Siamo giunti, carissimi fratelli e sorelle, alla fine dell’anno liturgico e per questa ragione la Chiesa celebra la solennità di Cristo Re dell’Universo. In questa domenica risuona alle nostre orecchie e dentro al nostro cuore una parola che offre una grande certezza alla nostra vita: ”Bisogna … - così afferma san Paolo nella seco lettura - che Cristo regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi”. E’ come se ci venisse detto, con un linguaggio più vicino a noi: “Dio ha deciso che Cristo regni…e quindi ciò accadrà necessariamente”.
Si chiama Orth-Cath, ed è una risorsa preziosissima. Si tratta, infatti, di un database online del dialogo cattolico ortodosso, lanciato dal Comitato direttivo di Pro Oriente per il dialogo ortodosso-cattolico. Vi sono stati raccolti dichiarazioni, documenti e testi congiunti pubblicati dal 1960 ad oggi, sia ufficiali che non ufficiali, nazionali e internazionali. Un lavoro certosino di trascrizione e analisi, che rappresenta ora un punto di riferimento per il dialogo ecumenico.
Poche cose mostrano il profondo amore e il legame dei genitori con i propri figli più di quando quel bambino è malato. In quel momento, entra in gioco l’istinto umano di proteggere, custodire e fare qualsiasi cosa per salvare il proprio bambino. Combattere i limiti della medicina e delle risorse è già abbastanza difficile da affrontare. Ma combattere il pieno potere del proprio governo e il peso della burocrazia istituzionale può devastare lo spirito umano. Piangiamo la perdita della piccola Indi, ma dobbiamo anche imparare dall’esperienza dei suoi genitori.
In poco tempo le visualizzazioni dell’account Tik Tok di Don Luca Ramello sono cresciute in maniera esponenziale. Quasi 45k per un video. “L’oratorio colpisce ancora!”, con tanto di spade laser alla Star Games. Don Luca Ramello, 46 anni, dalla prima settimana di ottobre è parroco di San Mauro Torinese e si è buttato subito a capofitto nell’avventura dell’oratorio. Durante le prime riunioni hanno partecipato quasi 600 giovanissimi. Don Luca, già direttore dell’Ufficio della Pastorale dell’Arcidiocesi di Torino, si fa amare dai ragazzi perché parla il loro linguaggio, quello dei social, ma anche quello della leggerezza e del desiderio di una vita piena e felice. “Non ci aspettavamo tutto questo successo di Tik tok, il successo è sicuramente di Don Luca che ci conduce su questo bel percorso”, dice Pietro, un ragazzo dell’oratorio che si trova in Via Papa Giovanni XXIII. ACI stampa ha raggiunto “il parroco influencer” proprio nei suoi locali, a San Mauro Torinese, un comune italiano di 20.000 abitanti della città metropolitana di Torino.
La comunità cattolica di lingua ebraica è la più piccola tra le tante espressioni della Chiesa di Terra Santa. Conta un migliaio di fedeli cattolici che vivono in Israele, immersi in un ambiente culturale e linguistico ebraico. Spesso è poco conosciuta anche a livello locale, nonostante sia una realtà molto vivace e variegata.
La guerra non ferma la fede delle persone. Anzi, la moltiplica, nonostante la paura. Si deve essere pronti a morire ogni giorno. E per questo le persone si confessano molto di più, sentono la necessità di un sacerdote, di preparare la loro anima. È la pastorale in tempo di guerra, cui è stato dedicato l’ultimo sinodo della Chiesa Greco Cattolica Ucraina, che si è tenuto a Roma. Una pastorale che si accompagna all’insegnamento della dottrina sociale declinato su questa guerra nuova, combattuta con i bombardamenti, ma anche con la disinformazione, con le ondate migratorie, con il blocco delle derrate alimentari.
