L’Opera per la Gioventù Giorgio La Pira
Battaglia chiede la pace: "Non sia slogan, ma pratica". Nell'omelia le parole per Gaza, per l'Ucraina, per i "Sud del mondo"
Oggi, la memoria del santo partenopeo
L’immagine della Madonna Addolorata donata nell’Ottocento dalle famiglie Nodoler ed Eusepi alla Chiesa di San Giovanni di Tuscania in provincia di Viterbo, come altre volte durante i giubilei del 1950, 1975 e del 2000 è stata portata a Roma questo mercoledì ed è stata esposta sul sagrato durante l’udienza Generale del Santo Padre ed è stata venerata da Papa Leone all’inizio dell’Udienza, nel contesto del Giubileo della Consolazione.
Nel 1835, Papa Gregorio XVI donò alla cattedrale di Notre-Dame a Losanna, in Svizzera, un pontificale che è stato ritrovato solo in occasione dei lavori di restauro della cattedrale. Si trovava nel campanile della basilica, dove si è trovato anche un complesso di paramenti liturgici. Il vescovo Charles Morerod ha indossato questi preziosi paramenti antichi il 6 e 7 settembre, alle Messe che hanno celebrato la riapertura della Basilica.
Oggi la memoria del prodigioso evento che segnò la vita di san Francesco d'Assisi
Reliquie e reliquarii
Perché "nuovi" e che cosa dicono della fede in Italia?
Il 10 settembre a Tolentino si festeggia san Nicola ed il sabato successivo alla festa del Santo chi si reca nel Cappellone del Santuario può ‘prendere’ l’indulgenza plenaria concessa da papa Bonifacio IX con la Bolla papale ‘Splendor paternae gloriae’ del 1 gennaio 1390.
Oggi celebriamo una festa che agli occhi del mondo appare paradossale: l’Esaltazione della Santa Croce. Dobbiamo, dunque, riconoscere che i cristiani festeggiano uno strumento di tortura, di umiliazione e di morte? Come può accadere che un patibolo possa divenire un motivo di speranza e di salvezza? Le letture della santa Messa ci aiutano ad illuminare il mistero della Croce.
Domenica 14 settembre il cardinale Christoph Schönborn, arcivescovo emerito di Vienna, scelto da Papa Leone XIV come suo rappresentante,
“Spiritual Insight” è uno dei quattro volumi ufficiali che raccontano la storia e la vita di San Carlo Acutis. Il volume è stato scritto e redatto da Antonia Salzano Acutis, la mamma di Carlo e da don Giovanni Emidio Palaia, accademico della Pontificia Accademia di Teologia e della Pontificia Accademia Mariana Internazionale e scrittore. Il libro è prezioso perché raccoglie riflessioni e appunti dagli esercizi spirituali di San Carlo Acutis. E anche disegni inediti.
“Buongiorno a tutti! Buona domenica e benvenuti! Grazie! Fratelli e sorelle, oggi è una festa bellissima per tutta l’Italia,
L’edificio originario della chiesa dell’Assunzione a Nižnij Novgorod è stato restituito ai cattolici. Questo stesso edificio era stato negato al ristabilimento della gerarchia cattolica in Russia nel 1994. Nižnij Novgorod è la terza città russa per popolazione, con 3 milioni di abitanti. La città di trova alla confluenza di Volga e Oka, ed è un centro metropolitano particolarmente importante.
Il re Carlo III presenzierà al funerale della Duchessa di Kent, il primo membro della famiglia reale britannica a convertirsi al cattolicesimo negli ultimi trecento anni. E sarà la prima volta che un re inglese, che è anche capo della Chiesa Anglicana, parteciperà ad un funerale cattolico negli ultimi 400 anni.
“Proporre oggi le virtù cristiane non è una scelta nostalgica, ma un gesto profetico. In un’epoca segnata da smarrimento e frammentazione, le virtù rappresentano la risposta più umana e più vera al bisogno di pienezza che ciascuno porta nel cuore. Esse sono forma della libertà, incarnazione del desiderio di bene, struttura interiore della santità possibile e concreta. Questo testo non intende essere un trattato astratto, ma una proposta educativa e culturale: educare alla virtù significa educare alla realtà, alla verità, alla bellezza, alla speranza. E’ insegnare a vivere in rapporto con tutto ciò che c’è, alla luce di un’appartenenza che rende l’uomo intero”.
La liturgia della Santa Messa di questa domenica, ci propone un brano tratto dalla Lettera di san Paolo a Filemone, una delle sue lettere più personali e intime. La sua lunghezza non supera la pagina, ma è una pagina che ha fatto prima tremare e poi crollare le fondamenta dell’ordine sociale dell’Impero Romano, cambiando per sempre il modo con cui il mondo guarda all’altro, soprattutto agli ultimi. Nel I secolo d.C., la schiavitù era una realtà strutturale della società. Si calcola, ad esempio, che un un terzo della popolazione urbana di Roma fosse costituito da schiavi. Non erano riconosciuti come persone, ma erano considerati come res, “cose”, proprietà assoluta dei padroni. Nessuna legge proteggeva la loro dignità.
“Ore 7 (di sera) irreparabile sventura. Povero san Pier Giorgio! Era santo e Dio l’ha voluto con sé”: così il 4 luglio 1925 l’amica Ester Pignata annotava sul calendario di cucina, frase riportata nel libro ‘Non vivacchiare, ma vivere’, scritto dallo scrittore e redattore editoriale, Roberto Falciola, vicepostulatore della causa di canonizzazione del beato Pier Giorgio Frassati.
Un profilo della santa di cui oggi ricorre la memoria liturgica
La dichiarazione per la Fraternità Umana sarebbe venuta solo quattro anni dopo, l’enciclica Fratelli Tutti addirittura cinque anni dopo, ma era già chiara questa particolare direttiva nel pontificato di Papa Francesco quando, nel 2015, andò alle Nazioni Unite per celebrare i 70 anni dell’organizzazione.