dolore e la disperazione dei giorni del sisma del 2009, forse L’Aquila l’ha vissuto quando sono stati tolti gli ultimi ponteggi intorno alla basilica di Santa Maria di Collemaggio, nel 2017
Letture, i maestri dello Spirito nell’età contemporanea
Le prove certe, scientifiche, dell’esistenza di Dio:
Una domanda che lascia un momento senza risposte: «Vuole essere il mio cireneo?».
Vivere è una lotta costante, rischiosa. E’ come camminare su un filo teso sopra l’abisso, quando l’equilibrio può mancare da un momento all’altro. E la vita che il sistema sociale ci costruisce attorno sembra perennemente spingerci dentro quell’abisso, con le sue convenzioni, le sue “maschere”, con le sue stolide imposizioni.
Il ragazzino chiuso nella sua stanza, acceso di febbre e di dolori
L’orizzonte che si apre sul cerchio imponente delle cime, i boschi a perdita d’occhio, lo scrosciare lontano di acque che sgorgano da sorgenti nascoste
"Mamma, mamma, ci sono gli angioletti!" Quante volte ripete Davide questo grido, un avviso, in un certo senso, che esprime gioia, felicità, serenità.
Dalle prime luci dell’alba, quando ancora non è sotto il sole, file composte di pellegrini popolano il sagrato antistante la basilica.
Lo hanno definito in tanti modi, il San Francesco di Palermo, il povero tra i poveri, l’eremita contestatore…In realtà Biagio Conte è stato tutto questo forse molto altro ancora. Impossibile definire compiutamente un uomo che ha cambiato sempre la sua vita, seguendo la luce dell’amore per Dio e per gli uomini. A un anno dalla sua morte il giornalista e saggista Michelangelo Nasca ha scritto, per le Edizioni Messaggero Padova (EMP) il volume Biagio Conte. Il missionario laico, povero tra i poveri , una raccolta di testi scelti di quell’«anima innamorata di Dio e decisa a offrire le energie di un’intera esistenza per aiutare gli ultimi».
Un pomeriggio d’inverno, a Reggio Emilia, nel cuore delle feste natalizie. Si passeggia lungo la via Emilia, mitica e insieme familiare,
Giuseppe l’uomo “giusto”, che in silenzio segue la sua strada, quella strada indicata da Dio, la segue anche quando non comprende fino in fondo che percorso stia facendo, la segue, con tutte le conseguenze che non aveva previsto, tra dolori e grandi meraviglie.