Siamo ormai prossimi al termine dell’Anno Liturgico e la Chiesa in queste domeniche ci ricorda che il mondo non è eterno, ma è destinato a finire. Tuttavia, per il Signore la fine del mondo non è pensata come un evento catastrofico, ma piuttosto in termini di maturazione. Egli, infatti, per parlarne si serve dell’immagine della mietitura del grano o della donna che vive le doglie del parto. La creazione, dunque, avrà un termine che coincide con il suo compimento e quando questo accadrà, Dio finalmente “sarà tutto in tutti”.
“L'idea di farmi prete mi venne chiara e distinta a circa quattro anni.
Un francescano tra gli esperti delle Nazioni Unite. Paolo Benanti, frate del Terzo Ordine Regolare, teologo, docente, membro della Pontificia Accademia per la Vita, è stato nominato dal Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres tra i 38 esperti del nuovo organo consultivo delle Nazioni Unite sull’intelligenza artificiale.
San Giosafat è morto martire 400 anni fa, e il suo sacrificio, nato dall’amore per l’unità della Chiesa, ha forgiato lo spirito di almeno quattro nazioni: l’Ucraina, la Lituania, la Bielorussia e la Polonia. Non è un caso che la venerazione di San Giosafat si trovi diffusa in ognuna di queste quattro nazioni, e che la Lituania sia arrivata a proclamare quest’anno un anno “Giosafattiano”.
“Durante le sue visite quotidiane al Santissimo Sacramento i suoi occhi si riempivano spesso di lacrime e il suo viso traspirava una beatitudine di cielo:
Giuseppe Spadafora, titolare di un’azienda di alta gioielleria con un patrimonio di arte sacra nel Sud d’Italia, la G. B. Spadafora, attiva dal 1700, è in un certo senso“l’orafo dei papi”.
Il Vangelo di questa domenica ci presenta la parabola delle dieci vergini, di cui cinque sono qualificate come sagge e cinque stolte. Nel racconto è presente una durezza ed una drammaticità che emerge, in particolare, dal dialogo tra le ragazze e dalle parole di Cristo-Sposo: “andate a comprarvelo” e “non vi conosco”.
Suor Lukiya Murashko vive a Zaporizhzhia
Il Libano è ancora un Paese messaggio, perché nonostante abbia perso tutto in questi ultimi anni, compresa la credibilità politica, cristiani, musulmani ed ebrei continuano a vivere insieme, ad essere parte integrante di un tessuto sociale vivo. Raphael Bedros XXI Minassian, patriarca di Cilicia degli Armeni e Arcieparca di Beirut, guarda al Libano con speranza, nonostante tutto.
Quello che manca, nel XV rapporto sulla Dottrina Sociale della Chiesa del Mondo, è proprio il punto di vista della Chiesa. Ma non è una mancanza del rapporto. È che il tema che viene affrontato, quello del Deep State, o – per dirla in maniera romantica – del Grande Burattinaio che muove i fili di Stati e governi – non è ancora un tema che è diventato parte di una riflessione, se non teologica, almeno sociologica all’interno della Chiesa Cattolica. E sarebbe ora.
Il Codice di Diritto Canonico fu promulgato nel 1983. È “un uomo di mezza età”, nelle parole del Cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, che magari ha un passato glorioso, ma che deve guardare anche al futuro, cercando di innovarsi, di auto-comprendersi, di ricevere le nuove sfide della Chiesa con una maturità che deve coniugare “ponderazione, riflessione e decisione”. Sono le sfide che sono state affrontate all’Università di Bologna, in un convegno dedicato a “I 40 anni del Codex Iuris Canonici”, organizzato dal Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università.
Tredici anni fa, esattamente il 2 aprile 2012, l'Arcivescovo Henryk Hozer, Vescovo di Varsavia-Praga, ha istituito l'Ordine dei Cavalieri di Giovanni Paolo II (Ordo Militiae Ioannis Paulis II) come associazione pubblica di fedeli della diocesi di Varsavia-Praga approvando anche lo Statuto (Regola dell'Ordine di Giovanni Paolo II).
Quando il 30 settembre scorso è stato creato cardinale da Papa Francesco,
Nel Vangelo di questa domenica, Gesù elenca tre peccati che svuotano la vita dei discepoli di Cristo